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Non sono compagni che sbagliano, ma delinquenti da emarginare senza se e senza ma

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 17 Ottobre 2011 alle 17:41 | 0 commenti

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Riceviamo da Roberto Ciambetti, assessore regionale della Lega Nord, e pubblichiamo.
In molti si sono chiesti perché in Italia una manifestazione civile può trasformarsi in una pagina nera di guerriglia urbana. Anch'io invito a tener distinta la protesta civile di milioni di persone nel mondo, dalla violenza esplosa a Roma.

Capire perché solo in Italia possa succedere che un migliaio di guerriglieri bene addestrati e ben guidati possano seminare il terrore significa innanzitutto interrogarsi su quel confine incerto che un tempo come oggi divide le frange violente da parte della politica italiana. Bisogna ammettere che fino all'altro ieri una parte del centro-sinistra non aveva mai preso le distanze da questi "compagni che sbagliano" perché è vero che pur sbagliando talvolta fanno comodo. Fanno comodo quando si tratta di bloccare i cantieri della Tav, ad esempio, o quando si vuole attaccare la Lega Nord: ci hanno provato a Venezia recentemente. Ma pensiamo anche alle azioni di disturbo fatte al Giro ciclistico della Padania: non sappiamo che siano stati i responsabili di chiodi seminati lungo il percorso, né chi fossero i proprietari di zaini con molotov e spranghe e via dicendo, ma sappiamo che nessuno a sinistra ha bollato questi gesti per quello che dovevano essere, cioè attentati infami, di delinquenti.
E' da questa mancata presa di distanza che nasce l'idea nei violenti di avere una sorta di copertura e protezione, se il bersaglio da prendere di mira è il nemico politico del centro-sinistra.
Chi da anni cerca di demonizzarci e di demonizzare la coalizione di governo ha di che riflettere. I Black Bloc hanno fatto comodo: fatto comodo in Val di Susa, ad esempio, e il legame che li unisce a parte della politica italiana esiste. Non sono compagni che sbagliano, ma delinquenti da emarginare senza se e senza ma.
Rileggiamo le dichiarazioni che loro stessi hanno rilasciato: "Il Movimento finge di non conoscerci. Ma sa benissimo chi siamo. E sapeva quello che intendevamo fare" leggo in una intervista a tal F. pubblicata dal quotidiano "Repubblica".
Fortunatamente non è accaduto quello che in molti (forse troppi) volevano: non c'è scappato il morto, che avrebbe messo alla sbarra la Polizia e il governo; non è casuale l'attacco portato all'indomani degli scontri da interi settori dell'opposizione al Viminale nel tentativo di scaricare la responsabilità della guerriglia urbana sul Ministro degli Interni.
Quando vengono messe in discussione le norme della civile convivenza, non c'è guadagno privato, né interesse di parte che tenga: bisogna far terra bruciata attorno ai professionisti del terrore, né più, né meno, di quanto si fece nella lotta al terrorismo. Basta alibi, basta appoggi più o meno velati, basta mano libera: non ci sono compagni che sbagliano, ma delinquenti che commettono reati. E la si smetta di usare la disperazione di alcuni di questi, per far combattere loro battaglie che non si è in grado di fare con le armi della dialettica e della democrazia. Secondo alcuni è già troppo tardi: i guerriglieri del No a tutto sono pronti a dar battaglia, ad alzare il tiro, a trasformare i cantieri delle grandi opere in teatri di battaglia.
Per sconfiggere questa gentaglia dobbiamo portare il dibattito politico ad affrontare senza demagogia i nodi che abbiamo dinnanzi: non si può salvare il sistema del welfare senza abbattere assistenzialismi, sprechi, disfunzioni. Se vogliamo dare una speranza ai cittadini e ai giovani, a chi onestamente marciava a Roma per sincera protesta e preoccupazione, dobbiamo smantellare privilegi e anacronismi, abbattere la casta delle regioni assistite, smetterla di mantenere a pié di lista intere aree sottraendo risorse a chi invece potrebbe rilanciare l'economia e creare posti di lavoro. E iniziamo a dare un segnale forte, aprendo quei i cantieri che i blak blocs vorrebbero chiusi.

Leggi tutti gli articoli su: Roberto Ciambetti, indignani

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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