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"Non ci lasceremo mai", dal vivo la storia di Federica Lisi Bovolenta che ha commosso l'Italia. Martedì su VicenzaPiùTv

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Venerdi 28 Marzo 2014 alle 21:42 | 0 commenti

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Sono gli occhi e il cuore di Federica Lisi Bovolenta, moglie del pluricampione di pallavolo Vigor “Bovo” Bovolenta a raccontare adesso, mentre scriviamo, la tragedia, il coraggio e la forza di aggrapparsi alla vita dopo che il cuore di “Bovo” ha smesso di battere durante una partita. Siccome ho conosciuto personalmente Federica quando dal Cus Roma in B2 nel 1992 l'ho portata a Roma nell'A1 del volley stasera voglio ascoltarla e provare in silenzio dentro di me le emozioni che VicenzaPiùTv proverà a "trasmettervi" martedì alle 22.30 su www.vicenzapiu.tv.

“Guardiamo il mondo con gli occhi diversi” è lo slogan 2014 della manifestazione culturale “Incontri senza censura”, organizzata dalla libreria La Bassanese e l’omonima associazione culturale, con il patrocinio dell’ordine dei Giornalisti del Veneto e con vari sostenitori tra cui il nostro VicenzaPiùTv come Media Partner. E stasera l'incontro è proprio con Fede. La ricordo con l'affetto che un vecchio appassionato, prima che dirigente, di volley può provare per una ragazzina che è diventata campionessa per i suoi grandi meriti e per il suo talento ma che io ho avuto la fortuna di poter mettere nella mia lunga lista di "scoperte". Stasera la scopro anche come una grande donna, per cui ve la racconto solo con la nota de La Bassanese e me la godo tutta col suo accento e col suo cuore romano doc che mi riporta per un po' anche nella mia vecchia Roma. Volete conoscerla meglio e volete vivere le emozioni di stasera? Dal vivo, vi assicuro è un'altra cosa, come lo è stato vederla giocare nei palazzetti di mezzo mondo. Ma rivedere quelle partite in tv trasmette un bel po' di emozioni che nessuna sintesi scritta, almeno fatta da me, può farvi sentire. Allora vedete martedì su VicenzaPiu.Tv la partita della seconda vita di Fede Lisi, quella che inizia dopo la morte di Bovo. Non sarà una storica diretta ma una intensa differita.

Adesso basta, ciao a tutti, io ora riscopro la mia giovane Federica Lisi, che stasera comincio, dopo la prima mezzora, a capire perché è diventata una grande donna: Federica Lisi Bovolenta.

 

 

“Bovo per sempre” dicono gli striscioni in tutti gli stadi.

A due anni esatti dalla scomparsa, venerdì 28 marzo dalle 20.45 nella Galleria Incontri della libreria sarà ospite della rassegna Federica Lisi, moglie di Vigor Bovolenta, il “gigante del Polesine”, uno dei più grandi campioni di pallavolo degli ultimi anni, componente del dream team di Velasco.
Il 24 marzo del 2012, durante una partita, muore improvvisamente sul campo Vigor Bovolenta, il campione di pallavolo che ha fatto sognare tutta l`Italia. A distanza di pochi giorni dal funerale, Federica, sua moglie, scopre di essere incinta e il 30 ottobre 2012 è nato Andrea, il loro quinto figlio. Durante la serata, introdotto e moderata dalla giornalista Barbara Todesco e con letture dal vivo di Anna Branciforti, sarà presentato il libro scritto assieme ad Anna Cherubini ( sorella di Jovanotti) “ Noi non ci lasceremo mai. La mia vita con Bovo”, edito da Mondadori.

Una serata di coraggio, di emozioni, per imparare a risalire anche nei momenti più difficili, quando la persona che ami ti lascia, senza lasciare istruzioni.Ma anche una serata di ricordi: la vita insieme, le palestre, i palazzetti (di tutti e due) e i traslochi. Un figlio, e poi due, e poi quattro. E poi il regalo, Andrea. Che il padre non l’ha nemmeno mai visto, però lo riconosce sulla copertina del libro. Perché: “Non ti preoccupare, mamma – le ha detto un giorno Alessandro, il figlio più grande – a lui glielo racconto io chi era papà”.

«Lasciarsi sopraffare dal senso della tragedia è una tentazione sempre lì, a un passo da me – scrive Federica nel libro - La sento, la vedo. Ma la allontano, per non lasciarmi vincere dal dolore. Un lusso che sarebbe assai più semplice, ma anche assolutamente fallimentare, per me e per tutto ciò che Bovo ancora rappresenta Ma questa è una partita che non possiamo perdere, io e Bovo. Ancora assieme a lui, voglio invece tenere in vita tutto ciò che abbiamo creato, senza rimpianti. Con cinque bambini, del resto, in un certo senso non ho scelta. Per fortuna, aggiungo. E il dolore che prende alla gola quando ti fermi un istante resta una parentesi. Mia, nostra.»

Tutto quello che Vigor ha vinto, le partite in Nazionale, con Ravenna, Modena, Piacenza, con gli altri club, adesso sono nulla. Nel ricordo degli amici di gioventù c’è la voglia di ricordare quel giorno dell’estate del 1994 che è arrivato a Marina di Ravenna e, notando un torneo di beach volley, disse: “Ci iscriviamo”. Lui e Mario Fangareggi. Bovo era già Bovo, aveva già vinto l’Europeo Juniores, era in A-1, era l’erede di Gardini. Un anno dopo avrebbe debuttato in nazionale con Velasco. Due anni dopo avrebbe giocato la finale olimpica con su una maschera per ripararlo da un infortunio al naso. Non c’entrava niente col beach. E lo dimostrò. Ma in modo altrettanto naturale lasciò capire chi era: nessun senso di superiorità, nessuna stizza per le cose che non gli riuscivano, solo buonumore e piedi per terra. Era genuino, Vigor. “Poche pippe”, avrebbe detto lui. “Da quel giorno, ad ogni incontro, non sarebbe mai stata una cosa di circostanza. Sono sicuro che chiunque altro avrà avuto a che fare con lui, non parlo degli amici, dico delle migliaia di uomini e donne che ha incrociato in tanti anni di pallavolo, potranno dire la stessa cosa: Vigor aveva attenzione per le persone. Era uno vero. Che guarda alle cose importanti”.

Un ragazzo e un uomo legato alla famiglia in modo indissolubile, talmente legato all’amore di Federica e dei figli che, dopo anni di Nazionale e A-1, ha scelto di auto-retrocedersi di tre campionati e di fermarsi in un posto, Ravenna. “..per rimanere vicino alla mia famiglia che mi ha fino ad ora sempre seguito nelle varie città in cui ho giocato. Dopo che loro sono stati al mio fianco, credo sia arrivato il momento che io cammini al fianco loro”.

Federica Lisi si presenta così ai suoi lettori nell’incipit di Noi non ci lasceremo mai”:

“Mi chiamo Federica Lisi Bovolenta, ho trentasette anni e cinque figli. Sono la moglie di Vigor Bovolenta, il campione di volley che in molti ricorderete, scomparso in campo il 24 marzo 2012. Vigor Bovolenta. Bovo per gli amici e per me. Quindici anni insieme. Poi lui se n`è andato. Se n`è andato senza lasciarmi. E senza lasciarmi istruzioni. Se n`è andato restando dentro la mia vita. Restando la mia vita.
“Bovo per sempre“, “Bovo nel cuore“, “Bovo in tutti noi“: scrivono così in certi striscioni durante le partite. Sono striscioni grandi, colorati, struggenti. Uno di questi è dentro di me. “Bovo per sempre“. E’ proprio come una scritta incisa nella mia anima, e sta lì, anche quando il vento cambia, quando si ferma, quando fa paura. Il vento che a volte arriva e si porta via tutto quello che abbiamo, la parte più importante di noi, senza la quale ci sembra di non ricevere più vita, di non poter più crescere.
Ma poi non è così. Qualcosa resta sempre e si cresce ugualmente...”

Un campione della pallavolo, cinque figli, una tragedia, una storia d`amore che ha commosso l`Italia, raccontati nel parterre della libreria La Bassanese da una donna straordinaria, Federica Lisi Bovolenta.

L’incontro si svolge venerdì 28 marzo alle 20.45 nella galleria Incontri della libreria La Bassanese, in Largo Corona d’Italia a Bassano. Ingresso libero, consigliata la prenotazioen dei posti a sedere allo 0424 521230 o sul sito della libreria www.labassanese.com


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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