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Non 17 marzo, né eroismo Vittorio Emanuele II: si guardi,piuttosto, a Virginia Oldoini

Di Redazione VicenzaPiù Sabato 19 Febbraio 2011 alle 20:55 | 0 commenti

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Robero Ciambetti, Lega Nord - Giuseppe Castiglione, presidente dell'Unione delle province Italiane, è decisamente a favore dei festeggiamenti del 17 marzo, al punto tale da considerare la decisione di istituire una festività straordinaria "una scelta saggia, che avevamo più volte auspicato e sollecitato, perché siamo fermamente convinti che tutti i cittadini insieme debbano ricordare in quella data il percorso, la storia, gli uomini, gli eventi che hanno fatto in questi 150 anni l'Italia".

Con il cognome che porta, il presidente dell'Upi, non poteva fare e dire altrimenti. Certo, la storia che narra il suo cognome non narra di eroismo virile casomai di erotismo femminile, quello di Virginia Oldoini, contessa di Castiglione, o, per dirla con il Rattazzi, "la vulva d'oro del Risorgimento italiano".
La contessina alquanto bella e sin da adolescente avvezza alle arti amorose, fu mandata in missione speciale presso l'imperatore Napoleone III da Cavour, al fine di convincere il potente francese ad un'alleanza con il piccolo regno di Sardegna, che all'epoca era tenuto in alquanto scarso conto dalle potenze d'allora, che nemmeno invitavano a quelli che oggi sarebbero definiti summit i diplomatici savoiardi costretti il più delle volte ad assistere silenti e inermi alle spartizioni dei Grandi. Prima della partenza per Parigi il messaggio che scrisse Cavour alla contessa fu più che un ordine perentorio: "Riuscite cara cugina usate tutti i mezzi che vi pare, ma riuscite".
Bisogna dire che Virginia Oldoini svolse al meglio la sua parte così più che le trame tessute da intellettuali e generali poterono le coltri nelle quali appunto s'infilò la contessa, per altro all'epoca stimata tra le più belle e affascinanti donne (e possiamo anche dire anche alquanto esperte nell'arte amatoria) che s'aggiravano per l'Europa: Napoleone III non perse l'occasione e chi perse, invece, le staffe, piuttosto, fu l'imperatrice Eugenia che fece di tutto per allontanare la terribile concorrente riuscendoci alla fine, quando, tuttavia, la mossa di Cavour aveva già dato il suo risultato: l'8 aprile 1856 al Congresso di Parigi il conte di Cavour poté, finalmente, prendere la parola spiegando che solo il Regno di Sardegna poteva impedire lo tsunami rivoluzionario causato dal malgoverno in moltissimi stati italiani, e sobillato dall'Austria, che stava per sconvolgere la penisola.
Pur senza giungere a conclusione alcuna il Congresso di Parigi aveva accreditato il regno sabaudo come il baluardo della continuità e della moderazione, una sorta di "avanti nel centro, contro gli opposti estremismi" ante litteram, dove agli estremi si trovavo da una parte gli staterelli inetti e corrotti della penisola, dall'altra, al lato opposto, i repubblicani mazziniani, bombaroli, garibaldini e fomentatori di disordini. Insomma, sul tavolo delle diplomazie europee era stata posta la questione del Regno di Sardegna e non per virtù militari, bensì per sottile intelligenza diplomatica di Cavour e straordinario ardore di Virginia Oldoini.
Scomparsa dai libri di scuola, per i quali l'epopea Sabauda è solo eroismo e gloria da celebrare appunto il 17 marzo, di quella affascinante ragazza non rimase che la "chemise de nuit", magari da esporre nel museo di Cavour, e da nascondere ai più. Nata il 23, o secondo altri, il 22 di marzo a Firenze nel 1837 la marchesina Virginia Oldoini riposa nel cimitero parigino di Pere Lachaise dove fu sepolta, lontanissima da quella madrepatria che con lei, in fin dei conti, offuscandone la memoria e tacendone la storia, fu ben più che ingrata matrigna.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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