Noi stiamo con i giovani del Mediterraneo: per un futuro di opportunità
Venerdi 4 Marzo 2011 alle 16:17 | non commentabile
Alessandro Benigno, Presidente provinciale Giovane Italia Vicenza - In queste settimane di grande tensione e preoccupazione per le numerose rivolte che si stanno diffondendo nei territori del Maghreb e del Mashrek da destra riteniamo opportuno prendere posizione su quanto sta accadendo. Lo facciamo schierandoci idealmente dalla parte dei ragazzi del Mediterraneo, dalla parte dei nostri coetanei di Egitto, Tunisia e Libia che stanno rischiando la vita o che la vita già hanno sacrificato per manifestare nelle piazze la loro voglia di determinare un futuro migliore per le loro patrie, un futuro di libertà e opportunità contro i regimi che stanno opprimendo i loro popoli.
Ci schieriamo con Mohamed Bouazizi (nella foto), il giovane ambulante tunisino che si è immolato dandosi fuoco per protestare alle umiliazioni e alle vessazioni subite dalla sua generazione da parte del regime di Ben Alì. Lo potremmo definire il "Jan Palach del Mediterraneo", un'icona che ha risvegliato le coscenze di molti giovani di quelle terre ma anche dell'Occidente.
E in questi giorni, che vede la situazione libica concentrare le principali tensioni, vogliamo lanciare un ulteriore messaggio chiaro e deciso: tra i giovani della Libia e Gheddafi, scegliamo i primi senza alcuna reticenza.
Vogliamo un futuro migliore per le giovani generazioni non solo della Libia ma di tutto il nord Africa affinché possa realizzarsi un Mediterraneo più stabile sotto i profili sociale ed economico e quindi con maggiori opportunità e libertà per il suo popolo. Un Mediterraneo che possa dialogare sempre più e sempre meglio con l'Europa grazie anche ad un'organizzazione intergovernativa come l'Unione per il Mediterraneo con l'Italia protagonista nella cooperazione e nello sviluppo del "Mare Magnum".
Un Mediterraneo che, se vedesse la propria popolazione stare meglio, vedrebbe diminuire i flussi migratori che stanno gravando in primis sull'Italia.
Questo è ciò che auspichiamo con la consapevolezza che prima di ottenere questi risultati, che all'oggi sembrano essere lontani, è necessario scacciare l'ombra di nuovi regimi ancor più liberticidi e la minaccia del fondamentalismo islamico che dalla destabilizzazione potrebbe cogliere nuova linfa.