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Noi e loro

Di Giovanni Bertacche Domenica 14 Novembre 2010 alle 17:22 | 0 commenti

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Noi e loro. Anche nel disastro c'è diversità. Il Veneto non cattura l'attenzione dei media nazionali, non ottiene la solidarietà che il caso richiede, non registra presenze importanti se non in ritardo e con evidente imbarazzo.
Noi e loro; una barriera. Ma come è nata questa distinzione? Un tempo i veneti neppure erano presi in considerazione dai connazionali, privi di protezione e di padrini, da generazioni facevano gli emigranti e le donne le badanti nei palazzi di città lontane.
Povera gente costretta a girare il mondo con la valigia di cartone in cerca di lavoro.

Di nessun peso e di nessuna importanza questi veneti; la loro terra a mala pena un'espressione geografica. Più loro perché noi ignorati più che disprezzati; anzi senza aprir bocca perché la cantilena ne tradiva le origini provocando la derisione generale. Ignorato anche il nostro splendido passato: Palladio, Da Ponte, Vivaldi, Goldoni.
In quel mondo di sofferenze e umiliazioni maturava il senso di separazione e di disagio esistenziale; il noi rassegnato nella maledizione e loro più fortunati o più semplicemente diversi.
Noi e loro. Una separazione che peserà a nostro svantaggio ancora per lungo tempo. Quando poi tanto miracolosamente quanto per incanto le cose cambieranno e il Veneto diventerà il mitico Nordest invidiato da tutti, quel noi e loro rimarrà, inespresso e perfino inconfessabile ma indelebile nel subconscio. Solo che cambierà di segno, non più elaborato da noi, del resto troppo impegnati nella costruzione del modello economico, ma da loro.
Sono loro a considerarci dei fenomeni, dei prodigiosi Mida che trasformano in oro tutto ciò che toccano anche se non sanno quanta strada e quanta fatica per sollevarci. Proprio per questo il noi subirà un maggior distacco da loro perchè sì ci invidiano ma con una punta di malcelata antipatia.
Per loro: terra senza più cultura, egoista, xenofoba, vagamente razzista, ossessionata dagli schei, antistatalista.
E noi niente per smentire questi cliché: abbiamo finito per credere davvero al culto delle piccole fabbriche, niente più ferie né weekend, vivere per lavorare e risparmiare.
E adesso: se piangono è solo per sbaglio, si arrangino; quelli del nord non commuovono i cronisti; i veneti risultano antipatici perché ricchi. Così le effemeridi nazionali.
Qui in Veneto, di rimando, migliaia di persone non stanno ad aspettare un miracolo, ma tutti aiutano tutti, rinunciando allo svago e perfino al lavoro pur di far continuare la macchina della ricostruzione, una macchina che si è generata da sola, senza numeri verdi, sms o conti provvisori per la raccolta fondi, cosa consueta in altri posti d'Italia. Un popolo, insiste, che non piange in televisione ma si rifà le maniche e lavora senza aspettare gli altri. Non cerca notorietà, ma uguaglianza, parità d'informazione, dando voce a un popolo che non ha mai chiesto nulla.
Noi e loro: sempre più distanti che rimarcano la differenza proprio in questi momenti. Un problema aperto quel: noi e loro!

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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