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"No alle basi di guerra nella nostra regione", petizione "La Pace ha bisogno di te"

Di Emma Grande Martedi 7 Aprile 2015 alle 22:30 | 1 commenti

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"La Pace ha bisogno di te" è una petizione che si può firmare accedendo da questo link per sostenere il "No alle basi di guerra nella nostra regione e nel nostro paese. L'Italia esca dalla Nato". La lista dei primi firmatari è già lunga: la pubblichiamo di seguito insieme al testo integrale dell'appello che inizia ricordando le "Le drammatiche vicende in Medio Oriente, in Nord Africa e ora in Ucraina".

Le drammatiche vicende in Medio Oriente, in Nord Africa e ora in Ucraina nel cuore della stessa Europa segnano un deciso degrado dei rapporti internazionali. La pace in tutto il mondo è in serio pericolo e anche papa Francesco ha ammesso che stiamo ormai assistendo a molteplici episodi di un’unica guerra mondiale pronta a conclamarsi in tutti i suoi devastanti effetti.
La NATO, da organizzazione formalmente difensiva da diversi decenni ha assunto un profilo aggressivo e minaccioso in aperta violazione con la Carta delle Nazioni Unite. Si dichiara che la nuova strategia della NATO è stata promossa per “difendere gli interessi dell’Occidente”, ma in realtà serve solo a salvaguardare un’egemonia globale statunitense sempre più in rotta di collisione con gli interessi dell’Italia, dell’Europa e del resto del mondo. Invece di promuovere negoziati globali si lanciano ultimatum militari e persino minacce di attacchi nucleari.
Uscendo dalla NATO l’Italia si sgancerebbe da questa strategia di guerra permanente, che viola la nostra Costituzione, e assumerebbe una posizione di totale neutralità tra i contendenti, a vantaggio dei nostri interessi nazionali e della pace mondiale.

Primi firmatari:

Albanesi Mario, giornalista
Alciator Chiesa Agostino, diplomatico
Alleva Piergiovanni, giuslavorista
Amoretti Scarcia Bianca Maria, docente universitaria
Apicella Vincenzo, disegnatore
Barbarossa Romano, operaio Acciaierie Terni
Becchi Paolo, docente universitario
Belardinelli Alessandro, operaio Whirpool-Indesit
Benigni Glauco, giornalista
Bongiovanni Giorgio, direttore Antimafia 2000
Boylan Patrick, cittadino USA, docente universitario
Brandi Vincenzo, ingegnere
Bottene Cinzia, già attivista No Dal Molin
Braccioforte Martino, operaio Riva Acciaio Verona
Brotini Maurizio, sindacalista
Bulgarelli Mauro, senatore
Cabras Pino, direttore Megachip
Cacciari Paolo, esponente politico
Cacciarru Alberto, operaio Alcoa Sulcis
Calderoni Maria Rosa, giornalista
Canfora Luciano, filologo
Cardini Franco, storico
Cao Mariella, attivista
Capuano Enrico, musicista
Castellani Mirko, operaio La Folgore Prato
Castrale Francesco, operaio Akerlund and Rausing
Catone Andrea, direttore rivista “MarxVentuno”
Celestini Ascanio, attore
Cernigoi Claudia, storica
Chiesa Giulietto, giornalista
Cicalese Pasquale, economista
Cipolla Nicola, senatore
Cocco Giovanni, docente universitario
Correggia Marinella, ecopacifista Rete No War
Cremaschi Giorgio, sindacalista
Crippa Aurelio, senatore
Cristaldi Mauro, scienziato
D’Alessio Ciro, operaio Pomigliano d’Arco
D’Andrea Filomena, cantautrice
De Iulio Pier Francesco, direttore Megachip
De Lorenzo Francesco, ingegnere
De Pin Paola, senatrice
De Santis Paolo, docente universitario
Dinucci Manlio, giornalista
D’Eliso Filippo, compositore
D’Orsi Angelo, docente universitario
Donati Mirko, operaio Teleco S.p.A.
Fisicaro Anita, attivista Rete No War
Fo Dario, Premio Nobel, autore e attore
Fo Jacopo, scrittore
Foa Marcello, giornalista
Franzoni Dom, teologo
Galli Giorgio, politologo
Gemma Mauro, direttore sito web “MarxVentuno”
Germano Roberto, scienziato
Gesualdi Francesco, saggista
Giacomini Ruggero, storico
Giannini Fosco, senatore
Giannuli Aldo, docente universitario
Ginatempo Nella, attivista Rete No War
Girasole Mario, operaio Fiat Mirafiori
Girasole Tommaso, operaio Samar
Grimaldi Fulvio, giornalista
Guidetti Serra Gabriella, attivista Rete No War
Imposimato Ferdinando, magistrato
Kersevan Alessandra, storica
La Grassa Gianfranco, giornalista
Losurdo Domenico, filosofo
Manisco Lucio, giornalista
Manca Luigi, operaio Carbosulcis
Manduca Paola, docente universitaria
Marino Luigi, direttore rivista “MarxVentuno”
Matiussi Dario, storico
Mazzeo Antonio, giornalista
Mazzucco Massimo, giornalista e regista
Minà Gianni, giornalista
Morese Giuseppe, operaio Thyssenkrupp Torino
Pagliani Piero, pensionato
Palermi Manuela, giornalista
Palombo Marco, attivista Rete No War
Pallante Maurizio, saggista
Pellegrini Ferri Miriam, giornalista
Pepe Bartolomeo, senatore
Pesce Delfino Vittorio, antropologo
Pesce Ulderico, attore e regista
Pullini Pierpaolo, operaio Fincantieri Ancona
Riondino David, musicista
Salzano Edoardo, urbanista
Severini Maurizio, musicista
Slaviero Paolo, insegnante
Spetic Stoyan, senatore
Spinelli Vladimiro, operaio Vibac
Steri Bruno, Ass. Ricostruire il PC
Vattimo Gianni, filosofo
Vauro, disegnatore
Viale Guido, scrittore
Vindice Lecis, giornalista
Vlajic Gilberto, segretario Ass. Non Bombe ma solo Caramelle
Vitiello Giuseppe, scienziato
Zanotelli Alex, religioso
Zucchetti Massimo, docente universitario

 

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Commenti

Inviato Mercoledi 8 Aprile 2015 alle 10:58

Ovviamente, rispetto l'opinione dei firmatari della proposta in oggetto, ma ne dissento profondamente.
La Nato , in tanti anni pericolosi, è stato l'unico scudo alle nostre paure e non mi sembra che ora, abbia abbandonato lo spirito difensivo per divenire strumento di aggressione. Quando è intervenuta lo ha fatto per reazione a situazioni di insopportabile disagio di certe popolazioni. E quando parlo di disagio uso un eufemismo. Tirare poi in ballo Papa Francesco non mi sembra pertinente né calzante. Il Santo Padre, non solo per la questione del pugno restituito, ha avuto occasione di dire che, a fronte di certe aggressioni, va usata anche la forza. Che la Pace sia un auspicio di tutti è un'ovvietà, ma che a fronte di eventi aggressivi e feroci sia consentito di intervenire in armi, è cosa buona e giusta. Quindi, che la Nato resti e, casomai ci fosse qualche deviazione, la si corregga e si proceda come da norme fondative.
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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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