Quotidiano | Categorie: Danza e ballo

New Work, ricco affresco manierista dal geniale Lock

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 16 Febbraio 2011 alle 21:57 | 0 commenti

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Di Giulia Galvan

È New Work (nuovo lavoro) l'ultima creazione del geniale coreografo canadese Édouard Lock, che festeggia quest'anno i 30 anni della sua compagnia, La La La Human Steps.
Lo spettacolo, accolto venerdì 11 febbraio dal Comunale di Vicenza, è liberamente ispirato a Orfeo ed Euridice di Gluck e a Didone ed Enea di Purcell.

Le due opere hanno rappresentato la base sonora da cui sono partite due indagini, elaborate in parallelo da Lock e dal compositore a cui ha scelto di affidarsi, l'inglese Gavin Bryars, che nella sua lunga carriera aveva già avuto modo di cimentarsi con la danza (il precedente lavoro di La La La, Amjad, e Biped di Merce Cunningham).
La rivisitazione di opere di compositori autorevoli, come già Il Lago dei Cigni di Čajkovskij in Amjad, ha fornito l'approccio fiabesco-mitologico per la formulazione di una partitura coreografica neoclassica, avvolta dai caldi toni della musica suonata dal vivo, sul palco. La scenografia era essenziale, perché ci pensavano gli artisti in scena a dipingere un ricco affresco manierista, stabilendo una tensione quasi palpabile nel ritmo incessante di musica e movimenti. Particolari e tecnica cesellati a tal punto che sarebbe stato possibile dimenticarsi di essere di fronte ad artisti in carne e ossa, e invece, lontano dall'essere meccanici, pur in una perfezione quasi robotica, danzatori e musicisti sono riusciti a esprimere sentimenti assai umani, a creare un'atmosfera di vellutato tepore barocco. Come i semidei della mitologia greca, questi eroi coreutici hanno caratteristiche divine, eppure sono capaci di tenerezza e dolcezza.
Njo Kong Kie, pianista e direttore musicale della compagnia dal 1996, e una delle danzatrici, Zofia Tujaka, hanno spiegato a chi scrive come è avvenuto il processo creativo. Lock ha incaricato Bryars della composizione musicale a partire dalle opere di Gluck e Purcell, fornendo istruzioni scrupolosissime, e contemporaneamente ha elaborato la creazione coreografica. Si può a ragione affermare che i due artisti hanno lavorato in parallelo, con la sapiente mediazione di Kie, che selezionava e opportunamente (e dopo attente consultazioni con l'autore) modificava alcuni passaggi contenuti nella proposta di Bryars in base al materiale coreografico che man mano si delineava. "Abbiamo avuto la musica definitiva per lo spettacolo soltanto tre settimane prima del debutto", sorride Zofia, "Édouard ama il contrasto, ecco perché ci ha chiesto di concentrarci sul nostro ritmo interiore, e non sulla musica. Quindi magari la musica in alcuni punti è lenta, e il nostro movimento velocissimo. È la dinamica che conta, e il movimento è solo occasionalmente sincrono". D'altra parte Kie non nasconde che "suonando dal vivo, in qualche modo adattiamo la musica alla danza". La colonna sonora che ne risulta è molto più rapida di quella composta in origine, per soddisfare appunto questa esigenza di dinamicità. Oltre ai musicisti dal vivo (Kie al pianoforte, un sorprendente sax suonato da Ida Torinado, e un emozionante duetto d'archi con la viola di Jennifer Thiessen e il violoncello di Jean Christophe Lizotte), non sono mancati gli interludi con un paesaggio sonoro elettronico originale mentre dall'alto scendevano due schermi: immagini contrapposte di una danzatrice giovane e invecchiata con il trucco, o, ancora, elaborazioni grafiche di un'iride infuocata e dei movimenti di una danzatrice. A differenza di Amjad, in cui la trama era inestricabile, in New Work sono distinguibili due sezioni, scandite dai brani tratti da Purcell, prima, e Gluck, poi, con una notevole versione della Danza delle Furie a tutta velocità.
Il mito viene decostruito in un continuum di musica e danza, dove la musica è al servizio della danza e non può scindersi da essa. Musica e danza come due amanti discordi, travagliati, ma uniti in modo indissolubile.

 


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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