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Neonazisti a Vicenza?

Di Giuliano Corà Martedi 27 Settembre 2011 alle 22:23 | 0 commenti

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Narra dunque il Giornale di Vicenza di oggi, martedì 27 settembre 2011 che ieri, sulla facciata di una scuola elementare cittadina, sono state trovate decine di svastiche e di croci celtiche. Sembra, tra l'altro, che non sia una novità, dato che un responsabile della scuola ha dichiarato: "Hanno tappezzato tutti i muri della scuola: Appena ricopriamo le scritte, subito ricompaiono. Queste sono state fatte nel fine settimana. Lo scorso luglio sono anche entrati nella scuola, per fortuna senza fare grossi danni a parte il danneggiamento del distributore di bibite. Qui entrano da tutte le parti: scavalcano il cancello oppure rompono le reti di recinzione e quando sono dentro fanno quello che vogliono".

In tutto ciò, che quattro deficienti - forse più tali che neonazisti - abbiano voluto provare una botta di virilità scarabocchiando la scuola rientra nella 'normalità'. Interessante invece è la precisazione del giornalista: "croci uncinate, simbolo religioso di origini antiche" (ma va?!), il quale poi, da coscienzioso cronista, aggiunge che oggi il simbolo è "tristemente noto perché adottato dalla Germania nazista" (ah, ecco, mi pareva di averlo già sentito). Ancor più intrigante il sostrato ‘politico' che si può leggere nelle righe che seguono: "Sull'edificio si notava anche un patibolo tracciato con vernice viola vicino ad una delle svastiche, a significare l'impiccagione del simbolo nazista, disegnato probabilmente da qualche vandalo dell'opposta fazione". E più avanti: "A conferma che la scuola al di fuori dell'orario di lezione è in balia di vandali che scorrazzano indisturbati, c'è anche il particolare del cappio disegnato che impicca la svastica; segno che, oltre ai graffitari che disegnano croci uncinate, nella stessa scuola entra anche chi è intenzionato a "combattere" a colpi di spray contro i primi". Certo: perché di nient'altro si tratta che di 'vandali di opposte fazioni', anzi, come si diceva ai bei tempi, "opposti estremismi". Tutti "vandali", tutti delinquenti, ma soprattutto tutti uguali Che non sia mai che qualcuno pensi che a Vicenza sia cresciuta florida, in questi anni, la malapianta neonazista e razzista, e che magari quel qualcuno si domandi anche chi l'ha legittimata e sdoganata, e ancor oggi forse la protegga. Quella sì che sarebbe materia per una bella inchiesta, magari da leggere sul ... Giornale di Vicenza.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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