Nel segno di Mirko
Domenica 16 Dicembre 2012 alle 13:36 | 0 commenti
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Dopo le polemiche ruotate attorno al cosiddetto caso Bts, Maule, ex punta di diamante della Uiltrasporti berica ha lasciato la storica sigla della triplice per una nuova avventura alla Cisal. E mentre respinge al mittente ogni addebito per l'affaire Bts, non lesina critiche all'esecutivo Monti
Sui media le uscite di Mirko Maule, responsabile del sindacato nel Vicentino, si moltiplicano settimana dopo settimana. Ha preso in mano una sigla della quale a livello locale si parlava poco per rilanciarla alla ribalta delle cronache del lavoro.
Il sindacalista è molto noto nel suo ambiente, viene considerato una persona dagli innumerevoli contatti e dalle mille risorse, nonché un organizzatore di comprovate capacità . Quest'estate è stato al centro di una durissima polemica con strascichi fatti di denunce annunciate e duelli a distanza. Una querelle «rovente e clamorosa» seguita solo da VicenzaPiù che ha avuto il suo epicentro attorno al cosiddetto caso Bts e alle sue connessioni, a cominciare dallo sfarinamento cui è andata incontro nei mesi passati la Ultrasporti di Vicenza. Maule comunque è un torrente in piena, professa la sua totale estraneità ad ogni addebito, rilancia le sue iniziative, bacchetta VicenzaPiù per non avergli concesso alcuna replica, ma non menziona il fatto che è stato il primo ad essere intervistato e ignora le molteplici richieste di commento, sempre vane, giunte sul tavolo della Uil berica ed indirizzate a lui e non solo a lui, segretaria Grazia Chisin in primis. Al contempo Maule si dice «assai preoccupato per gli effetti della crisi» anche in relazione all'operato del governo nazionale cui non lesina critiche.
Maule da diverse settimane La Cisal da lei rappresentata ha posto in essere parecchie iniziative sindacali. Quali sono le più significative e come si sostanziano? Recentemente Cisal Vicenza ha posto costantemente l'accento sulle questioni della sanità . Come mai? Quali sono gli elementi che più vi preoccupano?
«Tutte le iniziative sindacali delle varie categorie sindacali aderenti alla Cisal sono degne di nota in egual misura. Evidenziamo nella maggior parte dei casi una continua erosione della quantità di lavoro disponibile, della difficoltà a mantenere unite le sigle sindacali in merito ai percorsi e alle iniziative di contrasto alla diminuzione dei posti di lavoro. Ci preoccupa inoltre il fatto che alcuni sindacati abbiano sottoscritto accordi con aziende che presso le Ulss hanno preso in appalto i lavori di pulizia. Accordi che poi sono anche stati contestati all'interno delle sigle sindacali che li avevano sottoscritti. In questo senso temiamo che la cittadinanza venga esposta ad un rischio. Quello di una minore igiene delle aree ospedaliere o consimili».
Al momento quali sono gli obiettivi di Cisal a Vicenza e quali sono i vostri obiettivi futuri? Come sono i vostri rapporti con i sindacati come Cgil, Cisl, Uil, Cub e Usb?
«La Cisal è una confederazione di sindacati che punta alla inclusività e non al suo contrario. La pratica della trattativa condotta su tavoli separati, pratica puntualmente promossa da alcune organizzazioni, a nostro avviso, è nociva per i lavoratori».
Lei, ma non solo lei, alcuni mesi fa è stato al centro di diverse polemiche per il cosiddetto caso Uil. Rispetto al quale Lei ha dichiarato la sua completa estraneità ad ogni addebito. Come commenta quegli eventi e come è maturata la separazione, se corretto è questo termine, da Uil?
«Non mi sono mai state poste domande in merito alla questione Bts, forse se me ne avesse parlato mesi fa si sarebbero chiariti subito i fatti. Non conosco l'azienda Bts nè alcuno dei suoi dirigenti con i quali non ho mai parlato né a voce né telefonicamente. I lavoratori della suindicata ditta mi hanno chiesto assistenza legale contro "quell'accordo" che non ha nulla di sindacale, i legali convenzionati dell'ufficio vertenze Cisal stanno risolvendo giudizialmente il problema, a breve il giudice renderà esecutivi gli atti, i lavoratori ci avevano detto che intendevano tutelarsi legamente anche nei confronti di chi ha sottoscritto tale documento e noi abbiamo dato loro il supporto legale. La segreteria della Uiltrasporti che presiedevo ha dato le dimissioni un mese prima che scoprissi tale "accordo". Tramite il mio legale io (solo io) ho chiesto alla magistratura d'accertare i fatti e di procedere nei confronti di chi ha commesso eventuali reati ritenendomi parte lesa e riservandomi di procedere anche in sede civile. Personalmente posso affermare che le mie dimissioni sono maturate esclusivamente per la sempre maggiore divergenza che riscontravo nei confronti di organizzazioni sindacali sempre più orientate all'autoconservazione dei propri dirigenti e sempre meno all'ascolto dei lavoratori. Era per me inacettabile rappresentare quel tipo di sindacato. Il sindacato è un mezzo non un fine. Se avesse letto con attenzione le mie dichiarazioni con comunicati stampa nonchè quelle redatte col tramite del mio legale avrebbe colto tale posizione, se mi avesse intervistato glielo avrei senza remora detto. Ho letto inoltre che ha chiesto al segretario regionale della Uiltrasporti e della Uil un'intervista e non ho letto interviste, la segretaria provinciale della Uil le ha risposto? Non ne ho notizia, bene il sottoscritto essendo in perfetta buona fede era disponibile... le avrei certamente risposto ad ogni domanda, infatti mi sono chiesto perché non si è mai rivolto a me».
Di recente sui media locali si è più volte raccontato dei dissidi in essere tra Fiom e categorie metalmeccaniche di Uil e Cisl rispetto ad una presunta crescente tensione nelle fabbriche in relazione alle vertenze contrattuali. Come vede lei la situazione?
«Landini e la Fiom da quando sono fuori dai tavoli parlano di necessarie scelte democratiche da parte dei lavoratori, però anche se siamo tutti uguali, c'è qualcuno che è sempre più uguale degli altri. Mi spiego meglio, la Fiom Cgil non ha firmato gli ultimi accordi al pari della Failms Cisal (da sempre firmataria dei Ccnl Metalmeccanici e con la Fiat) ma per la categoria della Cgil i principi evidentemente valgono solo per la triplice. E la stampa non ne parla».
Nei prossimi sei mesi, un anno, vede nubi più dense sul comparto pubblico o su quello privato? E a livello vicentino? Che impressione si è fatto della vicenda esodati?
«Il comparto pubblico: L'Inps, l'ex Inpdap e l'Inail sono in continuo stato di agitazione perché questo governo sta tagliando ciò che di buono ed utile tali enti mettono in campo. Si rischia di arrivare al punto in cui i cittadini dovranno pagare un ticket per potere usufruire di queste strutture pubbliche. Il che è vergognoso. Si dovrebbe verificare provincia per provincia dove le cose funzionano e dove no. Vicenza, se si seguisse tale prassi, non subirebbe tagli. Mentre per quanto concerne le amministrazioni provinciali nessuno sembra interessarsi al destino dei centri per l'impiego. Andranno alle regioni oppure ai comuni? O verranno semplicemente chiusi? Magari per fare spazio ad un privato che d'accordo con i sindacati della triplice gestisca le "utilissime ed importanti agenzie interinali"? Non ci sono notizie. Le province gestiscono 550 centri per l'impiego. I quali svolgono in tutta Italia le funzioni di erogazione di servizi per l'informazione, l'orientamento e l'inserimento al lavoro. In tal senso Vicenza è un'eccellenza. La precarietà non va privatizzata; a nostro avviso va semplicemente combattuta. Quanto alla vicenda esodati essa è il frutto di una politica miope ed incapace di capire il mondo del lavoro, infatti non si contano più ormai le gaffe di questo governo nei confronti dei lavoratori».
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