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Nel mare del web i "corsari" puntano al tesoro nelle stive delle banche

Di Matteo Moschini Lunedi 28 Dicembre 2015 alle 20:27 | 0 commenti

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Non è una pratica illegale, nè un sistema di hackeraggio che penetra nei caveau per derubare il capitale digitale delle banche, ma la ricerca di un mercato in grado di compiere operazioni finora di pertinenza delle banche, senza però dover passare dalle banche. E sarebbe proprio il mare del web a permettere di percorrere queste "rotte alternative", a partire da quella più in voga, il "social lending".

Il social lending, anche detto prestito tra privati, è un sistema che permette, grazie alla mediazione di un sito internet, di mettere in contatto dei privati per stipulare prestiti senza doversi rivolgere a una banca. Il sito guadagna una commissione, e gli interessati ottengono il proprio prestito (o il proprio investimento) senza doversi rivolgere a un intermediario che riscuote sempre meno fiducia, e a condizioni solitamente migliori di quelle ottenibili dai canali tradizionali. I numeri del potenziale di questo business sono da capogiro: negli Stati Uniti il credito al consumo vale tra i 2mila e i 3mila miliardi di dollari, e si sta allargando nel mondo anglosassone e in Cina.

In Italia il social lending è un fenomeno ancora piccolo, ma in crescita, sui portali Smartika e Prestiamoci. I prestatori sono perlopiù uomini tra i 35 e i 55, alla ricerca di nuove forme di investimento sicuro. I richiedenti prestito? Lo fanno per restituire debiti a tasso più basso, per pagare le spese mediche, o per acquistare auto o moto. Per alcuni esperti questa frontiera è rivoluzionaria e "disruptive", e sarebbe il seme della distruzione dell'"impero" delle banche. Banche che, però, di certo non staranno ferme a guardare.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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