Negozi aperti 24H. Uno scontro economico, civico e culturale?
Domenica 16 Agosto 2015 alle 21:32 | 0 commenti
 
				
		Ora anche in Toscana, nel suo capoluogo Firenze oltre che in alcune località turistiche costiere, si sperimenta l'apertura 24 ore su 24 di alcuni supermercati. Una società economica aperta sempre è un segnale dei tempi che, finalmente, cominciano ad arrivare anche qui (gli Usa fanno scuola). Tempi in cui il diritto al consumo non deve essere costantemente ingabbiato, controllato e indirizzato dalle idee di qualcuno convinto che il proprio modello di vita e di socialità debba essere imposto.
Modelli e culture autoritarie che ci ricordano, per restare ai giorni  nostri, le punizioni corporali che lo Stato cosiddetto islamico in Medio  Oriente impone a chi non fa il Ramadan. Certo, è diverso; ma il  concetto è lo stesso: io, che ho il potere, ti dico ciò che è buono e  ciò che è cattivo, per il tuo bene e, di conseguenza, per il bene  pubblico. Un pubblico che deve essere non una somma di individualità con  leggi che garantiscano questa somma, ma un pubblico modello di vita,  pensiero, cultura, comportamento. I disastri del secolo scorso, e quelli  in atto in questo secolo, sembra non siano serviti a nulla. 
In  merito all'apertura 24h una sindacalista di riferimento della Filcams  Cgil Toscana ha dichiarato: "La nostra è una battaglia culturale, parla  alla politica e alla società e dice che comprare mozzarelle alle 3 di  notte non è l'affermazione di un senso di libertà ma il superamento del  senso del limite. Il consumo non è un servizio essenziale, per noi la  notte va dedicata ad altre cose, non allo shopping". 
Il "superamento  del senso del limite" e "il consumo non è un servizio essenziale",  concetti così espressi, sono chiaramente opinioni per quanto  rispettabili. Nella società e nella comunità civica, per noi quello che  serve è non calpestare i diritti degli altri, tutti gli altri, nessuno  escluso, senza distinzione di opinioni, comportamenti, abitudini,  desideri, sentimenti, necessità, piaceri. Infine sul diritto al consumo,  e su quest'ultimo come sevizio essenziale, giova solo ricordare i fiumi  di legislazione che abbiamo nel nostro Paese in merito. E giova  ricordare che questa legislazione c'è grazie all'Unione europea, di cui  siamo tra i fondatori e i principali animatori. Tutta qui la differenza,  e non è poco. Da una parte chi ragiona sulla mozzarella alle 3 di  notte, dall'altra chi organizza e razionalizza un contenitore in grado  di accogliere, servire ed essere utile a tutti, proprio a tutti.  Nottambuli compresi. E lavoratori inclusi che quando il lavoro lo hanno è  opportuno lo gestiscano con i dovuti compromessi tra se stessi e i  datori non dimenticando gli utenti.
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