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LETTERA APERTA
Vicenza No Expo: costruiamo nuovi percorsi per nutrire il pianeta e dare energia al futuro della nostra città .
Incontriamoci martedì 7 ottobre, alle 21.00, al Cs Bocciodromo per discuterne insieme.
Scriviamo questa lettera aperta alle realtà della città di Vicenza impegnate per la tutela dell’ambiente e della sovranità alimentare, a partire da una riflessione critica rispetto al cartellone di eventi chiamato “Vicenza per Expoâ€.
Ci siamo stupiti nel vedere coinvolti tanti soggetti -molti con cui in passato abbiamo condiviso un percorso di riflessione e pratiche sui temi ambientali, sociali e culturali in città - in un cartellone che pubblicizza favorevolmente l’Expo 2015, parlando di “Vicenza città resilienteâ€.
Come è noto, il tema di Expo 2015 è “Nutrire il pianeta, energie per la vitaâ€: un tema importante e di grande interesse pubblico, oltre che mediatico, che tuttavia svela pesanti contraddizioni nel modo in cui questa stessa “grande opera†è stata pensata e costruita.
Facciamo solo qualche piccolo esempio.
La piattaforma di Expo (per la cui preparazione il governo italiano ha stanziato 1 miliardo e mezzo di euro) sorge a nordovest di Milano su 100 ettari di suolo che un tempo era agricolo (e fino al 2004 coltivato) e le opere “connesse†all’evento (un'autostrada appena inaugurata, la Brescia-Bergamo-Milano e due in corso di realizzazione, Pedemontana Lombarda e Tangenziale Est esterna di Milano) mangeranno altri 1.600 ettari di terreni agricoli fertili, divorando la terra per continuare a cementificarla in nome del profitto.
Per questo, vi invitiamo a prendere voce contro l’Expo 2015 di Milano, a non essere complici di questa ennesima grande opera che devasta la terra. Vi proponiamo infine di incontrarci martedì 7 ottobre, alle ore 21.00 al Cs Bocciodromo (via Rossi 198) -in occasione dell’apertura della biosteria del Gas No Dal Molin: una delle buone pratiche che vogliamo attivare per nutrire il futuro in altro modo-, per iniziare un percorso comune per una Vicenza No Expo.
Nasce "Vicenza No Expo", una rete cittadina per contro-informazione su Expo
Mercoledi 17 Settembre 2014 alle 14:40 | 0 commenti
Cs Bocciodromo, Vicenza, Gas No Dal Molin - Costruire un percorso in città capace di fare contro-informazione su Expo e rilanciare pratiche realmente virtuose a tutela dell'ambiente e della biodiversità . Questo il senso della lettera scritta dal centro sociale Bocciodromo con il Gruppo d'acquisto solidale No Dal Molin, rivolta alle realtà della città di Vicenza impegnate per la tutela dell’ambiente e della sovranità alimentare, a partire da una riflessione critica rispetto al cartellone di eventi chiamato “Vicenza per Expoâ€.Â
Il Cs Bocciodromo e il Gas No Dal Molin rilanciano invitando le associazioni e i movimenti della città a un incontro per martedì 7 ottobre, alle ore 21.00 al Bocciodromo di via Rossi 198.
Di seguito, la lettera che sarà diffusa da oggi in città .  Â
LETTERA APERTA
Vicenza No Expo: costruiamo nuovi percorsi per nutrire il pianeta e dare energia al futuro della nostra città .
Incontriamoci martedì 7 ottobre, alle 21.00, al Cs Bocciodromo per discuterne insieme.
Scriviamo questa lettera aperta alle realtà della città di Vicenza impegnate per la tutela dell’ambiente e della sovranità alimentare, a partire da una riflessione critica rispetto al cartellone di eventi chiamato “Vicenza per Expoâ€.
Ci siamo stupiti nel vedere coinvolti tanti soggetti -molti con cui in passato abbiamo condiviso un percorso di riflessione e pratiche sui temi ambientali, sociali e culturali in città - in un cartellone che pubblicizza favorevolmente l’Expo 2015, parlando di “Vicenza città resilienteâ€.
Come è noto, il tema di Expo 2015 è “Nutrire il pianeta, energie per la vitaâ€: un tema importante e di grande interesse pubblico, oltre che mediatico, che tuttavia svela pesanti contraddizioni nel modo in cui questa stessa “grande opera†è stata pensata e costruita.
Facciamo solo qualche piccolo esempio.
La piattaforma di Expo (per la cui preparazione il governo italiano ha stanziato 1 miliardo e mezzo di euro) sorge a nordovest di Milano su 100 ettari di suolo che un tempo era agricolo (e fino al 2004 coltivato) e le opere “connesse†all’evento (un'autostrada appena inaugurata, la Brescia-Bergamo-Milano e due in corso di realizzazione, Pedemontana Lombarda e Tangenziale Est esterna di Milano) mangeranno altri 1.600 ettari di terreni agricoli fertili, divorando la terra per continuare a cementificarla in nome del profitto.
Questa piattaforma (l’appalto è stato vinto nel luglio del 2012 da Mantovani spa per 165,1 milioni di euro) è oggi nelle mani di Arexpo e, trascorso l’Expo, rappresenterà un bell’affare: l’area sarà ceduta attraverso una gara per avviare la sua trasformazione immobiliare e -secondo i dati diffusi dal Comune di Milano- perché l'operazione sia sostenibile dovranno essere edificati almeno 328.881 metri quadrati per la residenza, 30mila metri quadrati per quella sociale, 70mila per il terziario e altrettanti per il commercio.
Nel paese dell’acqua pubblica (sulla carta), dopo un referendum dove tante e tanti di noi sono andati a votare perché l’acqua restasse libera, Nestlé sarà l'acqua “ufficiale†del Padiglione Italia, mentre tutto il Padiglione svizzero sarà una vetrina per la multinazionale, che distribuirà 2,5 milioni di “dosi†(capsule destinate a creare rifiuto indifferenziato, si presume) di caffè e 150mila bottigliette d’acqua.
Il padiglione degli Stati Uniti d’America sarà l’emblema del concetto di biodiversità veicolato da Expo. S’intitolerà  “American Food 2.0â€, ammiccando al cibo transgenico prodotto in laboratorio e agli Ogm (con il sostegno della multinazionale delle sementi Monsanto). Mentre l’area tematica dedicata al biologico sarà gestita da BolognaFiere e Sana, altro grande evento che guarda al bio su scala industriale, anziché valorizzare il lavoro dei piccoli agricoltori naturali.Â
Un breve, ma indicativo sguardo alla geopolitica dell’Expo: Israele ha un posto assicurato nel grande evento, mentre la Palestina è cancellata dalla geografia reale, così come da quella di Milano 2015. Il padiglione di Israele, inoltre, proporrà un muro lungo 70 metri e alto 12, così tristemente simile a quello che circonda la Striscia di Gaza. L’“energia per la vita†ha senso di essere consumata solo se questa può essere davvero libera.
A proposito di lavoro, anziché dare energia al futuro dei giovani, Expo è una macchina sforna-precari: il reclutamento di volontari e stagisti passerà unicamente attraverso l’azienda interinale ManpowerGroup. Per Expo spa lavoreranno gratis 18.500 giovani e studenti, ovvero il 90% della forza lavoro impiegata in questo grande evento; 835 persone -stagisti, apprendisti, contratti a termine- saranno assunte da 7 a 12 mesi.
E ancora, pensiamo alle vicende degli arresti, gli appalti truccati e le tangenti che riguardano così da vicino la nostra città e i suoi imprenditori, Enrico Maltauro tra tutti - responsabile dello scempio di Borgo Berga e della cementificazione di Vicenza-, la cui impresa è stata commissariata lo scorso luglio per l’appalto dei lavori sul sito di Expo 2015.
Potremmo andare avanti ancora a lungo, perciò, siamo convinti che Expo non “sarà il motore del rilancio dell’Italiaâ€, come auspicato dal sindaco di Milano, Giuliano Pisapia.Â
Al contrario, pensiamo che questa possa essere un’occasione per noi, movimenti e associazioni impegnati da anni a costruire un’alternativa per il domani, per costruire una narrazione diversa su Expo, svelandone gli intrighi e immaginando un percorso capace davvero di nutrire il pianeta a partire dalla nostra città , unendo le competenze, le professionalità e le pratiche che, in modi diversi, ci caratterizzano. Nel paese dell’acqua pubblica (sulla carta), dopo un referendum dove tante e tanti di noi sono andati a votare perché l’acqua restasse libera, Nestlé sarà l'acqua “ufficiale†del Padiglione Italia, mentre tutto il Padiglione svizzero sarà una vetrina per la multinazionale, che distribuirà 2,5 milioni di “dosi†(capsule destinate a creare rifiuto indifferenziato, si presume) di caffè e 150mila bottigliette d’acqua.
Il padiglione degli Stati Uniti d’America sarà l’emblema del concetto di biodiversità veicolato da Expo. S’intitolerà  “American Food 2.0â€, ammiccando al cibo transgenico prodotto in laboratorio e agli Ogm (con il sostegno della multinazionale delle sementi Monsanto). Mentre l’area tematica dedicata al biologico sarà gestita da BolognaFiere e Sana, altro grande evento che guarda al bio su scala industriale, anziché valorizzare il lavoro dei piccoli agricoltori naturali.Â
Un breve, ma indicativo sguardo alla geopolitica dell’Expo: Israele ha un posto assicurato nel grande evento, mentre la Palestina è cancellata dalla geografia reale, così come da quella di Milano 2015. Il padiglione di Israele, inoltre, proporrà un muro lungo 70 metri e alto 12, così tristemente simile a quello che circonda la Striscia di Gaza. L’“energia per la vita†ha senso di essere consumata solo se questa può essere davvero libera.
A proposito di lavoro, anziché dare energia al futuro dei giovani, Expo è una macchina sforna-precari: il reclutamento di volontari e stagisti passerà unicamente attraverso l’azienda interinale ManpowerGroup. Per Expo spa lavoreranno gratis 18.500 giovani e studenti, ovvero il 90% della forza lavoro impiegata in questo grande evento; 835 persone -stagisti, apprendisti, contratti a termine- saranno assunte da 7 a 12 mesi.
E ancora, pensiamo alle vicende degli arresti, gli appalti truccati e le tangenti che riguardano così da vicino la nostra città e i suoi imprenditori, Enrico Maltauro tra tutti - responsabile dello scempio di Borgo Berga e della cementificazione di Vicenza-, la cui impresa è stata commissariata lo scorso luglio per l’appalto dei lavori sul sito di Expo 2015.
Potremmo andare avanti ancora a lungo, perciò, siamo convinti che Expo non “sarà il motore del rilancio dell’Italiaâ€, come auspicato dal sindaco di Milano, Giuliano Pisapia.Â
Per questo, vi invitiamo a prendere voce contro l’Expo 2015 di Milano, a non essere complici di questa ennesima grande opera che devasta la terra. Vi proponiamo infine di incontrarci martedì 7 ottobre, alle ore 21.00 al Cs Bocciodromo (via Rossi 198) -in occasione dell’apertura della biosteria del Gas No Dal Molin: una delle buone pratiche che vogliamo attivare per nutrire il futuro in altro modo-, per iniziare un percorso comune per una Vicenza No Expo.
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