Multe quote latte, Ciambetti: dati smentiscono il duo Monti- Bersani, il buco è Mps
Venerdi 8 Febbraio 2013 alle 23:20 | 1 commenti
Roberto Ciambetti, assessore regionale Lega Nord - "Multe quote latte: i dati smentiscono il duo Monti- Bersani che dovrebbero spiegarci quanti disoccupati e quanti esodati avremmo avuti in meno con i soldi dati a Mps"
"Bersani e Monti quando straparlano sui 4,5 miliardi per le multe sulle quote latte dimostrano una disinformazione inquietante, per non dire di peggio, in chi aspira a diventare premier".
Dura presa di posizione dell'assessore regionale del Veneto al Bilancio Roberto Ciambetti che replica alle dichiarazioni dei due esponenti politici "secondo i quali, per Bersani Lega e Pdl non avrebbero fatto pagare gli evasori e accollato alla comunità 4,5 miliardi di € di multe mentre per Monti - ha sottolineato Ciambetti - sempre con quei soldi si sarebbero potuti creare chissà quanti posti di lavoro: la storia è ben diversa e dai protagonisti della vicenda Monte Paschi Siena, a proposito di soldi dei contribuenti, ci si sarebbe atteso molta più prudenza. La Corte dei Conti ha stimato in 4 miliardi e mezzo le multe per lo sforamento quote latte pagate dall'Italia all'Europa a partire dal 1983, anno in cui Pierluigi Bersani era già assessore regionale del Pci in Emilia, mentre gli emiliani Fini, Msi, e Casini, Dc, il nuovo che avanza con Monti, venivano eletti la prima volta alla Camera: Lega Nord e Pdl erano di là da venire e la Liga Veneta eleggeva un deputato e un senatore. Al 1993, per il decennio precedente, le sanzioni inflitte all' Italia ammontavano a ,870 miliardi di euro, tutti pagati dallo stato a seguito dell' accordo Ecofin che stabilì che gli stati non potevano rivalersi sui produttori. Quell'accordo, raggiunto nel 1994 quando mr. Monti era già Commissario europeo, legava la soluzione del problema latte all'aumento delle risorse da destinare al bilancio comunitario come stabilito dal governo guidato da Ciampi. Particolare non marginale: il miliardo e 870 milioni di € deriva da una sentenza della Corte dei Conti a seguito di una indagine per quote gonfiate da parte di Unilat. Da allora in poi - continua Ciambetti - sono stati accumulati ulteriori 2 miliardi 537 milioni di €. Grazie a disposizioni normative dapprima dell'allora ministro Alemanno, legge 119/2003, poi di Luca Zaia, legge 33/2009, concordate con l'Unione Europea e mr. Monti sempre commissario, fu permesso ai produttori di rateizzare il pagamento delle multe. Con la sanatoria Alemanno furono rateizzate 346 milioni di € di sanzioni. La parte più consistente, sia in termini numerici relativi alle aziende coinvolte sia per quanto concerne gli importi in discussione, riguardano le multe non esigibili per effetto di ricorsi ancora in atto, al Tar, con importi contestati che ammontano a circa 1,3 miliardi di euro e sui quali si deve pronunciare il magistrato. Al momento il debito esigibile ammonta a circa 780 milioni di euro dei quali circa 43 milioni di euro rateizzati. Riassumendo la composizione dei famosi 4,5 miliardi di € vede: il 41,5 per cento, pari a 1 miliardo e 870 milioni circa, pagati dallo stato a seguito dell'accordo Ecofin; il 28,8 per cento in contenzioso, con pagamenti sospesi dal Tar; il 16,3 per cento, circa 737 milioni multe esigibili; il 13,4, circa 603 milioni pagati dai produttori con rateizzazioni. Come si vede i dati e le date smentiscono Bersani e Monti il quale per quanto riguarda i posti di lavoro nel corso del suo mandato ha mandato a picco la produzione e fatto schizzare in alto la disoccupazione creando la vergognosa questione degli esodati"
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