Multati i poveri, Rui: il cattolico Variati si faccia delle domande prima di fare ordinanze
Sabato 7 Luglio 2012 alle 09:07 | 0 commenti
Riceviamo da Irene Rui e pubblichiamo.
Su "Il Giornale di Vicenza" si legge la bellissima lettera di Angelo Azzalini*, che si chiede giustamente "dove sta andando questa città patrimonio dell'Unesco, se non sembra riuscire a distillare una goccia di umanità ..." Il signor Azzalini che conosco, si pone delle domande come alcuni di noi: perché in onore della cosiddetta sicurezza, si introducono norme nel regolamento della polizia urbana, che rasentano il razzismo?
Norme contro il bivacco selvaggio (anche mangiare un panino su una panchina sembra lo sia) per cui recentemente sono state multate due rumene; contro l'accattonaggio per cui recentemente sono state multate una rom, un venditore di rose, un disoccupato e via dicendo.
Quale problema di sicurezza pongono questa povera gente? Non è che si vuole multare i più deboli perché è difficile prendersela con la microdelinquenza presente in città ?
Molti si chiedono perché multare in Campo Marzo chi si mangia un panino piuttosto che controllare chi spaccia? Perchè multare chi chiede un obolo per carità invece di prendere chi evade o chi potrebbe sfruttare queste persone?
Una risposta potrebbe essere: ciò che è povero dà fastidio, è indecoroso. E' indecoroso mangiare un panino su una panca invece che consumarlo al bar o in un ristorante. E' indecoroso vedere chi chiede l'elemosina - sono troppi ormai - perché dà fastidio, ci ricorda che la povertà esiste anche da noi.
Variati, tanto cattolico e "caritatevole", dovrebbe porsi delle domande prima di prendere, di ordinare provvedimenti dannosi per i più deboli. Non tutti quelli che chiedono l'obolo sono vittime di un racket e comunque non si risolve il problema multando l'operatore.
Il marcio andrebbe visto non all'interno dei poveri, bensì nella bella società patinata. Quella che apparentemente vive bene, ma che poi ruba di nascosto anche ai più poveri.
*«Multata ingiustamente una zingara che chiedeva l´elemosina»
giovedì 05 luglio 2012 "Il Giornale di Vicenza" LETTERE
Un tempo i poveri e gli emarginati (la testimonianza della nostra cattiva coscienza) chiedevano la carità alla porta delle chiese, ora stazionano davanti ai nuovi templi delle merci. Pochi giorni fa, fuori del supermercato Coop di Vicenza c´erano due vigili urbani (una donna e un uomo) con il portellone posteriore dell'auto sollevato nell'atto di redigere un verbale a una giovane zingara che è solita chiedere l´elemosina in quel luogo. Chiesi cosa avesse combinato di male. «Ottemperiamo a una ordinanza del sindaco contro l´accattonaggio» mi risposero. «Potete lasciar perdere, non fa nulla di pericoloso», ribattei. Conclusione: una multa di 50 euro, soldi che vanno a finanziare il nostro mondo pulito. A ben pensarci, una forma di cannibalismo con un messaggio sottinteso: «Allontanati dalla nostra vista, sparisci, ma prima lasciaci il vero valore della nostra società , i soldi».
Ma quello che più mi ha colpito, oltre alla rassegnazione della donna («Pagherò martedì prossimo»), è stata la sorpresa dei due vigili per il fatto che io, ben vestito in blu ed appartenente al loro stesso mondo, prendessi una posizione.
Vicenza non va disturbata, città che «mangia cuore e cervello» chiusa in un egoismo che sembra non conoscere niente altro che l´aritmetica del tornaconto individuale. Città che ha digerito con apparente indifferenza una nuova base di guerra con la prospettiva di ipotetici vantaggi economici, vantandosi, a cose fatte, di aver conquistato un "Parco della Pace". Città così civilmente razzista da non permettere nemmeno di sedersi liberamente sulle pubbliche panchine. Se ne era salvata una, in uno spazio verde pubblico confinante con i campi da tennis nei pressi del Cimitero acattolico. La usavo anch´io per mangiare un panino nelle pause di lavoro... mi è stato riferito che è stata tolta, perché si sedevano abitualmente gli extracomunitari e disturbavano, con la loro presenza, la "bella gente" che giocava.
Dove sta andando questa città patrimonio dell'Unesco, se non sembra riuscire a distillare una goccia di umanità , se sembra aver sotterrato la sua anima cristiana non riconoscendo il volto di Cristo in quello degli emarginati e dei discriminati.
Signor Variati, cattolico dichiarato, concorda con Paolo di Tarso sul fatto che le nostre parole sono prodotte da un "cembalo squillante" se non sono irrorate dalla carità ? Sindaco Variati, non crede sia poco lungimirante racimolare qualche voto nella parte peggiore dell'elettorato invece di agire con intelligenza politica per dominare gli eventi e operare per la costruzione di una comunità solidale, giusta e conseguentemente più sicura per tutti?
Angelo Azzalini
Longare
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