Ferrarin, M5S: "Liberaladomenica" anche a Vicenza per lavoratori, commercianti, famiglie
Giovedi 13 Novembre 2014 alle 20:22 | 0 commenti
Alla vigilia delle festività natalizie e il M5S di Vicenza per bocca del suo consigliere comunale Daniele Ferrarin invita il consiglio comunale a riflettere sulla questione dell'apertura domenicale dei negozi sostenendo che sia «indispensabile sostenere quanti credono che la domenica debba essere un giorno di "riposo" da condividere con la famiglia sia dal punto di vista religioso che laico».
Sempre Frarrin in una sua note ricorda come «i commercianti hanno sperimentato che aumentare le giornate di apertura non porta ad un'automatica crescita del fatturato mentre comporta un sicuro aumento di costi e una pressione sui lavoratori che vengono oberati da turni di lavoro. Solo la grande distribuzione può sostenere aperture sette giorni su sette e, mentre i consumi si spostano al fine settimana, i piccoli esercizi commerciali soccombono desertificando i centri storici e cambiando per sempre il panorama delle nostre città italiane, tradizionalmente fatte di piccole botteghe, un patrimonio che costituisce da sempre anche un tessuto connettivo sociale».
In base a queste coniderazioniil consigliere del M5S ha presentato una mozione che pubblichiamo di seguito.
Consiglio Comunale
Movimento Cinque Stelle Vicenza
Al Sig. Sindaco
Al Sig. Presidente del Consiglio Comunale
Mozione a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare riguardante la disciplina degli orari di apertura dei negozi
Premesso che:
• La completa liberalizzazione degli orari dei negozi, domeniche e festivi compresi, doveva, secondo chi l'aveva pensata, rilanciare i consumi, mentre di fatto i consumi sono continuati a calare proprio a causa della crisi economica in atto. E' evidente che se nelle famiglie non ci sono soldi da spendere non si spendono nè di domenica e nemmeno nelle festività nazionali. Tale provvedimento invece è stato un ennesimo attacco ai diritti dei lavoratori. L'apertura domenicale dei negozi decisa dal Governo Monti, però, presenta anche problemi morali ed etici;
• In Veneto, alcune realtà religiose hanno appoggiato le manifestazioni delle lavoratrici dei centri commerciali che protestavano contro le aperture domenicali; la questione, quindi, ha assunto una doppio significato: violazione dei diritti dei lavoratori ma anche scontro tra laici e religiosi sul valore della domenica, il consumismo e il tempo da dedicare alla socialità e alla famiglia;
• Molti i comuni italiani, concordi con questa linea di pensiero, ma anche alcune Regioni, fra cui il Veneto, hanno presentato un ricorso alla Corte costituzionale per invalidare gli articoli della legge 214/2011 allo scopo di far tornare la disciplina precedente in tema di orari di apertura dei negozi. Si vorrebbe far rientrare anche l'Italia nell' European Sunday Alliance un'organismo internazionale con sede a Bruxelles attivo in tutti i paesi europei (http://www.europeansundayalliance.eu/site/whoweare) allo scopo di diffondere la consapevolezza dell'importanza del riposo domenicale e, più in generale, della garanzia di orari lavorativi tali da sensibilizzare tutte le società sul valore del tempo libero: un ritorno ad una vita più "tranquilla" che in Europa ha trovato il sostegno dell'opinione pubblica e dei legislatori di molti Paesi;
• In Italia un'iniziativa denominata "LIBERALADOMENICA" ha promosso una raccolta firme per presentare una legge di iniziativa popolare al fine di modificare il citato decreto Monti; il quorum previsto è stato ampiamente superato;
• I Consigli regionali del Veneto, Abruzzo, Molise e Lombardia hanno richiesto un referendum popolare abrogativo per cancellare l'attuale norma sugli orari;
• La proposta di legge ordinaria n. 248 presentata dal On. dall'Orco (M5S primo firmatario) ed altri, "Modifica all'articolo 3 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, di disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali" (C.750) è stata approvata dalla Camera dei Deputati in data 25 settembre 2014 e trasmessa al Senato (S.1629)
• Il provvedimento legislativo , prevedeva la chiusura obbligatoria degli esercizi commerciali (non dei pubblici esercizi) in queste giornate: Capodanno, Epifania, 25 aprile, Pasqua, Lunedì dell'Angelo (Pasquetta), 1° maggio, 2 giugno, Ferragosto, 1° novembre (tutti i Santi), 8 dicembre (Immacolata Concezione), Natale e Santo Stefano. A discrezione dei Comuni, sei di queste dodici festività potranno essere sostituite da una domenica nel corso dell'anno
• Detta proposta, presentata in forma ordinaria e frutto di un compromesso tra il M5S e gli altri partiti intesa ad accelerare i tempi di approvazione, prevedeva di dare un maggior potere decisionale agli enti locali, Regioni e Comuni, che avrebbero potuto decidere i giorni di chiusura sulla base delle esigenze dei territorio;
• Il testo approvato dalla Camera (C.750), invece, prevede soltanto la chiusura di 6 festività annuali, vanificando lo spirito delle modifiche proposte, in sostanza non cambiando nulla respingendo le richieste provenienti dai cittadini e da 650 mila imprese di commercio che con la loro attività tengono vive le nostre città ;
• L'art. 6 dello Statuto del Comune di Vicenza art. 1) così recita: Il Comune tutela le radici culturali e spirituali della comunità locale e i valori di imprenditorialità , laboriosità e solidarietà che da sempre contraddistinguono la gente vicentina ";
• L'art. 9) dello stesso richiama testualmente: "Il Comune favorisce il corretto sviluppo delle attività economiche e di valorizzare il lavoro e l'iniziativa produttiva dei propri cittadini; promuove l'organizzazione razionale del sistema di distribuzione commerciale anche a tutela del consumatore; agevola lo sviluppo e la cooperazione;
• Il Bilancio del triennio della così detta "liberalizzazione" a livello nazionale è devastante 27.000 imprese aperte nel 2010 sono sparite, nella stessa città di Vicenza sono a centinaia le attività cessate;
• L'Amministrazione Comunale ha il dovere di difendere un sistema imprenditoriale diffuso che rappresenta una ricchezza per la città è un sistema flessibile composto da centinaia di PMI molto spesso a gestione famigliare;
• I centri commerciali, invece, sempre più assumono il ruolo di "nuove cattedrali" dove ,spesso, esercitano un ruolo diseducativo per il consumatore;
• Il personale ivi impiegato, giustamente, pretende sia rispettato il sacrosanto diritto al riposo settimanale alla domenica in primo luogo per dare senso di comunità alla famiglia; va valorizzato il commercio di vicinato che in un recente sondaggio gli italiani vedono a grande maggioranza favorevoli;
• Papa Francesco ha recentemente dichiarato: "la domenica va resa libera dal lavoro, eccettuati i servizi necessari, per affermare che la priorità non è a livello economico , ma all'umano, al gratuito, alle relazioni non commerciali ma familiari".
Tutto ciò premesso
Il Consiglio Comunale
CHIEDE al Sindaco
1. di intervenire presso tutte le istituzioni competenti a sostegno dell'iniziativa Liberaladomenica e di adoperarsi anche in qualità Presidente della provincia di Vicenza affinché le legittime aspettative dei firmatari della citata proposta di legge di iniziativa popolare non siano vanificate;
2. di rendersi promotore di una serie di iniziative al fine di sensibilizzare i gruppi parlamentari del Senato e l'associazione nazionale COMUNI Italiani (ANCI) affinché la proposta di legge (C.750) , trasmessa al Senato in data 25 settembre u.s. (S.1.629) trovi corrispondenza con le proposte sopra richiamate;
3. di attivarsi presso le associazioni di categoria del commercio per dare la disponibilità ad azioni coordinate al fine di raggiungere gli obbiettivi delle aperture programmate delle attività commerciali dando la facoltà a Regione ed Enti locali il diritto di decisione in proposito.
Ferrarin Daniele, Portavoce Consigliere Comunale Movimento 5 Stelle VicenzaÂ
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