Movimento Italia Sociale Vicenza: nomadi in cimitero ma... non è un augurio
Giovedi 31 Agosto 2017 alle 16:11 | 0 commenti
In apertura, a scanso di equivoci ed al fine di non provocare l'inorridito sdegno del pubblico benpensante - scrive in una nota in merito ai nomadi in cimitero Gian Luca Deghenghi, del Movimento Italia Sociale Vicenza - ci teniamo a chiarire come il titolo della nota non sia da intendere quale augurio, auspicio od invettiva, ma come riferimento al luogo eletto ultimamente a proprio insediamento da alcune carovane di nomadi a Vicenza. Chiarito il possibile fraintendimento, passiamo a parlare di un'altra zona della città , proprio davanti al cimitero Maggiore, che si ritrova colpita dalla "sventura" di ospitare forzatamente un accampamento di nomadi. Questo problema, com'era ampiamente prevedibile, dopo la creazione della zona rossa anti-bivacco, ha assunto carattere itinerante.
Prevedibile ma inevitabile, si dirà . Sarà pure, ma a Vicenza assistiamo da troppo tempo ad un libero quanto nocivo imperversare di ben noti nuclei di individui portatori di degrado, ad evidente conferma di una scarsa volontà politica di limitare e risolvere l'annosa questione.
I risvolti negativi della convivenza tra le nostre comunità di quartiere e le carovane di "campeggiatori abusivi" che vi si installano, sgraditissimi ospiti, li conosciamo bene. Disturbo della quiete, molestie, sporcizia e comportamenti incivili quando non delinquenziali accompagnano l'apparire dei camper, distruggendo la serenità dei residenti ed ingenerando un forte senso di insicurezza.
Ebbene, detto che, in generale, gli appartenenti alla cosiddetta "cultura" nomade non dovrebbero godere di libertà d'azione illimitata ed impunità garantita, nel caso specifico della nostra città sembra mancare anche la seppur minima intenzione di prevenire o reprimere il fenomeno e mettere al riparo la comunità dalle situazioni di intollerabile disagio ad esso legate.
Troppe volte abbiamo visto l'amministrazione Variati assumere atteggiamenti talmente comprensivi e tolleranti verso le famiglie di rom e sinti presenti sul territorio da risultarne sostanzialmente quasi complice. Altro che il pugno di ferro più volte ipocritamente ostentato.
Ce lo testimoniano, ove ancora ve ne fosse bisogno, le ultime dichiarazioni a mezzo stampa dell'assessore Rotondi che, rispetto all'ultimo focolaio di insicurezza e disordine creato dai nomadi in via Ragazzi del ‘99, temporeggia piangendo impotenza e palesando rassegnazione.
Sui margini di intervento, dichiara candidamente: "Da un lato il degrado dovrebbe crescere a tal punto da condizionare in modo negativo l'ambiente circostante; dall'altro servirebbe dimostrare il rischio sicurezza." In sintesi, prima si deve aspettare che il danno sia fatto, poi si penserà se ed in quale modo intervenire. Questo, al netto di fiacchi ed inutili controlli e delle solite giustificazioni di facciata, è il massimo sforzo che il nostro assessore alla sicurezza dimostra di mettere in campo?
Si può ben capire, dunque, che i vicentini dovranno aspettare ancora un bel pezzo per poter sperare in una soluzione efficace della questione nomadi in città . Si dovrà attendere almeno fino alle amministrative della prossima primavera, che libereranno la città dalla giunta Variati e dovrebbero impedire la continuità data da qualsiasi cosa vi assomigli, anche lontanamente, sul piano politico e strategico.
Solo allora Vicenza, risolto uno dei suoi problemi più grandi, potrà sperare che molti altri, specie in ambito degrado e sicurezza, si risolvano di conseguenza.
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