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Morti bianche in edilizia, 135 vittime nel 2010

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 13 Dicembre 2010 alle 14:03 | non commentabile

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Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering - Sono 135 le vittime del settore delle costruzioni rilevate da gennaio a fine novembre dall'osservatorio sicurezza sul lavoro di Vega Engineering. La Campania la regione più colpita con 18 decessi, seguita da lazio e Lombardia (14), da veneto ed Emilia Romagna (12). E dalla Sicilia (11).. Sei incidenti mortali su dieci sono provocati da una caduta dall'alto. E Vega Engineering lancia l'allarme: "il pressapochismo sul fronte della sicurezza uccide i lavoratori".

Vengono esposti quotidianamente a rischi mortali senza imbragature nè protetti da parapetti. Molto spesso non indossano gli elmetti e le scarpe antinfortunistiche. Questa è molto spesso la prassi lavorativa per chi opera nell'edilizia. Ed ecco che sei decessi su dieci sono dovuti proprio ad una caduta dall'alto. Intanto, dall'inizio dell'anno a fine novembre, i morti nel settore sono stati 135 (il 28 per cento di tutte le morti bianche del Paese).
La regione in cui il dramma è maggiormente sentito è la Campania con 18 vittime delle costruzioni, seguita da Lazio e Lombardia (14), da Veneto ed Emilia Romagna (12) e dalla Sicilia (11).
Nella classifica provinciale invece è Napoli a tenere le fila del dolore con sette morti bianche. Seguono Latina (6), Roma (5), Milano, Belluno e Palermo (4).
A registrare una sola vittima nel settore sono solo Basilicata e Molise. Precedute dal Friuli Venezia Giulia e Umbria (2), Trentino Alto Adige e Sardegna (3), Abruzzo e Liguria (4), Marche e Toscana (5), Piemonte, Puglia e Calabria (8).
E' la prima tragica immagine del lavoro nei cantieri edili proiettata dall'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering di Mestre. Un focus sull'emergenza morti bianche nel settore del mattone necessario per il Presidente dell'Osservatorio Ingegnere Mauro Rossato "poiché aiuta a comprendere quanto sia indispensabile lavorare sul fronte della formazione e, più in generale, della prevenzione. Perché, per ora, dati alla mano, pare si stia facendo ancora poco".
Le fascia d'età più colpite sono quelle che vanno dai 40 ai 49 anni (32 casi) e dai 50 ai 59 anni (33 casi).
Una dettagliata analisi, quella elaborata da Vega Engineering, che dipinge nitidamente i contorni dell'emergenza. Soprattutto al Centro e al Sud della penisola, dove cioè si concentra il maggior numero di incidenti mortali. Il 31,9 per cento in effetti si è verificato nel Centro del Paese, il 25,9 per cento nel Sud, il 10,4 per cento nelle Isole. Mentre il 19,3 per cento nel Nordovest e il 12,6 per cento nel Nordest.
E non è solo la caduta dall'alto a mietere vittime. Tra le cause esaminate dagli esperti di Vega Engineering emergono: lo schiacciamento dovuto alla caduta dall'alto di oggetti pesanti (13 casi), il ribaltamento di mezzi e veicoli in movimento (10), il contatto elettrico diretto (6), il contatto con oggetti o mezzi in movimento (5).
Una strage pressochè quotidiana quella che emerge nell'edilizia. E a perdere la vita sono anche i lavoratori stranieri (oltre il 15 per cento del totale). Per la precisione i rumeni sono il 28 per cento delle vittime straniere, gli albanesi il 38 per cento.
"Il problema di questo Paese quando si parla di edilizia - spiega il Presidente di Vega Engineering - è la mancanza di formazione e di sensibilità sul tema della sicurezza. A partire proprio dai datori di lavoro".
La loro prima responsabilità infatti è quella di organizzare preventivamente le attività lavorative scegliendo i sistemi di sicurezza da utilizzare, adeguandoli di volta in volta alle specificità del cantiere. Tutto questo è previsto dalla legge che obbliga ogni azienda a redigere il Pos ovvero il Piano operativo sulla sicurezza.
"In molti casi, però - precisa ancora Rossato - si tratta di documenti non conformi, di "faldoni" interminabili, prestampati con misure mai applicate", magari elaborati da qualche "consulente" improvvisato.
Ed ancora una volta la responsabilità è del datore di lavoro e dei dirigenti che sottovalutano le conseguenze; tralasciando il corretto uso di dispositivi di protezione individuale. Imbragature ed elmetti, infatti, vengono acquistati e forniti, ma troppe volte vengono lasciate dentro un furgone.
Prassi e abitudini scorrette che ‘pare' possano funzionare esorcizzando il pericolo. Fino a quando arriva la tragedia.






Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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