Monti Berici, CPV: Polizia Provinciale permette di sparare a ciclisti ed escursionisti
Venerdi 8 Gennaio 2016 alle 23:35 | 0 commenti
Coordinamento Protezionista Vicentino
Il documento della Provincia protocollo 17455 a firma del dirigente dott.Adriano Arzenton, recapitato al C.P.V. ordina l’archiviazione di verbali elevati da agenti Zoofili a cacciatori che sparavano o cacciavano lungo l’Altavia dei Berici; una presa di posizione preoccupante, in quanto, di fatto, con questa decisione indirettamente la Provincia autorizza qualsiasi cacciatore a sparare attraverso la pista ciclabile mettendo a rischio di essere impallinati escursionisti e ciclisti.ÂQuella della Provincia è una presa di posizione in netto contrasto con quanto prevede il codice della strada, in quanto le piste ciclabili o ciclopedonali sono state equiparate alle strade con decreto legislativo n° 285 del 30 aprile del 1992, che alla voce F-bis. cita “itinerari ciclopedonali: strada locale urbana, extraurbana o vicinale destinata prevalentemente alla percorrenza pedonale e ciclabile e caratterizzata da una sicurezza intrinseca a tutela dell’utente debole della stradaâ€.
Il comprensorio dei Monti Berici è stato inserito tra le zone S.I.C. Sito di Importanza Comunitaria, per fare conoscere e sviluppare le bellezze ambientali, spendendo oltre un milione e mezzo di euro di soldi pubblici si è costruito l’Altavia dei Berici, un itinerario fortemente voluto dai Sindaci del comprensorio in quanto tocca ben 17 comuni.
Le caratteristiche: Itinerario prettamente naturalistico, diviso in 11 tappe, destinato (come riportato nelle indicazioni che si trovano sulla via) a ciclisti, podisti ed escursionisti a piedi e a cavallo, con l’eccezione dei veicoli a motore. La lunghezza complessiva è di 140 Km. tutti su strade comunali o vicinali, quasi la metà snodati all’interno di boschi e radure, ciascuna tappa è studiata per poterci arrivare e ripartire in macchina.
Su questo progetto che tende a portare sui Berici attraverso l’Altavia oltre centomila turisti l’anno, alcuni Sindaci hanno investito molto anche in termini di immagine, arrivando, per tutelare la flora e la fauna ad appoggiare decisioni forti come quella ad esempio di bloccare a Lumignano le scalate sulle pareti rocciose per tutelare alcune specie di rapaci, come è possibile che si permetta ora addirittura di sparare nella pista ciclabile mettendo in pericolo l’incolumità stessa degli escursionisti?
Non solo, ma senza dubbio la preoccupazione dei turisti, la loro percezione del pericolo, se non la paura stessa di essere impallinati, per ben un terzo dell’anno potrebbe mettere in crisi questa nuova e promettente realtà .
Non vi è dubbio che, non vietando la caccia si mette in campo un rischio reale, in quanto la situazione tipo che potrebbe svilupparsi in questo contesto potrebbe essere questa: il ciclista arriva veloce attraverso il sentiero, silenzioso corre su terra battuta nascosto dagli alberi, il cacciatore, mimetizzato e appostato, vede alzarsi in volo la beccaccia, magari spaventata dall’arrivo dello stesso ciclista, spara ad altezza d’uomo in quanto questa specie ha un volo radente e colpisce il ciclista.
L’incidente in questo caso non si potrà definire “una fatalità †ma un rischio consapevole che Amministrazione Provinciale, Sindaci e Prefetto ora dovranno mettere in conto, di chi sarà la responsabilità ? Dell’Amministrazione Provinciale che ha annullato i verbali creando il caso? Del Sindaco Autorità competente per territorio? Oppure del ciclista che non ha suonato il campanello?
Ed è per questo motivo che il C.P.V. ha scritto oggi a tutti i Sindaci interessati al progetto, al Prefetto alla Questura e al Presidente della Provincia Achille Variati informandoli sulla situazione che si è venuta a creare, e chiedendo il loro intervento.
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