Passa il federalismo municipale a Montecitorio con 43° voto fiducia in 33 mesi di governo
Mercoledi 2 Marzo 2011 alle 22:36 | 0 commenti
Rassegna.it - Via libera della Camera con 314 sì, 291 no e due astenuti. Nuove regole per le tasse sugli affitti e le addizionali dei Comuni. Le opposizioni: un pasticcio. Bersani alla Lega: niente scuse, reggete il moccolo al re. Bossi replica: i suoi voti non servono.
È 43esimo voto fiducia in 33 mesi di governo. Questa volta serve a chiudere la partita del federalismo municipale, quella che due settimane fa ha generato uno dei tanti scontri con il Quirinale.
Dopo la bocciatura della bicameralina, infatti, il governo aveva proceduto con un decreto in fretta e furia, respinto da Napolitano. Oggi, 2 marzo, l'aula della Camera ha detto sì al testo, che a questo punto sarà varato in via definitiva dal Consiglio dei ministri di giovedì e trasmesso di nuovo al Colle per la promulgazione. Il decreto è passato con 314 sì, i no sono stati 291, due gli astenuti.
Entra così in vigore la cedolare 'semi-secca' per tassare il reddito da immobili. Non con un'aliquota unica al 20 per cento come inizialmente ipotizzato, ma con due: 19 e 21 per cento secondo la tipologia del contratto (libero o agevolato). Sostituirà Irpef, addizionale regionale Irpef, addizionale comunale Irpef, imposta di registro e imposta di bollo. Al di là delle specifiche tecniche, molte critiche si sono registrate sia da parte degli inquilini sia da parte della Cgil: "Il federalismo fiscale - dice il Sunia - è un regalo netto alla proprietà immobiliare più ricca di almeno 1,5 miliardi di euro senza alcun beneficio agli inquilini", e la cedolare "presenta caratteri di dubbia costituzionalità ". Infine, secondo i calcoli del sindacato, con le nuove regole si sarà una perdita di gettito rispetto alle attuali entrate di oltre un miliardo di euro. Tra le novità del decrto, c'è anche lo sblocco dell'addizionale comunale, con il rischio di ulteriori aggravi per i cittadini secondo l'opposizione. E la tassa sul soggiorno che, per i comuni che l'applicheranno, potrebbe rappresentare un contributo fino a 5 euro al giorno da parte dei turisti per la gestione della città che stanno visitando.
Questo sulle nuove regole per il fisco dei Comuni è il quarto dei decreti attuativi alla legge delega e segna, di fatto, il primo giro di boa importante per la riforma bandiera della Lega. Cruciale sarà il prossimo passaggio, quello relativo al fisco regionale e ai costi standard della sanità , attualmente in esame in bicamerale. Secondo quanto previsto dalla legge delega di due anni fa, tutti i decreti attuativi (ne mancano quattro) vanno approvati entro il 21 maggio, ma il ministro Calderoli ha già fatto sapere che chiederà una proroga di quattro mesi dopo il via libera al fisco regionale, il cui iter è già iniziato.
LA GIORNATA."Io vi parlo diritto: cara Lega, non venite a dire che reggete Berlusconi per fare il federalismo. Noi vi garantiamo che il processo federalista va avanti" anche senza di lui. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, in aula nel corso della fiducia, attacca: "Se volete reggere il moccolo all'imperatore, al miliardario, non mettete la scusa del federalismo che non c'entra niente". La risposta di Bossi non si è fatta attendere: "Tanto passa anche senza i voti della sinistra", ha detto il leader della Lega ai cronisti che a Montecitorio gli chiedono un commento sulle critiche di Bersani. "C'è la libertà di dire quel che si vuole - spiega il senatur - io avrei partecipato alla riforma federalista. La perfezione non esiste ma la legge è buona".
Il Movimento per l'autonomia non ha partecipato al voto di fiducia. Carmelo Lo Monte, intervenendo in aula alla Camera, ha motivato questa decisione come "volontà di astenersi nel merito del provvedimento, aggiungendo che "l'Italia per restare unita ha bisogno di un vero e reale decentramento". Più netto il no di Fli: "Non è una buona riforma, non è condivisa ed è frettolosa e porterà troppe e nuove tasse, un'infinità di piccole imposte e addizionali. Insomma, ne è uscito un pasticcio e alla fine della fiera avremo più tasse per tutti", così Benedetto Della Vedova, capogruppo dei finiani a Montecitorio.
Ai microfoni di Radio Monte Carlo, il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro afferma che di questo federalismo municipale "non ci piace né il merito né il metodo". Il fatto che sia stata posta la fiducia, aggiunge, "è l'espressione tipica di un regime ormai al capolinea che, attraverso la forza del ricatto, impone ai parlamentari un voto che non e' sentito per loro e non è utile neanche per il Paese". E Linda Lanzilotta (Misto-Api) nella dichiarazione di voto alla Camera ha annunciato "la radicale contrarietà " del Terzo polo."Siamo al paradosso per cui il governo, dopo un parere contrario in bicamerale, impone il parere che vuole con la fiducia. Dobbiamo sapere che quello che stiamo facendo non è normale, è una forzatura istituzionale che distorce le procedure".
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