Monsignor Pizziol in visita a Caldogno andrà al cantiere del bacino dopo l'invito di Vezzaro
Domenica 26 Ottobre 2014 alle 10:35 | 0 commenti
La visita pastorale del Vescovo Beniamino Pizziol alla comunità di Caldogno è stata anche l'occasione per l'amministrazione comunale tramite il suo sindaco, Marcello Vezzaro, di poter parlare con lui del bacino di laminazione, una questione che coinvolge nell'ambito della sua realizzazione molti cittadini e proprietari di fondi ma che va bel oltre la cittadina calidonense, che per tre giorni accoglie il vescovo in città .
Il sindaco di Caldogno, Marcello Vezzaro, parlando, quindi, al vescovo di Vicenza, ha così esordito: «Le scelte che l'amministrazione compie sono rivolte alla comunità tutta e vogliamo che essa sia coinvolta e si senta partecipe, attraverso il confronto, delle decisioni che prendiamo. In questo senso la scelta di realizzare il bacino di laminazione non è stata facile, pur essendo sicuramente doverosa dal punto di vista della sicurezza idraulica. L'amministrazione ha avviato un dialogo con la Regione, i proprietari dei terreni e le associazioni di categoria. Ci sono ancora persone scettiche e noi siamo consapevoli che con l'invaso non risolveremo tutti i problemi. Solo quando un'opera è realizzata si capisce se effettivamente è utile e risponde ai requisiti per cui si è lavorato, ma siamo convinti che possa significare molto».
Spiegata così al vescovo la situazione attuale il sindaco Vezzaro ha continuato rivolgendo a Monsignor Pizziol un invito così formulato: «La invito pertanto ufficialmente a visitare il cantiere, interessante non solo dal punto di vista ingegneristico ma soprattutto per il lavoro che stiamo facendo, anche con Coldiretti, per far sì che i terreni non occupati tornino ad uno stato vegetativo migliore, senza così penalizzare le aziende agricole».
Pizziol, che ha accettato di buon grado la richiesta, è stato ricevuto in Villa Caldogno dall'amministrazione comunale e dalle associazioni del territorio, tra cui il gruppo alpini, i fanti, la Fidas, la Pro loco e i comitati di quartiere.
Il primo cittadino ha descritto la vita della comunità snocciolando alcuni dati sulla popolazione, il territorio, le iniziative che la caratterizzano, le opere effettuate e quelle in corso. In particolare, ha tenuto ad evidenziare come Caldogno sia il comune della piazza, un importante esempio di collaborazione tra comunità laica e cristiana.
«Piazza Europa è diventata il luogo di identificazione e aggregazione della nostra comunità , e va a completare il resto della zona che ci identifica come comunità , ad esempio la villa, la scuola, la casa di riposo. In particolare la villa è il nostro motore culturale e sociale», ha affermato.
«Caldogno è un comune vivo, vitale, che cerca di valorizzare e mantenere le sue bellezze per le future generazioni. Si sta bene qui e l'habitat viene reso vivibile dalle persone - ha osservato a questo punto monsignor Pizziol -. Si sta realizzando uno dei principi della dottrina sociale della Chiesa: il principio della sussidiarietà . Ciò significa che l'ente comunale cerca per quanto possibile di dare risposta ai problemi presenti nel territorio. E questo rispetta la libertà e la fantasia degli esseri umani. Poi, c'è attenzione alla persona stessa perché l'individualità di ciascuno è aperta alla società ».
Oltre alla sussidiarietà e alla persona, il vescovo ha sottolineato anche altri due aspetti che caratterizzano la comunità di Caldogno: la solidarietà e il bene comune: «State dimostrando come questo comune si senta solidale. Le varie realtà che operano sul territorio si prendono cura di chi è in difficoltà , di chi è meno garantito, di chi ha bisogno. Di qui il bene comune: si vuole il bene totale della persona sotto tutti i punti di vista».
«Oggi esco da qui - ha aggiunto - con la consapevolezza che questa realtà va mantenuta e va fatta lievitare».
Interrogato dal vicesindaco Nicola Ferronato sul futuro delle giovani generazioni, Pizziol ha invitato anzitutto a prestare attenzione all'eccessivo uso del mezzo informatico: «Il web non è da demonizzare, ma bisogna limitarne l'utilizzo altrimenti i ragazzi crescono in un mondo a parte, anch'esso virtuale, in cui paiono ascoltare ma in realtà sono assenti».
«Bisogna poi vigilare sul cambiamento della visione antropologica - ha concluso -. Il corpo è ormai come una proprietà che si autodetermina e si autoeduca escludendo qualsiasi educatore, il quale si limita ad essere solo un informatore. Viviamo in un'epoca di travaglio e credo che stiamo preparando una nuova comunità di figli».
Al termine dell'incontro monsignor Pizziol è stato accompagnato ad ammirare in anteprima la mostra "Cose di un tempo, ovvero la vita prima della televisione" che la Pro loco ha allestito in occasione de "La Scartosada", in programma questo fine settimana.
Il vescovo concluderà la visita pastorale oggi, 26 ottobre, con la celebrazione della santa messa alle ore 11.
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