Molestie in centro a Vicenza: donne, alzate la voce! E intanto fate come il cerbiatto col leone
Domenica 17 Gennaio 2016 alle 20:30 | 0 commenti
Ha generato un clamore notevole, con migliaia di visualizzazioni sul sito e sui social network, il nostro articolo intitolato "Molestie a donne sole nel cuore di Vicenza, un triste consiglio: scegliete strade frequentate" (leggi qui) nel quale abbiamo raccontato il tragitto con una ragazza dalla nostra redazione in viale Milano per arrivare in centro a Vicenza, dopo che ci erano state riferite da lei stessa molestie mentre stava telefonando di fronte al park Verdi, nei pressi di Campo Marzo.
A pochi giorni dagli eclatanti fatti di abusi di gruppo durante la notte di Capodanno nella città tedesca di Colonia, sembrava solo una paranoia quella che ci era stata riportata; invece abbiamo potuto constatare di persona che non era completamente così, come raccontato dettagliatamente nell'articolo.
Tra apprezzamenti e condivisioni, è stato soprattutto il consiglio finale nell'articolo a generare un acceso dibattito. Partiamo dai ringraziamenti, anche ironici?, di Riccardo che ha scritto: "Fantastico siete i primi che se ne accorgono... Dopo anni di degrado!!! Ma per sindaco e prefetto va tutto bene.... Grandi!!!!".
Poi abbiamo raccolto diversi interventi di donne vicentine come quello della signora Patrizia: "Io abito in Viale Torino anche a me hanno detto non passare per via Firenze fai il giro più lungo, col c....... io ci passo eccome. Non si spostano oppure fanno commenti che a me non mi comodano? Tiro fuori le unghie da DONNA e gli faccio presente che loro son ospiti e che è casa mia quindi se voglio passare ci passo, quindi iniziate a farvi vedere che non avete paura alzate la testa, rispetto cavolo rispetto a casa vostra-nostra".
Quindi è intervenuta anche Irma, nostra aficionados: "Questi fatti succedevano in pieno centro di Vicenza già alla fine anni '80 primi anni '90... ahimè vissuti in prima persona".
Mentre la proposta di Paola è: "Oppure un bel corso di autodifesa".
Nei giorni scorsi, inoltre, è passata a trovarci in redazione per parlare dei quartieri anche la consigliera comunale Valentina Dovigo: il suo ufficio è vicino a viale Milano e anche lei ci ha confidato che è stata oggetto in passato di molestie mentre camminava per strada.
In molti ci hanno fatto presente il loro disaccordo sul consiglio di scegliere vie più frequentate, sostenendo che non sia la risposta giusta da dare. Ma, sperando che al più presto le istituzioni diano risposte concrete ai cittadini, pensiamo non si tratti di certo di una sconfitta. Come spiega la morale di una significativa novella, che pubblichiamo a seguire, fattaci pervenire dalla signora Gabriella, anche lei colpita dal nostro articolo.
In conclusione, però, vogliamo dare un altro consiglio alle donne vicentine: alzate sempre di più la voce, magari anche con una bella manifestazione in centro, tutte insieme, senza divisioni politiche o religiose.
Forse qualcuno comincerà ad ascoltare.
Il cerbiatto e il leone
Il cerbiatto ammirava il suo caro babbo e desiderava diventare grande e forte proprio come lui. Durante un bel mattino di fine inverno, mentre il grande cervo brucava tranquillo le foglie dei cespugli più bassi in compagnia dell’inseparabile figliuolo, un possente ruggito squarciò il silenzio della foresta. Era un leone! Il cerbiatto sconcertato osservò il suo babbo e, con enorme stupore scoprì che questi tremava come un fuscello al vento. Sì il suo venerato papà aveva paura! Come era possibile? Ma prima ancora che egli potesse chiederli spiegazioni il cervo gridò al figlio: “Corri!†e si lanciò in una velocissima fuga. Il cucciolo obbediente lo seguì con le lacrime agli occhi per la vergogna e la delusione. Quando finalmente si fermarono il cervo si avvicinò al figlio e scorgendo il suo pianto gli parlò con voce dolce: “Piccolo mio, questa paura che tu disprezzi ci ha salvato la vita. Quel leone non avrebbe avuto pietà di noi e ci avrebbe sicuramente sbranati se non fossimo fuggiti. A volte bisogna ingoiare il proprio orgoglio e sapersi arrendere di fronte a chi è più forte di noi. Questo significa diventare adulti e saggi.†Quelle parole consolarono il cerbiatto. Adesso ammirava ancora di più quel suo babbo che non aveva esitato a dimostrarsi un fifone rischiando di perdere la stima del figlio pur di salvargli la vita. Questo era il vero coraggio.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.