Mobilitazione Camera di Commercio di Vicenza, Cgil: sostegno e solidarietà
Mercoledi 27 Gennaio 2016 alle 16:43 | 0 commenti
Di seguito il comunicato della RSU della Camera di Commercio di Vicenza sulla situazione in cui si trova il sistema camerale e che preoccupa tutte le lavoratrici e i lavoratori che questa mattina si sono riuniti in assemblea.
La RSU della Camera di commercio di Vicenza aderisce con una assemblea del personale e un breve sit-in nello spazio antistante la Camera di commercio alla mobilitazione presso le sedi camerali di tutta Italia contro le ipotesi di riforma che il Governo sta elaborando.
NON È RIFORMA MA SMANTELLAMENTO
Quello che il Governo chiama “riordino†delle camere di commercio, si prospetta come un vero e proprio smantellamento delle stesse.
La motivazione ufficiale del Governo è di migliorare l’efficienza della Pubblica Amministrazione, con un taglio delle sedi e la riduzione ad un massimo di 60 Camere, un taglio delle funzioni essenziali e un taglio del personale del 15% entro 180 giorni, che sale al 25% per le Camere che si accorpano. In sintesi, oltre 1000 dipendenti camerali che arrivano a 3000 considerando il sistema camerale nel suo complesso.
ADESSO ZERO COSTI PER LO STATO, DOPO LA RIFORMA, INVECE COSTI CRESCENTI
Ma si tratta di lavoratori i cui costi non sono mai stati a carico del bilancio dello Stato, poiché le Camere di Commercio sono Enti Autonomi che non ricevono contributi dello Stato, ma anzi, allo Stato versano risparmi e per conto dello Stato svolgono funzioni burocratiche e di riscossione.
Con il taglio del personale, l’eventuale ricollocamento in altri enti pubblici, il pensionamento, diventerebbero una spesa in più per lo Stato e quindi per tutti i cittadini.
La Camera di Commercio ha versato come risparmi di spesa allo Stato dal 2009 al 2015 più di tre milioni di euro, con importi via via cresciuti nel tempo che arrivano adesso quasi 800mila euro annui.
UN’ECCELLENZA ITALIANA, IL REGISTRO DELLE IMPRESE
Dal 1996 le Camere di Commercio hanno gestito, in modalità telematica ed automatizzata, il Registro delle Imprese che prima era tenuto dalle Cancellerie dei Tribunali. Una gestione, quella delle Camere di Commercio italiane che è servita come esempio per il progetto di “Registro delle imprese europeoâ€. Una gestione che si stava sviluppando verso il “fascicolo d’impresaâ€, cioè della registrazione di tutte le pratiche burocratiche inerenti l’impresa (per esempio autorizzazioni edilizie, pratiche anticendio, ecc.).
La Camera di commercio di Vicenza sta dando ai Comuni e ad altri enti pubblici strumenti informatici – e qualche volta anche attrezzature, quando l’amministrazione centrale statale non ha fondi per acquistare i computer necessari – per la realizzazione degli Sportelli Unici Attività Produttive (SUAP). E l’azione è condotta insieme con le camere di commercio di Padova e di Verona.
QUINDI, A CHI GIOVA QUESTO DECRETO?
Non giova alle piccole e medie imprese, che rappresentano oltre il 90% del tessuto
produttivo del nostro Paese.
I piccoli imprenditori, come certificano ripetute indagini e testimonianze degli stessi interessati, hanno trovato nel sistema camerale (presente in ciascuna provincia e quindi vicino al proprio territorio) e nella professionalità della stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici
che svolgono con competenza, onestà ed imparzialità il proprio lavoro, apprezzati servizi a titolo gratuito o con un costo molto inferiore a quello di mercato.
I servizi che le Camere non forniranno più da subito alle imprese sono:
Corsi di formazione alla nuova imprenditoria e imprenditoria femminile
Organizzazione di convegni e seminari gratuiti su tematiche di interesse per le imprese o i professionisti (novità normative, gestione di impresa, argomenti specifici per ciascun settore economico)
Contributi e finanziamenti alle imprese, per fiere o eventi per il sistema turistico locale o la promozione dei prodotti tipici
Sostegno all’internazionalizzazione
Supporto alle PMI per l’accesso al credito, tramite servizi di microcredito o sostegno ai consorzi garanzia fidi (confidi)
Supporto alle imprese per l’innovazione e la digitalizzazione
Consulenza alle imprese per la fatturazione elettronica Servizi di Conciliazione e mediazione
Camera arbitrale
Consulenza per deposito marchi e brevetti
Rilevazione prezzi
Pubblicazione di dati e studi sull’economia locale, sui trend economici e approfondimenti sui vari settori economici
Certificazioni di prodotto e analisi chimico fisiche per il settore orafo Pare inoltre non più prevista la
Certificazione d’origine dei prodotti
Per la fornitura di questi ed altri servizi, le imprese individuali, piccoli imprenditori, pagano alla Camera di Commercio 61 euro all’anno, con un importo medio di tutte le imprese inferiore ai 100 euro.
Non giova all’economia del Paese che si è sviluppata negli anni del dopoguerra proprio su questo imponente tessuto di microimprenditorialità di piccole e medie imprese, che sempre più sarà costretto ora a rivolgersi a professionisti e/o esperti (o “praticoniâ€), alle associazioni di categoria, al “mercatoâ€, per ottenere servizi e assistenza con costi ben maggiori delle poche decine di euro risparmiate con il taglio del diritto annuale.
Non giova ai dipendenti lasciati a sorte incerta: mobilità per due anni e poi licenziamento, accompagnamento forzato alla pensione, esuberi. Lavoratori che si sono distinti per gli alti livelli di efficienza e professionalità , facendo del sistema camerale una delle “eccellenze†della Pubblica Amministrazione e del Registro delle Imprese un modello europeo da copiare.
Ma allora, perché questo decreto? Quale utilità può avere?
Ci sono molti appetiti che riguardano sia il patrimonio delle camere di commercio italiane, sia il subentro alle stesse nell’erogazione di servizi da parte di soggetti privati.
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