Mincato (Cciaa):l'economia vicentina nel 1° trimestre
Venerdi 7 Maggio 2010 alle 15:16 | 0 commenti
Nell'ambito dell'ottava Giornata dell'Economia, manifestazione nella quale tutte le Camere di Commercio nazionali presentano i propri Osservatori sull'economia locale, Vittorio Mincato (nella foto VicenzaPiù), presidente della CCIAA Vicenza, in premessa all'analisi dei dati e a commento della loro lettura ha espresso alla folta platea presente (oltre alla stampa c'erano molti esponenti di associazioni di categoria e sindacalisti) alcune significative valutazioni d'insieme che proviamo a riassumere (il documento Cciaa completo è qui).
"Per poter parlare di vera ripresa - ha detto Mincato - , che inneschi anche un meccanismo positivo dell'occupazione, che a sua volta rilancerebbe i consumi e la produzione in un circolo virtuoso, bisognerebbe registrare dei tassi di crescita superiori ai 2 punti percentuali, mentre oggi le previsioni accreditano l'Italia dell'1% o di poco più e comunque meno dei paesi di riferimento dell'area euro. Servirebbero delle misure straordinarie e realmente efficaci per invertire la rotta e non rischiare la sindrome giapponese, cioè quella stagnazione da cui il Giappone è afflitto da 10 anni. Se così non fosse potremmo parlare di ripresa solo nel 2020. Nel passato, prima dell'euro, varie crisi erano superate dalla svalutazione della lira, che penalizzava, ovviamente il potere d'acquisto dei più deboli, ma poteva rilanciare produzione ed economia. Dall'era euro questo non è più possibile e l'Italia va ancora più a rimorchio della Germania che grazie alla sua efficienza ha un vantaggio di 10 anni che l'euro ha rafforzato, come insegna il caso Grecia . L'effetto parzialmente positivo sulle esportazioni e, quindi, sulla produzione, questa volta non solo per l'Italia ma per tutta la zona euro (in cui la Germania continuerà ad avvantaggiarsi), legato al suo deprezzamento rispetto al dollaro ha una pesante contropartita soprattutto nel costo dell'approvvigionamento delle materie prime e del petrolio. Se per le materie prime, però, sul prezzo influisce di più il rapporto domanda-offerta, e quindi l'apprezzamento del dollaro è meno negativo, per il petrolio, in una situazione di mercato dei prezzi e della produzione controllato, il cambio oggi sfavorevole per l'euro si traduce immediatamente in un costo maggiore. La crisi in cui è precipitata la Grecia deve farci tenere alta la guardia e non a caso già oggi è stata preannunciata una manovra pubblica da 11 miliardi di euro per tranquillizzare i mercati, anche se la situazione dell'Italia è migliore e può contrastare meglio anche i fenomeni speculativi in atto o possibili. E ciò per le politiche prudenti adottate da tempo dai vari Ministri che si sono succeduti, da Ciampi in poi fino a Tremonti. Ma anche quella manovra, già annunciata, dovrà attingere a fonti di finanziamento ad oggi non facilmente individuabili. Come interpretare, quindi, i dati odierni? In chiave positiva o no? Io penso che non si può dire che si sia usciti dalla crisi, ma dai dati sembra che sia arrestata la caduta".
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