M'illumino d'incenso
Giovedi 15 Novembre 2012 alle 16:22 | 0 commenti
Alla fine la domanda è sempre la stessa. Achille Variati è veramente così astuto o sono le opposizioni al consiglio comunale di Vicenza che sono, volutamente o meno, dormienti? Variati nel giro di un week-end è riuscito a trasformare una sua responsabilità politica, quella di non avere effettuato sufficienti pressioni su chi di dovere, o quella di non avere voluto cercare una soluzione nel suo comune per le casse di espansione, nel cavallo di battaglia della sua campagna elettorale, che è iniziata già da un anno e mezzo, senza che le minoranze se ne accorgessero (intenzionalmente o meno è altro affare).
Il dissesto idrogeologico del Veneto è una cosa arcinota. Da decenni. I piagnistei che ricorrono ad ogni alluvione riescono a controbilanciare solo quelli di quei soggetti, grandi immobiliaristi, imprenditori, piccoli proprietari, che a ogni piè sospinto guardano al comune come un bancomat fondiario cui chiedere cambi d'uso per mera questione di tasca, minuscolo o immane che sia il borsellino il guiderdone si calcola sempre metro quadro su metro cubo e si conteggia sempre Italia su Italia o estero su estero. Di tali argomenti non c'è traccia nel taccuino di Variati il quale grazie alla piena è riuscito a sviare l'agenda da un Piano degli interventi imbarazzante quanto mai per lui, ad una più comoda crociata delle firme nel cui codazzo sono finiti i maggior enti di Vicenza e hinterland. Al contempo non si possono dimenticare i giri di minuetto mediatico tra Variati e il commissario per l'alluvione Perla Stancà ri (i due in foto) e la bacchettata alle spalle inferta da Variati a Stancà ri non più tardi di ieri quando il sindaco interrogato sulle inefficienze della burocrazia regionale nella vicenda indennizzi ha preferito spostare l'attenzione sul commissariato.
Politicamente parlando se un domani palazzo Trissino si trasformasse in una bastiglia, i sanculotti avrebbero già la lista di proscrizione autocertificata dai loro stessi avversari ovvero dai seguaci della corona. Colazione non solo pronta quindi, ma pure apparecchiata con buona pace delle Maria Antonietta, più o meno efebiche, che ancheggiano sui tappeti della gauche salottarda nostrana. Ma la storia è una cosa, la politica un'altra e la realtà berica un'altra ancora: tre volti diversi nello stesso mazzo. E il gioco è quello delle tre carte, ovviamente.
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