Migration compact, il contratto ufficiale sull'immigrazione
Martedi 26 Aprile 2016 alle 18:49 | 1 commenti
Riceviamo da Adriano Verlato e pubblichiamo
Sotto questo titolo, in parte astruso, si cela un progetto interessante. Il nostro governo ha preparato un piano che ha la finalità di arrestare o, quantomeno, diminuire i flussi di immigrati che si riversano in Europa. Poiché la situazione, così com'è, è pressoché ingestibile, si è sottoposto un piano di interventi da realizzare nei Paesi di partenza dei disperati che sono alla ricerca di una vita decente per sè e per i loro figli.Queste operazioni, con relativi investimenti in loco ed anche nei tragitti di trasferimento, hanno necessità di abbondanti fondi che dovrebbero arrivare dall'emissione di eurobonds evidentemente a carico di tutta la Comunità europea. La proposta italiana ha avuto un imprevisto largo consenso attenuato dal solito ministro Schauble che si è opposto all'operazione. Cosa piacevolmente inconsueta, è stato, invece, il gradimento del governatore della Banca di Germania, il cui nome, chiedo scusa, non ricordo al momento. L'iniziativa, da un punto di vista etico, ma anche operativo, è stata apprezzata pure dal direttore del Cuamm, organizzazione medico-benefica- che opera da anni in vari territori africani (il nostro primario Riboni ne è un collaboratore costante). Chi scrive, si parva licet..., è da anni su questa linea di interventi. Si devono condividere, nei luoghi di origine, almeno le opportunità base di cui godiamo noi: lavoro, sanità , istruzione, diritti e doveri e altro. E un progetto immane? Sì, è evidente, ma se si vuole che altri esseri umani possano avere una vita decente, bisogna pur incominciare.
Mi permetto di aggiungere un paio di considerazioni personali. La prima riguarda tutte quelle persone che vorranno trasferirsi nei territori per intraprendere. Dovranno essere selezionati accuratamente, non solo tecnicamente per l'officium al quale si dedicheranno, ma anche per lo spirito con cui lo faranno, quello del volontariato. Niente furbi e profittatori.
Il secondo, e quì mi aspetto varie bacchettate, riguarda la sicurezza. Non è possibile andare in paesi in cui ci sono bande armate irregolari e addirittura forze pseudo legali che infieriscono su uomini donne e bambini. Il pericolo ci sarebbe, eccome, anche per il personale che andasse per dare una mano. La soluzione mi sembra obbligata. Prima degli aiuti umanitari bisogna bonificare i vari Paesi in cui ci siano queste situazioni e, questo, non potrà che avvenire attraverso interventi armati di truppe Onu , di altri paesi europei autorizzati o di polizia internazionale apposita. Quando, almeno la sicurezza delle persone sarà garantita, solo allora si potrà costruire qualche cosa. Quella del nostro governo è un esempio di buona politica.
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Servono iniziative IMMEDIATE altrimenti, i progetti NON servono, perché diventano solo ....parole.