Richiedenti asilo a Vicenza protestano in prefettura per i "cambiamenti peggiorativi ed ingiustificati" nella gestione dei servizi pasti
Giovedi 12 Ottobre 2017 alle 10:26 | 0 commenti
Venerdì 13 alle ore 11 alcuni richiedenti asilo, ospitati nei "Centri di Accoglienza Straordinaria" (in realtà la stragrande maggioranza) del territorio vicentino, saranno ricevuti in prefettura ed esprimeranno il forte disagio provocato dai cambiamenti (secondo loro peggiorativi e ingiustificati) introdotti inaspettatamente all'inizio di ottobre nella gestione del servizio pasti nelle unità abitative di "accoglienza diffusa" (quelle con meno di 20 persone).Â
I gestori si giustificano dicendo di avere ricevuto "l'ordine scritto" da parte della prefettura, e che la stessa cosa sta succedendo dappertutto in Italia perché tale direttiva proverrebbe dal ministero. In pratica si tratta della "proibizione" di dare agli utenti la possibilità di gestirsi da soli la spesa, dando loro una somma mensile adeguata (e formalmente concordata, nonché monitorata) a tale scopo.
Abbiamo appurato che tale abitudine è in vigore da tempo anche nelle strutture gestite dallo SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, il cui funzionamento viene direttamente organizzato e monitorato dagli Enti Locali convenzionati) e non pare che stia creando particolari
difficoltà di gestione: anzi viene considerato un modo corretto (ove sia tecnicamente praticabile) per sviluppare l'autonomia e l'integrazione sociale degli ospiti. La cifra normalmente in uso (anche nei CAS, fino al mese scorso) è di 125 euro mensili a testa (30 euro a settimana). A noi sembra assurdo questo "doppio binario", del tutto incomprensibile per chi non sa la differenza fra Centri di Prima Accoglienza, CAS e SPRAR (alzi la mano chi ha letto gli articoli 9, 11, 14 e collegati del Dlgs n.142 del 18 agosto 2015). Ad ogni modo sentiremo cosa ci dice nel merito la Prefettura di Vicenza, e se sarà possibile trovare un compromesso accettabile, in attesa di una soluzione più generale del problema. E' gradita la presenza degli organi di informazione, purché sia garantita la privacy di chi, fra i richiedenti asilo presenti, accettasse di fare dichiarazioni.
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