Immigrati, le 5 proposte di Anci Veneto per superare l'emergenza
Mercoledi 14 Settembre 2016 alle 15:13 | 0 commenti
Anci Veneto comunica che insieme alle altre Anci regionali ha partecipato ieri 14 settembre a Roma all’incontro, terminato in tarda serata, organizzato da Anci nazionale per discutere alcune delle questioni di maggiore urgenza e attualità tra le quali la questione dell’accoglienza dei migranti. Su questo punto, il Veneto presenta una situazione particolarmente eterogenea. Pertanto, Anci Veneto, rappresentante di tutti i Comuni del Veneto, tenta di riassumere, come già precedentemente proposto, in alcuni punti le garanzie richieste in riferimento al sistema di accoglienza dei migranti. Ricordando comunque che ogni comune su questo ha piena autonomia.
«L’incontro di ieri ci ha permesso di confrontarci in modo efficace con le altre realtà regionali, appurando che le posizioni sono piuttosto similari. Abbiamo riscontrato da parte di Anci nazionale la disponibilità di dare aperture fondamentali rispetto ad alcuni punti, ad esempio, la questione della possibilità da parte dei Comuni di assumere personale dedicato – dichiara Maria Rosa Pavanello, presidente di Anci Veneto - Il nostro obiettivo è di uscire da una gestione emergenziale dell’accoglienza e dare un effettivo sostegno ai nostri colleghi sindaci. Mi pare – conclude la presidente Pavanello - che anche Anci nazionale sia della stessa idea e che tenterà di portare avanti un confronto con il Governo che consenta un’accoglienza più ordinata, proprio allo scopo di tutelare i territori e i sindaci e fare in modo che casi come Cona e Bagnoli non si ripetano più».
Di seguito, la sintesi della richiesta di alcune garanzie emerse da un confronto tra i componenti del direttivo di Anci Veneto e presentate nell’incontro nazionale:
·       certezza sui tempi del riconoscimento dello status di profugo o dell’espulsione e del rimpatrio;
·       garanzia sulla percentuale di blocco per l’accoglienza, che comprenda la quota di immigrati già presente nel territorio comunale; quindi, non sarà possibile superare il numero di immigrati accolti, stabilito sul criterio di proporzionalità demografica;
·       possibilità da parte dei Comunin di assumere a tempo determinato personale a cui affidare la gestione delle persone accolte, utilizzando le risorse già stanziate alle cooperative che gestiscono il servizio;
·       obbligatorietà , per i richiedenti asilo, dell’impiego in attività socialmente utili per il territorio in cui sono accolti;
·       chiarimenti sulle modalità di gestione e assistenza dei soggetti dopo l’ottenimento dello status di rifugiato.
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