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Migranti e accoglienza, PCdI Veneto: una civiltà allo stremo

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 17 Luglio 2015 alle 23:57 | 0 commenti

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Il Partito Comunista d'Italia, federazione regionale del Veneto, interviene sui recenti fatti che riguardano l'accoglienza e il problema dei migranti

C'è da preoccuparsi. Veramente. Le ultime notizie dall'Italia e dall'Europa indicano un disfacimento progressivo di quella che dovrebbe essere una comunità solidale e la sua trasformazione in “sette” che si chiudono sempre di più in se stesse.

Vicino a Treviso c'è stata una rivolta di residenti assieme a militanti di Lega Nord e Forza Nuova contro l'arrivo di un centinaio di persone provenienti da paesi del cosiddetto “terzo mondo”. Ci sono stati disordini, incendi e qualche saccheggio. A Roma, per impedire l'arrivo di una ventina di persone (“profughi”, “migranti”, “clandestini”, comunque persone) in un centro d'accoglienza, ci sono stati blocchi stradali e tafferugli provocati soprattutto da esponenti di CasaPound. In Ungheria si è iniziata la costruzione di una barriera di filo spinato per impedire l'ingresso a quei disperati scappano dalle zone di guerra e che arrivano a piedi dopo aver attraversato i Balcani.

Non c'è nessuna accoglienza, nessuna pietà da parte del sedicente mondo civile per chi tenta di fuggire dalle guerre che i “nostri governi occidentali”  hanno scatenato per sfruttare, controllare e accumulare sempre maggiori ricchezze.

Gli episodi di vandalismo e violenza di Treviso e Roma ricordano tragicamente situazioni tipiche degli anni che hanno preceduto la seconda guerra mondiale e le leggi razziali. Il nemico è diventato chi sta peggio di noi perché potrebbe toglierci quei piccoli privilegi che crediamo siano il nostro benessere. Le convinzioni che circolano sui migranti (… portano malattie … sono pericolosi per “i nostri figli” … portano degrado … con la loro presenza  fanno deprezzare le nostre proprietà …) sono indicative di un'informazione truffaldina, parziale e pilotata. Una istigazione a un'ignoranza di fondo che impedisce tanto il ragionamento quanto la ricerca di soluzioni al problema. Un'ignoranza che è caratteristica ormai endemica di un modello di sviluppo spaventoso che fa del profitto individuale (e non del miglioramento delle condizioni di vita dei popoli) l'unico fine della vita.

Viviamo in un sistema profondamente ingiusto e cattivo; in un mondo dove una infima percentuale di persone ha la quasi totalità della ricchezza globale e non riusciamo ad accettare che persone come noi si spostino in paesi considerati più ricchi per poter sopravvivere. Ma, soprattutto, non ci ribelliamo contro chi ha creato le condizioni che sono all'origine di questi esodi di massa (chi ha bombardato interi paesi e ha favorito con finanziamenti e armi il terrorismo) e che non sa risolvere un problema certamente complesso ma che può e deve essere affrontato con giustizia e umanità. No! Ci hanno inculcato l'idea che l'unica cosa da fare è scagliarsi contro le principali vittime di questa situazione, contro chi scappa dalla morte e dalla fame. L'accoglienza viene relegata ai margini della società, a chi (si crede) la debba fare per vocazione, volontariato o per “carità cristiana”.

Viviamo (ma il ragionevole dubbio è che lo vogliamo fare) in un mondo di spietato individualismo nel quale il nemico è sempre e comunque il più debole, chi è diverso, chi parla un'altra lingua, chi professa un'altra religione, chi non ha il colore della pelle come la nostra, chi è povero e disperato, chi fugge da terrorismo e devastazione. Ci stanno convincendo che il nemico che dobbiamo combattere è l'innocente.

Stiamo elaborando una visione da “setta” e non da “comunità” che fa presagire un futuro oscuro fatto di campi di concentramento, barriere fisiche e mentali, recinzioni di filo spinato … una tragica guerra tra uguali che può distruggere qualsiasi civiltà. Anche la nostra, quella che vogliono farci credere sia la migliore.

Leggi tutti gli articoli su: profughi, Partito Comunista d'Italia, PCdI

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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