Dentro le banche i risparmi, fuori i poveri
Lunedi 26 Agosto 2013 alle 00:17 | 0 commenti
La foto di quello straccio che cela sotto di sè un essere umano che dorme all'ingresso di un'agenzia bancaria a Porta Castello dice più di ogni parola. Quella filiale è il simbolo dei luoghi in cui ci sono i soldi, tanti veri e frutto del lavoro e del rischio d'impresa, tanti altri, molti di più si legge su rapporti e documenti delle autorità finanziarie europee e mondiali, fittizi e frutto delle speculazioni che hanno prodotto la crisi.
I risparmi di chi ha lavorato, di chi ancora lavora e di chi rischia di suo alimentano quelle banche che a quei soldi aggiungono quelli che hanno ricevuto a miliardi dalla Bce per tappare i buchi prodotti da quelli che chiamano banchieri ma che, a differenza di quelli veri, del passato, che rischiavano in proprio con i propri capitali, non sono che manager, spesso cattivi manager, quasi sempre figli della, pessima, politica.
Sono loro che hanno usato i soldi altrui, magari anche quelli di quello straccio d'uomo della foto, da cui hanno preso e a cui non hanno dato, per produrre buchi negli istituti da loro amministrati venendone sempre addirittura premiati con bonus senza decoro alcuno.
Quel decoro che l'uomo della foto mostra di avere non mostrando un volto che pure potrebbe far vedere per impietosire. Ma non certo i "banchieri".
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.