Riceviamo da Italo Francesco Baldo e pubblichiamo
Vicenza è città patrimonio dell’Umanità , ossia città Unesco. Questo suo titolo dovrebbe sempre e comunque indurre sia i cittadini sia l’Amministrazione comunale, pro tempore presieduta da Achille Variati, a trattare ogni singola parte della città , in particolare il Centro storico con le sue bellezze artistiche, con grande attenzione e rispetto. Ciò per salvaguardare i monumenti e soprattutto evitare in tutti i possibili modi che questi possano venir danneggiati.
Le varie attività devono quindi svolgersi in questa direzione. Purtroppo accade invece che talora questa preziosa indicazione non venga rispettata. E’ il caso del mercato di alimentari che è stato spostato in piazza San Lorenzo, davanti ad uno dei più insigni monumenti della città di Vicenza, che, in precedenza, era situato nella comoda e vicinissima piazza Del Mutilato. Nulla a dire contro il mercato in sè chiaramente, ma in questo caso vi sono bancherelle che arrostiscono e friggono alimenti in modo eccellente, tanto che è un piacere per i cultori assaggiarli. Ma! Il cucinare produce fumi e particelle di olio diventano volatili e si depositano ovunque, come ben sanno le massaie e i cuochi. Questo richiede nelle cucine lavoro di gomito, ma per quanta accortezza si usi, con tutta probabilità parte delle particelle si depositerà inevitabilmente sul Tempio di San Lorenzo e sul monumento al poeta G.Zanella e palazzo Repeta.
Maliziosamente qualcuno ha scritto che coloro che hanno pensato e, come amministrazione dato il permesso al mercato in piazza san Lorenzo, si siano rifatti, per via delle graticole, proprio al martirio del Santo e, forse,del famoso pesciolin con zuppa di cavoli del sonetto zanelliano, turbando magari con i loro profumi i giovani studiosi dei vicinissimi Licei.Â
Ciò che stupisce è il fatto che insigni associazioni come Italia Nostra, il FAI sempre attenti a salvaguardare i monumenti della città di Vicenza non abbiano almeno fatto considerare l’inopportunità del mercato, che può benissimo ritornare dove si trovava in precedenza e non dava, credo, fastidio a nessuno da decenni o in altro luogo meno “delicato†dal punto di vista della salvaguardia dei monumenti. Vicenza, detta fin dal primo Cinquecento da Lucrezio Beccanuvoli, “più bella di Firenzeâ€, ricordiamocelo, avrebbe bisogno, soprattutto nella parte storica, di più attenzione, quella che non viene attuata dall’attuale Giunta, basti ricordare l’infinito cantiere di Porta Santa Croce e, come sa il Sindaco, qualche altro luogo.