Megacentrale. Insurrezione a Monte di Malo
Giovedi 6 Gennaio 2011 alle 19:36 | 0 commenti
I residenti sul piede di guerra ad un anno dalla delibera che ha dato via libera all'Enel (VicenzaPiù n. 204).
"Questa centrale non s'ha da fare, né ora né mai. Per lo meno non qui". Parafrasando il manzoniano don Abbondio, i quattrocentoventi firmatari del comitato di Monte di Malo promettono battaglia ad oltranza, nonostante la decisione dell'Enel di costruire in Contrà Gamba un megaimpianto di trasformazione elettrica da 220 Megawatt stia oramai facendo breccia tra le istituzioni che di primo acchito vi si opponevano.
Dopo la delibera comunale che esattamente un anno fa consentì a Terna, azienda partecipata Enel, di iniziare la fase progettuale dopo l'individuazione dei 90.000 mq su cui posizionare l'impianto che dovrebbe congiungersi con le linee provenienti dal Trentino, il destino di Contrà Gamba pare segnato. Così anche quello di una delle più produttive aziende agricole del territorio, una fattoria modello con una sessantina di mucche, che rifornisce tra l'altro le Latterie Vicentine. "Come faremo a convivere con quel mostro di cemento a pochi metri, con l'inquinamento elettromagnetico generato e col via vai di mezzi che comporterà questa centrale? - lamenta Franco Chiumento, titolare dell'azienda agricola - Dovremo chiudere, in barba alle migliaia di euro investite da poco per rendere più efficiente la produzione. La nostra colpa è lavorare nell'unica area pianeggiante nel raggio di chilometri, ma almeno potevano avvisarci di quanto avevano deciso per noi: lo abbiamo saputo solo dai giornali". Il Comitato "No Centrale", che occupa un frequentatissimo spazio su Facebook (oltre duecento contatti giornalieri), si fa forza con l'appoggio di Legambiente e Coldiretti, però anche su quest'ultimo fronte c'è qualche scricchiolio, motivato dalla necessità di avere più energia, come chiedono a gran voce commercianti ed industriali per evitare i black-out verificatisi di recente. "Sono traviati da previsioni catastrofiche, ma sballate - sottolineano dal Comitato- Basta solo evitare sprechi e razionalizzare le linee, tutt'al più potenziando la vicina centrale di Liviera. Qui le aziende chiudono per la crisi e gli abitanti non aumentano di certo. Dov'è questa necessità di avere più corrente, inquinando e sbancando il poco verde rimasto a Monte di Malo? Perché piuttosto non sfruttano i grandi capannoni vuoti della zona industriale di Schio, tipo quello dell'ex Lanerossi?" L'Enel ribadisce invece di non avere alternative: "Questo è l'unico sito adatto e smentisco che la nostra presenza impedirà all'azienda agricola di operare- sottolinea l'ingegner Guido Volpe- Occuperemo molto meno spazio di quanto sento dire. Dovunque abbiamo installato impianti abbiamo cercato di sederci ad un tavolo con le controparti, trovando compromessi e mai prevaricando". I residenti però non mollano e ventilano altre manifestazioni di protesta, dopo quella dell'aprile scorso, che mobilitò anche persone da paesi limitrofi. "Si tratta di una battaglia di tutti- sottolinea una signora di San Vito di Leguzzano- non solo per gli ecologisti. Parliamo di sviluppo sostenibile e poi violentiamo così il territorio? Qui da noi hanno già fatto danni con una cava di bentonite a cielo aperto, sventrata e poi abbandonata. Nei paraggi c'è il Buso della Rana, paradiso degli speleologi (dichiarato recentemente sito di interesse Comunitario, ndr), se fanno quella centrale non verrà più nessuno. Abbiamo già dato e non permetteremo un altro abuso".
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