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Medicina Nucleare del S. Bortolo, Ulss 6: nuova Spect Tac all'avanaguardia

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 24 Giugno 2016 alle 19:37 | 0 commenti

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L'Ulss 6 Vicenza annuncia che una nuova dotazione all'avanguardia è entrata da pochi giorni in servizio all'Unità Operativa di Medicina Nucleare dell'ospedale S. Bortolo: si tratta di una gammacamera Spect Tac di ultima generazione, frutto di un investimento di ben 700 mila euro e in grado di eseguire scintigrafie con una risoluzione nettamente superiore rispetto all'apparecchiatura precedentemente in uso, dimezzando allo stesso tempo la quantità di radiazioni somministrate al paziente.

Non solo, ma come indica il nome stesso, si tratta di una macchina ibrida, in grado quindi di eseguire anche delle Tac e questo consente un ulteriore salto di qualità nella diagnostica: l'utilizzo integrato dei due esami, infatti, permette una localizzazione molto più precisa dell'anomalia eventualmente riscontrata: «A differenza della Tac - spiega il dott. Pierluigi Zanco, direttore dell'U.O. Medicina Nucleare dell'ULSS 6 - l'esame scintigrafico mediante Spect consente una diagnostica di tipo funzionale, dunque di analizzare il metabolismo e la sua fisiologia, mentre una TAC ci restituisce immagini di tipo strutturale: questo vuol dire che con la Spect possiamo individuare eventuali anomalie molto più precocemente, quando l'alterazione è appunto solo a livello metabolico. Allo stesso tempo, però, abbiamo bisogno della TAC per individuare con precisione dove si trova tale anomalia: in passato dovevamo quindi sottoporre il paziente ai due esami in sessioni distinte e poi confrontare "a occhio" le due immagini ottenute. La nuova apparecchiatura invece ci consente non solo di svolgere entrambi gli esami in un'unica seduta, ma grazie ad un sofisticato sistema di elaborazione il computer associa automaticamente i due esiti, restituendoci così una perfetta visualizzazione e allo stesso tempo una precisa collocazione».

Il tutto, come detto, con una sensibile riduzione della quantità di tracciante radioattivo somministrato ai pazienti, con grande beneficio di questi ultimi naturalmente, ma non solo: ridurre drasticamente la quantità di tracciante significa infatti anche dimezzare i costi di approvvigionamento di questi costosi preparati, consentendo di recuperare nel giro di pochi anni l'investimento per la nuova apparecchiatura.

Una tecnologia all'avanguardia, dunque, che sarà utilizzata per la diagnosi di molte, gravi patologie: in primis quelle cardiovascolari, dove questo esame - sui soggetti a rischio intermedio - consente di prevedere l'insorgere di un infarto entro 12 mesi con una precisione del 99,9% dei casi, come dimostrato da diversi studi internazionali. E poi, molto rilevante, è anche l'attività diagnostica per le patologie ossee, sia tumorali che benigne (es. infezioni, mobilizzazioni di protesi o ancora microfratture da stress), e renali (es. per i più vari disturbi urologici, ma anche nei sospetti di rigetti per i pazienti trapiantati).

Non manca nemmeno una particolare attenzione ai pazienti pediatrici, con la possibilità di trasmettere su un monitor i cartoni animati per distrarre i piccoli pazienti durante l'esame.

4 milioni di euro di investimenti in due anni

La nuova gammacamera Spect Tac si affianca ad un'analoga apparecchiatura, anche questa di ultima generazione, installata nel 2014, mentre da settembre del 2015 alla Medicina Nucleare del S. Bortolo è in funzione anche una nuova PET-TAC del valore di 2 milioni di euro.

Si completa così, in soli due anni, il totale rinnovo tecnologico del Reparto, per un investimento complessivo di circa 4 milioni di euro che rendono l'Unità Operativa vicentina un punto di riferimento nella diagnostica a livello non solo provinciale, ma anche regionale, con una concentrazione di dotazioni all'avanguardia che ad oggi non ha eguali. «Questo non fa che confermare - sottolinea il Direttore Generale dell'ULSS 6 Giovanni Pavesi - il ruolo di ospedale hub del S. Bortolo e la volontà dell'Azienda di continuare a investire nell'innovazione e più in generale nella qualità dell'assistenza ai pazienti. Siamo un ospedale ricco di eccellenze, che in molti ambiti gode di un'importante reputazione anche a livello nazionale, e ci stiamo impegnando per crescere e migliorarci ulteriormente».

Un concetto, quello dell'impegno al miglioramento continuo, sul quale di sofferma anche la dott.ssa Simona Bellometti, Direttore Sanitario dell'ULSS 6: «La possibilità di avvalerci di attrezzature moderne e d'avanguardia pone la nostra struttura nella possibilità di rendere più fluidi i percorsi diagnostico assistenziali e di ottimizzare l'espressione delle competenze cliniche, offrendo così sempre maggiore qualità e comfort al paziente».

La Medicina Nucleare del S. Bortolo

L'Unità Operativa di Medicina Nucleare del S. Bortolo svolge ogni anno circa 28 mila prestazioni, tra cui 8 mila visite, 7 mila scintigrafie e 2.500 PET, numeri tra l'altro destinati ad aumentare con le nuove apparecchiature, che consentono anche di abbreviare gli esami e quindi svolgere un maggior numero di esami nella stessa giornata.

All'attività diagnostica si affianca inoltre quella terapeutica, con 100 pazienti seguiti ogni anno: tra le peculiarità del Reparto vi è infatti anche la disponibilità di 2 stanze appositamente allestite per la permanenza di pazienti radioattivi, utilizzate nel caso di particolari trattamenti terapeutici indicati per alcune forme di disturbi della tiroide, linfomi e metastasi ossee.

Sono inoltre da segnalare l'attività dell'Ambulatorio della Tiroide - che in collaborazione con l'Endocrinologia è in grado di seguire il paziente in tutte le fasi della patologia, dalla diagnosi alla terapia - e dell'Ambulatorio dell'Osteoporosi, che oltre a svolgere gli esami di densitometria ossea è centro di erogazione dei farmaci ad alto costo per questa patologia.

E ulteriori progetti sono allo studio per il futuro, come la creazione di una nuova area per la preparazione dei farmaci radioattivi che consentirà di ampliare le potenzialità dell'equipe vicentina.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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