La Mediazione per le cause civili: vicentini 3 dei primi 13 mediatori giornalisti veneti
Lunedi 12 Marzo 2012 alle 22:00 | 1 commenti
Oltre cinque milioni di cause civili pendenti, con costi che corrispondono all'1% in termini di Pil e tempi medi di attesa processuale che pongono l'Italia al 156° posto al mondo, dietro a Congo e Senegal. La Mediazione civile e commerciale, istituto stragiudiziale creato dal decreto legge 28 del 2010 avrebbe più di un motivo per trovare larga applicazione, ma fatica ancora a decollare, non solo per l'ostracismo di alcune categorie forensi che ne vedono una minaccia alle opportunità di lavoro.
Ma in cosa consiste, questa rivoluzione copernicana (almeno nelle intenzione del legislatore) che nei prossimi anni avrà il compito di alleggerire gli incartamenti depositati nei Tribunali? Innanzitutto l'Italia ha frettolosamente, ma senza esitazioni preso atto di un'apposita direttiva dell'Unione Europea del 2008, che invitava i Paesi membri a studiare vie alternative ai lunghi e costosi processi, specie nelle controversie di modesta entità , sul modello Usa, dove sotto i 40.000 dollari nessuna causa arriva dal giudice. Così in pochi anni, autentico paradosso in Italia, è stata normata la figura del mediatore civile e commerciale, allargando il suo raggio d'azione dalle materie finanziarie a quelle sui diritti reali, passando per materie come la malasanità e la diffamazione a mezzo stampa. Anzi, dal 21 marzo prossimo la Cassazione dovrebbe rendere obbligatorio il ricorso a questo tentativo stragiudiziale, come condizione di procedibilità (cioè indispensabile prima di avviare un processo), anche per le beghe condominiali e le controversie stradali e assicurative. Insomma, sedersi dal mediatore sarà un passaggio obbligato, per ridurre appunto l'intasamento delle aule dei Tribunali. Il mediatore innanzitutto non è un giudice, quindi non emette sentenze, tantomeno un investigatore in cerca di prove che suffraghino le tesi di una delle parti in conflitto. Semmai un facilitatore che, raccogliendo più informazioni possibili dai soggetti coinvolti nel contenzioso, ha l'obiettivo di trovare assieme una soluzione soddisfacente ed accettata da entrambe le parti. "L'approccio della mediazione è win-win, cioè non ne deve uscire un solo vincitore, come accade inevitabilmente di fronte al giudice- sottolinea il dottor Carmelo Lo Bello, commercialista affiliato ad uno dei più importanti organismi accreditati presso il Ministero della Giustizia- il ricorso a questa strada può non essere volontario, ma alla fine lo scopo è quello di ricucire una relazione ed, anzi, rinvigorirla con un accordo che superi le incomprensionio iniziali. Ho sempre creduto molto in questa soluzione, molto prima che il decreto legge numero 28 se ne occupasse, anzi ai miei clienti suggerisco sempre questa alternativa che ha costi e tempi decisamente più accettabili di quelli giudiziari. In situazioni familiari o di vicinato, dove la convivenza e le relazioni comunque sono importanti e possono proseguire, trovare un accordo soddisfacente, magari con reciproche concessioni, permette di restare in buoni rapporti, cosa quasi impossibile dopo una sentenza che segnerà una frustrazione e malcelati rancori in chi soccombe". Tempi rapidissimi, dunque: al massimo quattro mesi per trovare l'intesa, ma la media è inferiore ai trenta giorni, con le parti libere in ogni momento di ricorrere al Tribunale. I costi? Appena 40 Euro per avviare il procedimento, con spese irrisorie anche in caso di successo della mediazione; nessun imposta di registrazione fino a 50.000 di valore del conflitto e perfino un credito d'imposta da 250 a 500 Euro per ogni parte che accetta di sedersi davanto al mediatore professionista.
La curiosità : dall'ultimo corso, il 10 marzo a Padova, sono usciti i primi 13 mediatori giornalisti veneti; tra questi, tre i vicentini e ben due sono penne di questo giornale, presenti per aggiornarsi su nuovi modelli della società civile ma anche per ben documentarsi in prima persona sulle contromisure ai frequenti attacchi subiti (o subendi) con la motivazione, spesso farlocca, della diffamazione a mezzo stampa, uno dei campi principe in cui va applicato l'istituto della mediazione. Non a caso il corso di due mesi si è svolto sotto l'egida dell'Ordine dei giornalisti del Veneto presso lo Studio Lo Bello che aderisce al network Adr, il secondo organismo riconosciuto in Italia dal Ministero.
Ma, problema specifico a parte, se la fiducia nella mediazione si allargherà ,forse i Tribunali saranno meno affollati di faldoni e di gente stressata.
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Anche la foto non include tutti i partecipanti iscritti all'Ordine, il sottoscritto ad esempio non c'è.
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