Matteo Renzi, il giorno dopo
Venerdi 12 Ottobre 2012 alle 11:05 | 2 commenti
Ieri abbiamo fatto per i nostri lettori una sorta di cronaca "minuto per minuto" di Matteo Renzi a Vicenza grazie a un nostro lettore che ci trasmetteva informazioni che abbiamo "elaborato" per i nostri amici. Ora pubblichiamo quella, commentata, di un "citizen writer" (se Monti usa spending review per dire "massacro", noi ci concediamo lo stesso vezzo per indicare i nostri "giornalisti cittadini" o, se volete, "giornalisti di strada"). Ecco il nostro Elio Stenneca, non proprio Renziano.
La maggior parte delle persone era venuta ad ascoltare il rottamatore più che il candidato Renzi ed è stato chiaro quando il pubblico è esploso nell'unica, breve ma sentita, ovazione della serata: era appena stato proiettato l' estratto di un'intervista a D'Alema, eletto dal Sindaco di Firenze simbolo di una classe politica giunta al tramonto.
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La serata potrebbe essere sintetizzata in questo episodio, archiviata come uno dei tanti riti catartici che le comunità usano inscenare nei momenti di crisi, quando anche credere all'uomo della provvidenza risulta difficile.
Molti dunque erano venuti per sentirsi partecipi del processo di "rottamazione" che attraversa l'Italia, altri per ascoltare le proposte del Sindaco di Firenze, candidato del PD alle primarie della coalizione di centrosinistra.
Probabilmente entrambe le tipologie di spettatori, i rottama tori ed i curiosi, devono essere rimaste deluse. Renzi dal palco si è dimostrato poco incisivo e poco propenso a fornire indicazioni programmatiche.
Eppure la serata prometteva bene con il Teatro Comunale stracolmo, decine di persone rimaste all'esterno, l'arrivo di Renzi che prima di entrare in teatro si intratteneva democraticamente con i ritardatari impossibilitati ad accedere. Finalmente l'entrata, applauditissima, e l'introduzione del Sindaco Variati.
Poi tutti si sono trovati ad assistere ad una sorta di "One man show", in cui Renzi, solo sul palco, col microfono abbracciato come usava fare il Berlusconi vecchia maniera, passeggiava su e giù snocciolando critiche, abbozzando battute e, raramente, ventilando proposte di programma, cercando di spiegare che "rottamare" non significa mettere da parte gli uomini bensì i logori modelli della politica. Ogni tanto, per fissare gli argomenti proposti, o forse per riattizzare l'attenzione, era proiettato qualche filmato comico (Crozza che fa la parodia dello stesso Renzi, o Troisi che dialoga con Savonarola).
Forse, se nella serata c'è stato un protagonista vero, questi sono stati gli Stati Uniti di cui Renzi ha elogiato le virtù con frequenti citazioni culminate nel richiamo al senso della comunità di Bob Kennedy e, nella parte finale del monologo, con la proiezione di un toccante intervento del Presidente Obama.
Le cose dette. Molte le critiche alla classe politica di centrosinistra, a chi disprezza il termine "rottamazione", ai vitalizi dei politici, al finanziamento dei partiti, alla mancata presa di responsabilità da parte dello Stato in casi come quelli dell'ILVA e del Sulcis. Ed ancora, un no all'Europa dei tecnici, a chi spreca i Fondi Europei, a chi a sinistra imputa ai piccoli imprenditori l'attitudine all'evasione e a chi pretende di combattere quell'evasione fiscale controllando gli scontrini.
Poche invece le proposte e poco originali. Ricorrere a strumenti simili al "Freedom of information act" per rendere trasparente l'amministrazione pubblica, dimezzare i Parlamentari, differenziare le competenze delle Camere, usare i Fondi Europei per costituire un fondo per agevolare l'accesso al credito, dare la priorità agli asili nido, sostenere il merito affinchè tutti possano avere pari opportunità iniziali per arrivare dove ognuno è capace. Insomma per chi voglia conoscere le proposte di Renzi resta necessario andare sul suo sito. Lì troverà una serie di intenti che però si concretizzeranno in programma politico solo un paio di settimane prima delle elezioni primarie.
Una serata in sintesi poco interessante, spenta, stanca forse come colui che era sul palco a cui comunque bisogna dare atto di aver dimostrato un certo "fair-play" evitando attacchi scomposti agli altri candidati, individuando nelle primarie "un'occasione ghiotta" e soprattutto rassicurando tutti sul fatto che, in caso di sconfitta, non abbandonerà né il partito né la coalizione ed anzi sarà al fianco del vincitore per sostenerlo in campagna elettorale.
Certo D'Alema, come tanti altri politici in TUTTI i partiti, dopo 23 anni è da rottamare, ma come può Renzi accettare tra le sue fila un Variati che di anni in politica ne ha quanti D'Alema ? Dov'è il nuovo? -enzo corani-
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