Matteo Renzi: 18 miliardi di tasse in meno ... ma per chi? E come?
Giovedi 16 Ottobre 2014 alle 23:08 | 0 commenti
Il proclama di Matteo Renzi: 18 miliardi di tasse in meno ... ma per chi? e come? Al solito l'ex sindaco fiorentino, nominato (ahinoi) presidente del consiglio da Giorgio Napolitano, snocciola dati e annunci mirabolanti utilizzando le solite "slide" riassuntive che sono diventate un marchio di fabbrica delle conferenze stampa renziane. Il risultato sembra la réclame di qualche prodotto.
Bei colori, sfumature piacevoli, numeri scritti in grande, diagrammi accattivanti del tipo "potevamo stupirvi con effetti speciali".
Dalle diapositive illustrate da Renzi, le entrate e le uscite si pareggiano (36 miliardi) e rispondono a voci descritte con "titoli" generici. Si viene a conoscenza che le entrate saranno composte da un aumento del deficit (che qualcuno dovrà pur pagare in futuro) di 11 miliardi, da una "spending review" di 15 miliardi, da 1 miliardo proveniente dalle slot machine (con la bizzarria che, tra le "uscite", sono previsti 50 milioni per il contrasto della ludopatia), da 3,8 miliardi (presunti) ottenuti con la lotta all'evasione e così via. Le uscite (investimenti e regalie varie) sono composte sostanzialmente dal bonus di 80 euro (che ci costerà 9,5 miliardi), dal taglio dell'IRAP per 5 miliardi, dalla cancellazione, per i primi tre anni, dei contributi per le assunzioni a tempo indeterminato (1,9 miliardi), da una generica "eliminazione nuove tasse" per 3 miliardi, da 3,4 miliardi di riserva, da 6,9 miliardi di spese a legislazione vigente, da 1,5 miliardi di ammortizzatori sociali ecc. Gli investimenti per ricerca e sviluppo 300 milioni (un'inezia), ci sono 500 milioni alla voce "scuola" (si viene a sapere che 200 milioni verranno dati a quella privata), 500 milioni per le famiglie, 800 milioni per le partite iva. Approfondendo qualcosa, si capisce che, per finanziare la diminuzione delle tasse per gli imprenditori, verranno tagliate risorse a Regioni e Comuni per circa 4 miliardi. Una partita di giro che toglie risorse alle istituzioni periferiche per darle alle imprese. Di fatto, la diminuzione delle tasse proclamata da Renzi, verrà finanziata dai contribuenti onesti che si vedranno aumentare le tasse e le tariffe locali. Per i cittadini sarà un onere aggiuntivo che verrà pagato caro, con la diminuzione dei servizi e l'aumento delle tasse locali per ottenere quelli che resteranno. Al di là degli effetti speciali e dei grafici colorati, Renzi sta proponendo la solita, vecchia soluzione: togliere a una parte (i lavoratori che hanno sempre pagato le tasse) per dare all'altra (i detentori di ricchezza e potere ai quali fa riferimento Renzi che, infatti, non perde occasione di tessere le lodi di Confindustria). Un giro di denaro che peggiorerà la situazione, già drammatica, che viene vissuta dalla stragrande maggioranza dei cittadini. Anche perché, a margine della legge di stabilità annunciata, si possono leggere le condizioni di salvaguardia che, guarda caso, colpiranno i cittadini in maniera indiscriminata. Infatti, se le entrate non copriranno le uscite (e la cosa è più che probabile), scatteranno aumenti dell'IVA e delle accise sui carburanti. Aumenti che tutti pagheranno. Il solito, vecchio metodo di far pagare la crisi soprattutto alla classe medio-bassa.
Ma Renzi ci spiega che, questa, è "una manovra di sinistra". Uno degli ennesimi assiomi/slogan dell'ex sindaco di Firenze, che crede sia vero solo perché lo dice lui. Sostiene, Renzi, che gli imprenditori non hanno più alibi per non assumere. Sarebbe da chiedere a Renzi se sa come il principale ostacolo alle assunzioni, oltre alla demenziale "riforma Fornero" sulle pensioni, sia che non il lavoro non esiste perché, ormai in Italia si produce poco e non che un'ora lavorata costa troppo. Forse la sua poca dimestichezza con il lavoro in generale lo porta a fare affermazioni di questo genere. Infine, Renzi, ribadisce che, questa, è una manovra che abbassa le tasse in una maniera mai vista. All'assemblea di Confindustria ha, infatti, dichiarato che "non ci sarà l'aumento di un centesimo di tasse". Per i padroni che lo stavano a sentire forse sarà anche vero, ma per i lavoratori la cosa è diversa. Molto diversa visto che è più probabile avvenga quanto il ministro Padoan ha detto sull'alta probabilità (quasi una certezza) che le Regioni siano costrette ad aumentare le tasse locali. Padoan ha aggiunto che "i cittadini giudicheranno". E perché non giudicare subito, senza aspettare il tracollo che ci stanno regalando Renzi e soci del governo? Rendiamoci conto che ci stanno truffando e licenziamoli per giusta causa.
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