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Matteo Miotto: la pace con le armi?

Di Lucio Panozzo Giovedi 6 Gennaio 2011 alle 16:08 | 2 commenti

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Matteo Miotto: perché a portare pace si va armati fino ai denti?
La dolorosa perdita del giovane Matteo, ultimo di una serie troppo lunga, ha suscitato, e non poteva essere diversamente, stante lo squallore politico del paese in cui viviamo, la massiccia presenza dei politici, dai più alti gradi ai caporali di zona (Napolitano era assente giustificato per malattia). Quanti di loro si saranno recati a Thiene con il semplice intento di doverosa presenza da parte della "stato"? E quanti di loro invece lo avranno fatto per interesse di partito e visibilità mediatica (le famose passerelle)?

Ognuno ha visto, ognuno può giudicare, il teatrino è sempre quello: L'Aquila docet. Ma al di là delle dichiarazioni di questi cavalcatori di cadaveri di professione (e chiedo scusa ai famigliari di Matteo per questa espressione cruda, ma purtroppo rispondente alla realtà), ho notato altri interventi che mi hanno fatto fremere di rabbia. Ripeto, gli interventi dei politici li lasciamo da parte, troppo complicato rintuzzare le bugie che essi sanno spifferare con tanta raffinatezza.
Da Vicenzapiù on line 04/01, Bepi De Marzi: non accetta l'idea che Matteo sia morto per gli altri. Di grazia, per chi è morto? Per salvare l'Italia? C'è ancora qualcuno che non ha capito le motivazioni profonde che hanno portato alla guerra in Afghanistan e in Iraq?
Da Il Giornale di Vicenza del 05/01, Enzo Gamba: "... Una beffa del destino, un proiettile vigliacco scoccato vilmente da chi non ha volto né onore, ma striscia fra le pietre vendendo morte". Chissà, sig. Gamba, che quel vigliacco non sia uno che ha avuto la famiglia distrutta dai bombardamenti americani, quelli sì coraggiosi, effettuati con aerei senza pilota. Sig. Gamba, cosa farebbe lei se un esercito straniero occupasse il nostro paese e massacrasse le popolazioni di interi paesi inermi? Non le piacerebbe fare il cecchino e abbatterne a decine o a centinaia? A me sì (da poco si sa, dopo che Lucio Panozzo scrivesse, che di scontro a fuoco si è trattato e non di cecchino ... Un'latra triste bugia!, n.d.r.).
Stesso quotidiano, stessa data, sonetto firmato A.D.I.: "Allegro, generoso, vivace/ fra jente maligna, in guera/voevo portare a sta jente pace...". Mi si dovrebbe spiegare qual è la gente maligna: chi difende la propria terra e la propria famiglia o chi invade a scopo di occupazione un paese che non te ne ha dato motivo? E a portare pace si va armati fino ai denti? Non lo trovo un sonetto serio.
Mi pare di tornare ai tempi della guerra d'Africa, anche se non ero ancora nato. Ne parlavo con mio padre, che aveva partecipato all'evento bellico, come poi partecipò alla seconda guerra mondiale. Gli chiedevo, ed ero bimbetto, per qual motivo l'Italia fosse andata ad occupare una terra straniera senza che ci fosse stato un motivo di guerra. Il papà e la mamma, che erano vissuti nella propaganda fascista senza essere fascisti, mi spiegavano che l'esercito italiano era andato in Africa per portare la civiltà. Allora io insistevo: perché ci siete andati con i carri armati e con gli aerei carichi di bombe micidiali e di yprite? E aggiungevo poi, nella mia ingenuità: se avessi dovuto andare io a portare la civiltà, mi sarei armato di vanghe e badili. Il papà aggiungeva che c'erano i ribelli che non accettavano l'autorità del re imperatore, quindi andavano giustamente puniti.
Cambiano i tempi e cambiano i termini, ma il risultato è sempre lo stesso. A quel tempo combattevamo contro i "ribelli", ora combattiamo contro i "terroristi" (o contro, col solito inglesismo, i più nobili insurgents, n.d.r.). Devo aggiungere che i Savoia combattevano contro i "briganti" nel sud dell'Italia dopo averlo conquistata con la forza?
Matteo è stato vittima inconsapevole della propaganda menzognera di politici senza scrupoli, servi del potente di turno, ed è l'unica verità che si può trovare in questa tristissima storia, mentre la cruda realtà è una giovane vita spezzata pianta da tutti noi e una famiglia distrutta per sempre dal dolore.

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Commenti

Inviato Giovedi 6 Gennaio 2011 alle 18:29

Purtroppo ho dovuto perdere un po? di tempo per registrarmi ma penso valga la pena commentare un simile articolo.
Egregio signor Panozzo, sicuramente lei non conosceva l?Alpino Matteo, ciò che trovo più sconfortante e che neanche si è documentato prima di prendere carta penna e calamaio per stendere queste righe.
Matteo sottolineava il fatto che molti, e lei ha voluto non smentirlo, si ricordano dei nostri Militari all?estero solo quando succede qualche fatto luttuoso, lo aveva ribadito dopo la scomparsa dei quattro compagni saltati su un IED, oppure senza inglesismo ?na bomba?.
Noto con piacere che lei si occupa di geopolitica in modo serio e attivo e propina lezioni a tutti, l?Italia oltre che il Paese di cinquanta milioni di allenatori e anche il Paese di altrettanti dispensatori di consigli che rimangono ben comodi nelle loro poltrone a dire ? si potrebbe fare?.
Altrettanto vedo che lei e anche uno storico, mi potrebbe citare in quale parte del mondo e nella storia si è portata la civiltà con vanghe e badili?
Cosa facciamo in medioriente è sicuramente sopra le mie capacità capirlo e la invito da giornalista di andare in luogo per poter riferirci di persona ma dimenticavo che lei è un critico letterario.
Arrivederci al suo prossimo articolo.
De Marchi Giuliano
Inviato Domenica 23 Gennaio 2011 alle 10:12

Abbiamo pubblicato il suo intevento anche sul sito (dopo che la sezione Commenti ha avuto un blocco tecnico). Spero si apra un dibattito, di sicuro con Lucio Panozzo..
Il Direttore
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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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