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Matteo Marzotto guarda all'Asia con Dondup

Di Rassegna Stampa Lunedi 20 Febbraio 2017 alle 10:00 | 0 commenti

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«La mia quota? Meno del 5 %», svela Matteo Marzotto. E la quota in questione è quella che l’ex direttore generale e numero uno di Valentino, background nel tessile-moda iniziato nella Marzotto, l’azienda di famiglia, ha preso mesi fa in Dondup fondata da Manuela Mariotti e Massimo Berloni alla fine dei ‘90. Meno del 5% che pesa però parecchio. Non solo perché Marzotto ha assunto anche la presidenza ma, forte della sua capacità di networking globale, ha il mandato da parte della proprietà di far correre lontano il gruppo moda, partendo dalla base di Fossombrone, nelle Marche. E proprietà vuol dire il fondo L-Catterton entrato nell’azienda nel 2010 con una quota di minoranza e che oggi detiene l’80% di Dondup, con il restante 20% diviso tra il co-fondatore Massimo Berloni e Matteo Marzotto.

Lontano vuol invece dire, fino in Asia. «Sono stato in Cina, a Hong Kong, e in Giappone», dice a Corriere Economia, Marzotto. E anticipa: «Ci muoveremo verso quei mercati e nel 2017 prepareremo lo sbarco negli Usa». Non solo retail tradizionale, però. La strategia di Marzotto, che aveva rilanciato un brand storico della couture come Vionnet (poi venduto all’imprenditrice kazaka, Goga Ashkenazi), avrà anche un’estensione digitale. «Abbiamo già deliberato l’investimento per una piattaforma di ecommerce, da strutturare partendo da zero, che ci consenta di raggiungere il pubblico dei millennials. L’ambizione è ridare fiato a un marchio che adesso fattura circa 60 mila euro, con un centinaio di dipendenti. Con Andrea Ottaviano, managing director di L-Catterton che mi ha chiamato in Dondup e con il quale condivido il piano di sviluppo, l’obiettivo è far crescere il brand all’estero lavorando con il nuovo ceo Marco Casoni (che già aveva fatto squadra con Marzotto per Valentino ed era socio in Vionnet, ndr .). E sto valutando una collaborazione con Eco-Age per avviare un percorso-certificazione di sostenibilità». Usa e Asia. E l’Italia? «Continueremo a investire anche in Europa, in Italia con uno show room a Roma ad aprile e forse un monomarca — chiude Marzotto che è anche vicepresidente esecutivo Ieg, Italian exhibition group e siede nel cda di Brunello Cucinelli —. Poi lavoreremo sul mercato tedesco e del Nord Europa».
Di Enrica Roddolo, da Corriere Economia


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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