Mathilde Mwamini testimone delle donne d'Africa
Venerdi 30 Settembre 2011 alle 07:24 | 0 commenti
In occasione della sua presenza alla iniziativa organizzata dalla Cisl di Vicenza a sostegno del conferimento del Premio Nobel per la Pace alle donne africane abbiamo intervistato Mathilde Mwamini. Mathilde è direttrice del “Centro Olame, per la promozione della donna†operante nella città di Bukavu (Repubblica Democratica del Congo) dove è anche nata.
Spesso l’immagine che si ha della donna africana è quella di chi deve fare i lavori più pesanti, accudire ad una famiglia numerosa e subordinata al potere maschile
 Questa è l’immagine tradizionale della donna africana. Non c’è ancora una realtà diversa da questa immagine perché la nuova donna in Africa deve ancora venire, ma sta maturando. E’ lei infatti la spina dorsale dei nostri Paesi e lo è attraverso il suo lavoro, il suo coraggio, la sua determinazione. Perché la donna ama la vita. Dicevo: la situazione della donna in Africa comincia a cambiare grazie all’educazione e all’istruzione. Così comincia a prendere coscienza della sua identità e comincia anche sempre più a prendere coscienza del suo ruolo nella società . Questo è un fatto di capitale importanza, fondamentale. E così, a poco a poco, comincia a dialogare con gli uomini. Le donne che hanno avuto la fortuna di essere state istruite cominciano a sensibilizzare le altre donne e sempre di più capiscono che devono solidarizzare fra loro, per il lavoro, per il microcredito e per cominciare ad influenzare gli uomini ed avere lo spazio di parola con loro. Ma anche e soprattutto, parlo del Congo, per influenzare dei cambiamenti nella Costituzione e nel Codice della famiglia che devono riconoscere i loro diritti fondamentali.
La religione ha un effetto sulle condizioni delle donne africane?
Sì, ad esempio con la scolarizzazione che rende la donna è più libera perché può uscire per partecipare ad incontri. Anche il Vangelo parla della donna portatrice di dignità in quanto è fatta immagine di Dio e anche nel Vangelo si vede che Cristo stesso ha voluto correggere l’immagine della donna e davanti a Dio abbiamo tutti lo stesso valore.
La crescita dell’Africa è bloccata dalle guerre interne, di africani contro africani.
Le guerre hanno questo effetto, però vogliono farci credere che sono intestine, ma se si va ad analizzare bene la situazione è dall’esterno che vengono tirate le fila di queste guerre.
Per le donne africane emigrare è una occasione per migliorare la propria vita?
Parlo per il mio Paese e guardo alla mia città . Qui poche donne pensano di emigrare perché da noi si può vivere bene, è un bel vivere, è il paradiso. In Africa è cominciata la Creazione. Tutto comincia da là e là c’è tutto per vivere felici. Se non ci fosse questa guerra ed un cattivo governo si potrebbe accogliere noi persone che verrebbero dall’esterno a vedere il nostro paese. La guerra in Congo ha causato 2 milioni di profughi interni ed esterni. Pochi hanno idea di cosa sia questa guerra: è la terza guerra mondiale d’Africa. Ci sono stati 5 milioni di morti e il mondo non lo sa neanche che della sua esistenza. Ancora oggi non c’è ancora la pace perché ci sono molti gruppi armati. Se non c’è una attenzione da parte degli altri Paesi su queste milizie sarà difficile poter portare la pace.
A cura di Cisl Veneto
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