Mara Bizzotto e 15o° dell'unità d'Italia: ben poco da festeggiare senza federalismo
Sabato 8 Gennaio 2011 alle 18:07 | 0 commenti
Mara Bizzotto, Lega Nord - C'è ben poco da festeggiare senza federalismo: ai cittadini non interessa questa festa, ma che siano risolti i veri problemi della quotidianità ". "Strumentali gli attacchi della sinistra e della CGIL Veneto contro la Lega. Pensino al proprio passato: chi ripudiava il tricolore e baciava la bandiera rossa dell'URSS?"
"Festeggiare un'unità che esiste solo a parole e che, in un secolo e mezzo, ha preso le sembianze del centralismo romano, mi sembra poco opportuno e poco saggio. E, soprattutto, non c'è niente da festeggiare sino a quando non sarà completato il federalismo, l'unica vera grande riforma che può tenere in piedi questo sgangherato Paese".
Queste le parole della Parlamentare Europea della Lega Nord, Mara Bizzotto, in merito alle polemiche sui festeggiamenti per il 150° anniversario dell'unità d'Italia.
"In questo momento ci sono cose e problemi ben più importanti a cui pensare che la festa per l'unità d'Italia - chiosa l'onorevole Bizzotto- Ai cittadini, del Nord e del Sud, interessa ben poco una festa del genere: ai cittadini interessa piuttosto che la classe politica, invece che perdersi in pomposi festeggiamenti fini a se stessi, affronti i veri problemi quotidiani della gente, in primis quello della mancanza di posti di lavoro e della chiusura di molte aziende. Altro che sperperare soldi pubblici per la festa dell'unità ..."
"La cosa che trovo inaccettabile è la retorica ipocrita sul tricolore che accompagna i discorsi di tanti esponenti del mondo della sinistra - conclude l'onorevole Mara Bizzotto- L'ultimo esempio è quello del segretario della CGIL del Veneto, Emilio Viafora, che attacca maldestramente la Lega: questo signore farebbe bene a pensare ai suoi vecchi compagni di partito e di sindacato che, sino alla caduta del Muro di Berlino, rinnegavano e ripudiavano il tricolore, preferendo baciare le bandiere rosse con falce e martello della loro amata Unione Sovietica, nemica dell'Italia e della democrazia occidentale. A dimostrazione, questo, dell'assoluta strumentalità delle polemiche antileghiste di una certa sinistra e di un certo sindacato sempre più in caduta libera".
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