Manovra, maggioranza nel caos ed Enti locali in piazza. Richiamo di Napolitano su evasione
Lunedi 22 Agosto 2011 alle 13:08 | 0 commenti
Rassegna.it - Domani arriva in Senato il testo del decreto da 45 miliardi di euro con cui l'Italia tenta di anticipare il pareggio di bilancio. Ma i contenuti sono ancora incerti e tra Lega e Pdl è scontro sul nodo pensioni. Enti locali in piazza contro i tagli
In un crescendo di polemiche, scontri e proteste, la cosiddetta manovra bis del Governo Berlusconi si appresta a varcare le porte del Parlamento per iniziare il suo iter. Domani, martedì 23 agosto, il testo del decreto predisposto in fretta e furia in pieno agosto dall'esecutivo, arriverà in commissione Senato per poi passare all'esame dell'aula il prossimo 5 settembre.
Ma se il calendario è chiaro, molto meno chiaro è il contenuto su cui il Parlamento comincerà a lavorare. La manovra è infatti tutt'altro che decisa. Restano aperti capitoli fondamentali, come il nodo pensioni, su cui la Lega continua a sbarrare la strada al Governo.
Lo ha ribadito con chiarezza in un'intervista alla Stampa il ministro Roberto Calderoli: "Il capitolo pensioni è chiuso. E' stata siglata un'intesa tra Berlusconi e Bossi", facendo intendere che gli sforzi di Alfano per una mediazione sono inutili. "Con il Pdl - spiega Calderoli - siamo già giunti ad un compromesso. Per esempio, abbiamo permesso che il progressivo innalzamento dell'eta' pensionabile delle donne che lavorano nel settore privato sia anticipato dal 2020 al 2016. E' un punto di equilibrio".
Dalla Lega arrivano poi altri semafori rossi per alcune proposte avanzate nei giorni scorsi dalla maggioranza: no all'aumento dell'Iva, che "farebbe crescere l'inflazione e colpirebbe i consumi, quindi le persone". "Non mi sembra - osserva Calderoli - un'idea geniale". Quanto allo scudo bis "è un'invenzione dei giornalisti. Nessuno ne ha mai parlato".
Una strada possibile per la Lega è invece quella della tassa sul lusso: "Su una certa metratura delle case, oppure sul fatto che forse è necessario avere una macchina e non due, o non avere lo yacht o la barca". No, infine, alle privatizzazioni: "Non mi metto a privatizzare oggi a questi prezzi". E Montezemolo? "Si occupi della Ferrari, non mi sembra che faccia politica. A meno che - conclude il ministro - non lo faccia sotto mentite spoglie".
Quindi, con il veto leghista sulle pensioni, si complica la strada per raggiungere i saldi previsti (45 miliardi di euro). Tanto più che c'è l'altro fronte caldo, quello degli enti locali, che non accenna a raffreddarsi, anzi. Oggi va in scena la prima protesta con una manifestazione davanti alla Prefettura di Torino proclamata da Uncem, Anci, Legautonomie e Anpci Piemonte, ma gli enti locali annunciano un fitto calendario di mobilitazione per contrastare i tagli annunciati dal Governo.
"Siccome non si può fare una crisi di governo, faremo un ultimo tentativo per dire alla Lega che è ragionevole che vivendo più a lungo si vada in pensione più tardi - ha replicato in un'intervista il segretario del Pdl Angelino Alfano - è chiaro che ogni decisione sarà maturata insieme. Gli amici della Lega spero colgano che la riduzione dei tagli agli enti locali può essere bilanciata da un intervento sulla riforma delle pensioni".
In attesa che i leghisti "colgano" (Bossi commenta però con l'ennesima pernacchia), Alfano mobilita il Pdl, giocando su più fronti. In settimana, tavolo con gli Enti locali: alla riunione parteciperanno pure il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, il presidente dell'Unione delle Province italiane, Giuseppe Castiglione, e Osvaldo Napoli, presidente Anci.
Nel frattempo, stasera il Pd si riunisce con il segretario Pier Luigi Bersani per mettere a punto le controproposte e sul fronte pensioni arriva l'avvertimento di Rosy Bindi: "Noi non accettiamo che ritoccando le pensioni si voglia far cassa a danno di lavoratori e pensionati. Non vogliamo che ancora una volta a pagare i costi del risanamento e della crisi siano coloro che hanno sempre pagato". Per la presidente dell'assemblea nazionale del Pd, "prima di parlare di pensioni vogliamo vedere se c'è e qual è la proposta di riforma del welfare del governo".
Antonio Di Pietro, dal canto suo, propone pure un'altra ricetta, insieme ad alcuni esponente del Pd, ovvero vendere le sei frequenze televisive che starebbero per essere assegnate: "Vanno messe all'asta e gli incassi devono essere scalati dalla manovra - scrive il leader dell'Italia dei valori - in sostituzione dei tagli agli enti locali, cioè, in soldoni, ai servizi per i cittadini, alla sanità , all'istruzione, ai trasporti pubblici".
Intanto, ieri il Capo dello Stato è intervenuto (per la prima volta nella storia) al meeting di Comunione e Liberazione lanciando un duro monito contro l'evasione fiscale: "Anche al di là della manovra oggi in discussione, e guardando alla riforma fiscale che si annuncia - ha detto Giorgio Napolitano - occorre un impegno categorico; basta con assuefazioni e debolezze nella lotta a quell'evasione di cui l'Italia ha ancora il triste primato, nonostante apprezzabili ma troppo graduali e parziali risultati. E' una stortura, dal punto di vista economico, legale e morale, divenuta intollerabile, da colpire senza esitare a ricorrere ad alcuno dei mezzi di accertamento e di intervento possibili".
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