Manovra e privatizzazione servizi pubblici: lettera aperta a Napolitano e a forze politiche
Giovedi 25 Agosto 2011 alle 22:36 | 0 commenti
 
				
		Forum italiano dei movimenti per l'acqua - Il 12 e 13 giugno il voto referendario di ben 28 milioni di cittadine e cittadini italiani di ogni espressione politica ha chiaramente indicato la voglia di partecipazione attiva alle decisioni importanti per il Paese: servizi pubblici locali, beni comuni, energia, giustizia. Chiara è stata la risposta dei cittadini: NO alla privatizzazione dei servizi pubblici locali d'interesse generale, a partire dalla gestione dell'acqua ma non solo, NO ai profitti del mercato sui beni comuni essenziali.
Le persone hanno chiaramente indicato alla rappresentanza politica una  nuova stagione che metta al centro l'essere umano e i beni comuni e non  le agenzie di rating e la speculazione finanziaria.
Purtroppo il  governo non solo non ha ancora attuato le indicazioni referendarie  retrocedendo sulle privatizzazioni già attuate e abolendo i profitti  sull'acqua ma, con la manovra economica in fase di discussione  parlamentare e già approvata con Decreto Legge n. 138 del 13 agosto  scorso, ha riproposto (negli articoli raggruppati sotto il Titolo II) in  altra forma la sostanza delle norme abrogate con volontà popolare.
Infatti,  l'articolo 4 ripresenta il vecchio Decreto Ronchi e persino nuove date  di scadenza per le prossime privatizzazioni dei servizi pubblici locali.  Addirittura l'articolo 5 arriva a dare un premio in denaro agli enti  locali pur di convincerli a lasciare al mercato delle privatizzazioni i  propri servizi essenziali per le comunità. Un premio che dovrebbe  servire per fantomatici investimenti infrastrutturali quando invece ai  Comuni vengono sottratti trasferimenti essenziali per le loro funzioni.
Tutto  ciò - oltre a non rispettare la volontà di partecipazione e le  decisioni che i cittadini impongono ai rappresentanti politici - è una  chiara violazione della Costituzione poiché il popolo italiano si è  pronunciato con referendum contro l'affidamento al mercato di tutti i  servizi pubblici locali previsti dal Decreto Ronchi, e tale decisione è  vincolante per almeno cinque anni (come affermato dalla giurisprudenza  costante della Corte Costituzionale).
Purtroppo ciò sta avvenendo in  un colpevole silenzio politico generalizzato che non rispetta il voto  dei cittadini (di qualsiasi colore politico).
Ci rivolgiamo a tutte  le forze politiche affinché non deformino l'esito referendario e  rispettino l'indirizzo chiaro della volontà popolare.
Ci rivolgiamo  al Presidente della Repubblica affinché, in aderenza al Suo ruolo di  garante della Costituzione, non permetta che siano riproposte leggi che  violano l'esito dei referendum popolari.
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