Manager donna rendono le imprese più competitive? Dieci aziende venete a confronto sulle “buone prassi” di parità
Martedi 17 Maggio 2016 alle 15:31 | 0 commenti
Regione Veneto
Più donne nei consigli di amministrazione e nei ruoli dirigenziali rendono le imprese più competitive e più solide. Lo dimostrano i risultati del progetto comunitario “She decides, you succeed†promosso da Aidda (associazione italiana delle donne imprenditrici e dirigenti d’azienda) e dalla federazione delle associazioni delle donne imprenditrici dei paesi del Mediterraneo (Afaemme, in sigla) con la Regione Veneto in dieci note imprese venete con oltre 50 dipendenti.
Morellato (cinturini per orologi), Ligabue (logistica), Rubelli (tessile), Berengo (metalmeccanica), Brugi (abbigliamento), Tognana Porcellane, Polidoro (fornaci e bruciatori), Tommasini (abbigliamento), Brazzale (derivati del latte) e Stonefly (calzature). Dieci realtà aziendali, che contano quasi 1800 occupati, di cui 780 sono donne, ma poche presenti ai vertici. Dieci esperienze ‘di successo’ aziendale, interessate a confrontarsi sulle ‘buone pratiche’ nel promuovere la presenza e l’apporto professionale delle donne, che Aidda e Regione.
“Abbiamo sostenuto questo progetto europeo perché crediamo che la questione delle pari opportunità nel mondo delle imprese debba essere affrontata con un approccio culturale e organico, promuovendo il primato femminile nel merito - afferma l’assessore regionale alla formazione, lavoro e alle pari opportunità – Le dieci storie di imprese venete evidenziano che la presenza della donna nei quadri e nei vertici, ha introdotto, senza clamori, forme di conciliazione tra il tempo di lavoro e tempo di vita, flessibilità e attenzione verso il ruolo familiare, senso di appartenenza, valorizzazione delle relazioni interpersonali, incentivi alla produttività , investimenti nei percorsi di formazione e qualificazione. Tutti elementi di welfare aziendale che vogliamo valorizzare nella programmazione delle politiche regionaliâ€.
“Con le aziende dove abbiamo registrato un ‘gap’ di presenza femminile abbiamo preferito promuovere un confronto aperto per valutare insieme difficoltà e sfide da superare“, ha messo in luce la consigliera di parità del Veneto Sandra Miotto, che ha svolto il monitoraggio in collaborazione con le aziende e la rete provinciale delle consigliere di parità .
La presenza femminile in azienda, soprattutto nei ruoli di responsabilità gestionale, risulta essere – secondo Aidda-Afaemme - un fattore propulsivo per la crescita, la produttività e la creatività aziendale: gli studi condotti dimostrano che le imprese con una maggior presenza femminile nei Cda hanno migliorato le proprie performances del 14% negli ultimi sei anni, a fronte di un più 10% di tasso di crescita registrato dalle imprese guidate esclusivamente da uomini. Le imprese guidate da donne o dove le donne ricoprono ruoli-chiave hanno una maggior propensione all’innovazione, intercettano prima delle altre le nuove tendenze del mercato, offrono un clima di relazioni interne più favorevole, sono più propense a praticare forme di welfare aziendale volte al benessere lavorativo, fanno delle relazioni (interne ed esterne) un valore aggiunto e decisivo. Inoltre la presenza delle donne nei Cda risulta essere anche un fattore di garanzia contro i rischi di fallimento e di dissesto finanziario, che risultano ridotti al 20 % rispetto a quelle a guida esclusivamente maschile.
Affiancata dalla presidente nazionale di Aidda Franca Audisio Rangoni (amministratore delegato della Dual Sanitaly, l’azienda della linea Gibaud) dalla presidente regionale Isabella Chiodi (manager Ibm), Sandra Miotto ha riepilogato i punti di forza e di criticità della presenza delle donne emersi dal confronto condotto tra le aziende venete: “Spesso sono le donne che si pongono dei limiti, e si confinano in ruolo amministrativi e non dirigenziali, in realtà sono brave, hanno coraggio e determinazione, sono elemento propulsivo di innovazione. Ci sono settori, come la meccanica, dove sono pressochè assenti, anche a causa di pregiudizi culturali e di difficoltà del nostro sistema formativoâ€. “Ma là dove hanno osato, sfidando storiche barriere culturali, hanno dimostrato di essere vincenti e promotrici di benessere aziendale ed esistenzialeâ€, ha sottolineato la consigliera di parità , ponendo dialetticamente a confronto le dieci aziende venete del monitoraggio con alcune aziende a guida ‘in rosa’: la Bertolaso di Zimella (Verona), 130 anni di storia nella meccanica, la padovana Solgar di Anna Giuliani (prodotti nutrizionali) e la trevigiana Silcart di Carbonera.
Gli esiti del monitoraggio veneto saranno presentati il 9 giugno a Barcellona, nel meeting europeo promosso da Afaemme, che farà sintesi di quanto rilevato nelle 180 aziende monitorate nei 5 paesi europei aderenti al progetto europeo: Italia: Spagna, Gran Bretagna, Lituania e Romania.
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