Mafia a Vicenza
Venerdi 6 Agosto 2010 alle 09:30 | 0 commenti
La mafia a Vicenza, quella intesa in senso tradizionale, discendente di padrini e mamma santissimi con tanto di coppole e lupara, la puoi trovare, intanto, a S. Pio X, presso la Sezione Collaboranti della Casa Circondariale. Lì soggiornano, già da qualche tempo, in comode celle -"suite" pluriomicidi, taglieggiatori ed altri ominidi di presunto onore.
Sono lì perchè pentitisi per mero calcolo processuale, al fine di veder convertiti gli ergastoli cui erano predestinati ad una breve e benevola penitenza ecumenica. Una redenzione, peraltro, foriera pure di vantaggi economici, visto l'assegno di mantenimento che, come previsto dai programmi di protezione, codesti signori percepiscono mensilmente per se e le loro famiglie. Un vitalizio quasi di tipo parlamentare, che sta a sottolineare le frequenti similitudini che accomunano da tempo mafia e politica.
Ma Cosa Nostra a Vicenza, semmai esista ed operi fuori dalle mura del carcere, è un'altra cosa. L'associazionismo criminale berico non è dedito ai patti di sangue, ma tutt'al più a qualche brindisi con spritz Campari color sangue annacquato.
Eppure non illudetevi: nelle "Cupole del Palladio" il Male è presente anche se non si manifesta con uguale, plateale evidenza. Il malcostume e l'omertà sono diffusi anche qui da noi.
L'imprenditoria criminale prolifica e dove può sponsorizza riciclaggi bancari ed elettorali. Magnagatti e Gattopardi si spartiscono utili ed incarichi nei Consigli di Amministrazione delle stesse società per delinquere.
Basti pensare ai "matrimoni d'affari" celebrati tra Sud e Nord per lo smaltimento di rifiuti o l'evasione programmata di cartiere in costante contatto tra loro, da Canicattì a Creazzo. Senza dimenticare la crescente corruzione che sembra sempre più delineare, anche a livello locale una nuova, preoccupante forma di costume.
Insomma la mafia c'è, anche se sotto forma di una pianta dai fiori e dai frutti rigogliosi, ma ... velenosissimi.
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