Made in Italy, l'e-commerce di Develon da Altavilla a Miami
Domenica 28 Dicembre 2014 alle 12:16 | 0 commenti
di Federico Nicoletti
Il Made in Italy trascina l'e-commerce di Develon negli Stati Uniti. Da Vicenza a Miami, con uno sbarco digitale trainato dal progetto, tutto materiale, di lanciare oltreoceano prodotti italiani. Perché è questo l'aspetto più interessante della svolta dell'azienda digitale di Altavilla Vicentina guidata da Lorenzo Gottin (nela foto), 9 soci, 7 milioni di euro di ricavi e una partecipazione al 25% nel capitale di Veneto Sviluppo, la finanziaria regionale entrata un anno fa per sostenerne la crescita.
Il passaggio si consumerà il 1. gennaio 2015, con la costituzione, a Miami, di Fully Commerce corporation. La società è per ora ancora di Develon, ma nasce in partnership con Uniters, che ha un'opzione su parte del capitale di qui a un anno. Uniters, negli Usa, è il colosso della consegna di mobili e arredamenti, da cui gli acquirenti acquistano anche le estensioni di garanzia, non fornite dai rivenditori. Un'azienda con uffici a Miami e magazzini in North Carolina, che sta alle spalle di catene distributive come Macy's e JcPenny.
«E che ha 75 persone al call center di assistenza clienti. Risponde in inglese e spagnolo e ha severissimi criteri di efficienza e qualità - racconta Gottin -. Risorse fondamentali, per chi voglia sviluppare un e-commerce». Come fa Develon, che pensa che quello sia il pezzo da agganciare, nel caso degli Stati Uniti, per sviluppare anche lì Fully Commerce, la piattaforma di vendita sviluppata nel frattempo da una sua costola societaria. La piattaforma fornisce un servizio completo, dal posizionamento digitale del prodotto al pagamento on line, fino alla gestione delle fatture e alla consegna a casa, liberando le aziende dalle incombenze, dopo aver messo a disposizione la merce. Formula che ha conquistato clienti come i magazzini Cisalfa, l'abbigliamento per motociclisti di Dainese e le scarpe da trekking di Zamberlan, gli zaini di Invicta-Seven e i doposci Moon Boot, fino agli articoli e gadget della multinazionale Reckitt Benckiser, con i logo Durex e Scholl.
Nel caso degli americani, il primo contato risale a un anno fa. L'idea lanciata da Vicenza a Miami è semplice: il tuo business ruota intorno al riempire magazzini e movimentare merci; io posso fornirti prodotti Made in Italy che vendo in e-commerce. «Interessante - rispondono in sostanza gli americani - tornate quando ci saranno i risultati di business». Ritorno che avviene in tempi rapidi: «Fully Commerce l'anno scorso è partita con 8 store e ricavi per 1,2 milioni di euro - racconta Gottin -; quest'anno gli store sono diventati 36 e i ricavi 3,6 milioni e l'anno prossimo prevediamo salgano a 7».
Gli americani sono a Vicenza a giugno, passano al vaglio i dati forniti da Develon. Nuova sessione a settembre; prima di Natale, a Miami, si chiude la trattativa decisiva. Fully Commerce corporation diventa operativa il 1. gennaio 2015 e dal 1. febbraio saranno on-line negli Usa gli e-commerce dei primi tre marchi: Dainese, Zamberlan e Seven-Invicta. Con due sviluppi rilevanti. Il primo: è l'interesse per i prodotti di qualità del Made in Italy che dà l'opportunità a una società digitale italiana di entrare negli Usa. Il secondo: Develon apre una sede a Miami, con tre esperti catapultati da Vicenza, per seguire il proprio e-commerce.
Il che la dice lunga sull'idea del digitale che si può far ovunque: «Tutt'altro, l'e-commerce per gli Stati Uniti lo devi sviluppare là - dice Gottin -. Mercato e clienti sono diversi: gli italiani guardano anche alla presentazione del prodotto, gli americani alla sostanza. La comunicazione, l'analisi del prezzo, la logistica: è tutto diverso. Elementi che devi conoscere». Salvo un'altra verità : a spingere il Made in Italy via digitale negli Usa meglio siano esperti italiani, che hanno «respirato» la cultura che ha creato quei prodotti. Fronte che apre subito un problema, per Develon, come già non bastassero i concorrenti a rubare gli esperti digitali che l'azienda forma con la sua scuola interna: «Già si sta aprendo la corsa - dice Gottin - ad andare a Miami». Opportunità che dovrebbero cogliere immediatamente anche le aziende di casa nostra. Perché significa uno sbarco senza gli aggravi di una presenza fisica diretta: «Sì, è così - dice Gottin -. Quante aziende vorrei portare? Il più possibile. Gusto e cultura estetica laggiù stanno evolvendo rapidamente. I nostri partner americani ci credono molto: la sede dell'azienda ce l'hanno messa in piedi loro in tre giorni; e a rigore non sono nemmeno soci».
Il che, al contrario, fa capire quanta strada ci sia da fare ancora in Italia. Dove Develon cerca di fare lo stesso. Tra aziende poco interessate e difficoltà sulle merci: «Sto cercando un operatore di logistica - conclude Gottin - che ci sostenga e creda nell'e-commerce. Iniziando dal modo in cui ci si presenta nelle consegne». La ricerca, ovviamente, è ancora aperta.
*Da Il Corriere de Veneto
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