Ma cosa stiamo diventando?
Sabato 12 Febbraio 2011 alle 22:58 | 0 commenti
Quasi una settimana fa, il 6 febbraio scorso, 4 bambini sono morti bruciati nel rogo della capanna dove abitavano. È successo a Roma in un campo abitato da rom. Una tragedia devastante frutto anche del degrado e della discriminazione. Impensabile che possa accadere in uno dei paesi più ricchi del mondo.
Da quel giorno si sono susseguite dichiarazioni e affermazioni che hanno poco a che fare con l'essere persone umane.
Si sono scatenati i più bassi istinti, intrisi di gretto razzismo e cinismo. Episodi, non isolati, che indicano un declino culturale e civile del nostro paese. Non possono essere sottovalutati.
Tiziana Maiolo, ex portavoce di Fli in Lombardia (ha dato le dimissioni proprio in conseguenza a quanto ha affermato), ha "esordito" affermando che "Tutte le etnie sono integrabili tranne i rom" e ha proseguito dicendo che "è più facile educare un cane che un rom". Cesare Bossetti, consigliere regionale lombardo della Lega Nord, non si è alzato in piedi durante il minuto di silenzio per ricordare la terribile morte dei 4 bambini perché "era occupato a leggere il giornale". Quattro bambini muoiono bruciati e la cosa non interessa chi è nelle istituzioni. Indifferenza, cinismo, vero e proprio razzismo.
Oggi a Roma sono comparse scritte aberranti "Rom, -4", "Rom raus" firmate con la svastica. Frasi di odio, frase razziste, firmate con il simbolo del nazismo.
Ma cosa sta diventando l'Italia? Cosa stiamo diventando noi italiani?
Questi non sono episodi dovuti al delirio di qualche persona mentalmente malata. Sono il risultato di una politica culturale che si fonda sulla disuguaglianza, che promuove la discriminazione, che individua "nemici" in chiunque è "altro" da noi. Una politica culturale che ci presenta un futuro cupo, fatto di sospetto e di odio verso il "diverso". Il fascismo e le leggi razziali sono nate così, un poco alla volta sfruttando i sentimenti più bassi del popolo, hanno inculcato nelle menti il mito della "razza eletta". Non dobbiamo considerare le dichiarazioni della Maiolo, l'indifferenza di Bossetti o le scritte di Roma con sufficienza quasi fossero espressione di folklore. E, soprattutto, non dobbiamo pensare che queste siano cose normali.
Dobbiamo avere il coraggio dell'indignazione. La situazione in Italia sta degenerando. Ognuno di noi è coinvolto in questo degrado politico e culturale. Sta ad ognuno di noi impedire che il fascismo possa riprendere il controllo delle nostre menti. Ribelliamoci al conformismo.
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