L'urlo di Golia. Strozzato in gola
Mercoledi 7 Marzo 2012 alle 20:06 | 0 commenti
Ieri abbiamo riportato l'accusa dei colleghi di ThieneOnline.it a Il Giornale di Vicenza.it di aver "copiato" e, soprattutto, definito "in esclusiva" un loro indubbio scoop. «Le notizie non si copiano e se le riprendi, devi citare la fonte: la denuncia di ThieneOnLine», questo era il titolo di ThieneOnLine e il suo direttore, Rosa Natalia Bandiera, ci dava gli elementi per confortare le sue "lagnanze" verso Il Giornale Di Vicenza. Oggi il responsabile del settore web de Il Giornale di Vicenza, anzi no, non lo è, ci dirà dopo, un altro povero collega, di cui a questo punto non diamo il nome, che conserviamo, però, gelosamente, ci ha cortesemente telefonato per darci la sua versione.
Salvo, subito dopo, minacciarci che se non avessimo «tolto» il pezzo in oggetto avremmo subito le ire funeste di tutti i numi tutelari di Via Fermi, da ieri attrezzati con stuoli di legali contro i Davide dell'informazione. Gli abbiamo spiegato, allora, che avevamo tutte le buone intenzioni di questo mondo, tra cui, ovviamente, riportare le sue considerazioni, ma che mai e poi mai avremmo cancellato un libero (che parola vecchia!) articolo per giunta supportato da dichiarazioni documentabili di un'altra collega. Di questa, allora, e del suo rapporto col GdV ci ha raccontato vita, morte e miracoli prima di arrivare all'esposizione della sua tesi: «è lei che dice il falso, per giunta è, anzi era, una nostra collaboratrice tra le più importanti nella cronaca della sua area e, quindi, i contenuti del suo sito erano nostri a prescindere da qualche manchevolezza nostra nel titolare la notizia come "esclusiva"».
A quel punto scattava addirittura l'ipotesi di una pizza intorno alla quale condividere qualche critica, ad esempio, ad un'eccessiva sovrapposizione di tenutari di uffici stampa e di firme giornalistiche ...
Messa da parte la fastidiosa e ricorrente alternanza tra toni suadenti e accenti un pizzico, diciamo, da "tu non sai chi siamo noi", per spirito di colleganza, quindi e addirittura, gli ho detto a quel punto, al responsabile, non responsabile : «Mah, ti mando via mail una sintesi minimale della tua smentita così controlli che la mezzora dei nostri sproloqui siano sintetizzati al massimo ma per esprimere al meglio, per te, il tuo disagio verso "l'ingiusta accusa"».
Non l'avessi mai fatto perché quello che avevo sentito era diventato un sogno spamico una volta spedito con un Outlook evidentemente contraffattore! E lì altre malcelate minacce e diffide via mail terminate finalmente con una frase umana: «Tu sei il direttore responsabile del sito (sarebbe un giornale web, ma pazienza, siamo Davide, ndr) e proprietario anche mi par di capire, per cui è logico che puoi esporti in prima persona senza coinvolgere nessuno. Io sono dipendente di un Giornale (g maiuscola? ndr), non sono il responsabile del sito, e non posso parlare a nome del Giornale (che fede nel bis maiuscolo!, ndr), l'unico che può farlo è il direttore».
Insomma il povero collega, che aveva parlato al posto del direttore, oggi assente, in effetti, per dolorosi motivi familiari, si riscopre umanamente indifeso dopo aver usato toni da golia(rdi) e si appella al dipendentato, quello che però gli faceva definire, dall'alto del lavoro monotono, ben pagata la (ex) collaboratrice free lance, colpevole non solo di voler difendere l'orgoglio di aver dato una notizia prima di altri, e questo grazie anche ai suoi collaboratori come per lo scoop in simil esclusiva, ma soprattutto di ribellarsi pubblicamente a chi, secondo l'accusatrice, scopiazzerebbe e, peggio, si attribuirebbe lo jus primae notitiae.
E si riscopre indifeso, dopo aver brandito la voce, pur non potendo parlare a nome del ... Giornale, contro chi scrive, solo perché chi lo sta facendo ora, ma in maniera cristianamente auto censoria sui numerosi dettagli per non stressare ulteriormente il coraggioso collega dipendente dal ... direttore, ha osato dire: «ti do spazio per sostenere le tue ragioni usando le tue reali affermazioni».
Affermazioni? Parola impegnativa per la bocca di alcuni lanciatori di sassi. Quando sbattono contro un muro. Reali? Un insulto all'informazione. Dalle parti di via Fermi.
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