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Lungo il fiume Retrone confronto sull'ecosistema acquatico e su “Acque Comuni”

Di Note ufficiali Sabato 6 Ottobre 2018 alle 18:13 | 0 commenti

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Hanno abitato per 132 ore - riporta un comunicato stampa di Acque Comuni - l’acquario-cassonetto creato dallo scultore vicentino Alberto Salvetti, l’installazione river-specific “C’È VITA ANCORA” realizzata per “Acque Comuni” e presentata al pubblico domenica scorsa nel Giardino del Teatro Astra. Ed oggi hanno fatto ritorno alle acque del fiume Retrone, che costituiscono il loro habitat naturale: si tratta di 29 alborelle, 5 scardole, 2 tinche, 2 anguille, 3 barbi, 1 cavedano, 2 persico reale, 2 carpe, 3 carpe a specchi e 1 luccio. 

Il rilascio è stato effettuato oggi alle ore 9 alla presenza dell’autore dell’opera e del responsabile del Servizio Pesca della Provincia di Vicenza Francesco Zanotto, che ha seguito fin dall’inizio la procedura per il collocamento degli esemplari e si è occupato personalmente della loro immissione nelle vasche. 

L’invito a partecipare a questo momento è stato esteso a tutta la cittadinanza ed è stato l’occasione per tornare a confrontarsi sulle tematiche che l’opera di Salvetti ha voluto veicolare: la conoscenza della vita, troppo spesso ignorata, che popola i nostri fiumi, la sua biodiversità, l’equilibrio che è necessario venga rispettato perché essa non vada distrutta e quindi una presa di coscienza forte dei danni arrecati dalla contaminazione delle acque. La conversazione, dal titolo “LA VOCE DEL FIUME. SPECIE AUTOCTONE E ALLOCTONE” è stata arricchita da un intervento di Francesco Zanotto sull’aspetto normativo che regola il nostro rapporto con i fiumi, e in particolare l’immissione di specie alloctone, nocive per l’ecosistema. È stato invece il biologo Giuseppe Maio di Studio Aqua Program ad offrire un contributo sugli aspetti legati alla vita nei corsi d’acqua e ai suoi delicati equilibri.

L’opera verrà ora disallestita e trasferita alla Galleria ARTantide / Arte Etica di Verona prima di essere riproposta nei contesti espositivi che hanno già manifestato l’interesse ad ospitarla, tra cui la Biennale d’Arte di Venezia. Gli esemplari delle specie alloctone che abitano due dei tre cassonetti-acquario (6 persico trota, 1 persico sole e 2 pesci gatto, originari dell’America settentrionale e centrale, e 1 pesce siluro, 1 carassio dorato – altrimenti detto ‘pesce rosso’ - 5 carassi, 2 cobite e 2 rodeo amaro, originari dell’Europa orientale e dell’Asia ma tutti presenti nei nostri fiumi) non potendo essere rilasciate nel Retrone faranno ritorno alla Piscicoltura Menozzi, che si dedica al rilascio di fauna ittica autoctona per sostenere la biodiversità nei fiumi italiani e che li aveva trasportati a Vicenza il giorno stesso dell’inaugurazione dell’opera.

“Le persone rispettano più facilmente ciò che vedono e conoscono – ha spiegato Alberto Salvetti, da sempre è impegnato in una ricerca scultoreo-performativa dedicata allo studio del mondo della biodiversità animale e del medio-ambiente che lo ospita -. Da qui è nata l’idea di trasformare dei cassonetti dei rifiuti in acquari: per mostrare a tutti che il fiume è qualcosa di vivo, di popolato, che ospita ancora oggi una ricca biodiversità che ci chiede oggi più che mai di essere tutelata”.

Salvetti, che ha fatto del mettersi in gioco in prima persona una cifra distintiva delle sue performance - come negli attraversamenti urbani con sculture animali in spalla in collaborazione con il Progetto LIFE WOLFALPS e il MUSE di Trento o la performance ‘Il volto di una gabbia’ in cui egli stesso era rinchiuso per esprimere la limitatezza dello spazio spirituale in cui spesso ci troviamo a vivere e la possibilità di liberarsi attraverso la crisi – ha per la prima volta con quest’opera ospitato degli animali vivi.

“Questa scelta non è stata semplice dal punto di vista etico, perché inizialmente ho avuto molti dubbi – ha proseguito Salvetti -. Ma del fiume possono parlare solo i pesci. E meglio di me riescono a comunicare qualcosa che ha a che fare con la vita. Il rilascio dei pesci che faremo sabato è, in scala infinitesimale, un’imitazione di quanto fanno ogni giorno gli operatori della Provincia per il ripopolamento dei nostri fiumi e la reintroduzione di specie per tutelarne la biodiversità, minacciata dalle trasformazioni dell’ecosistema legate all’antropizzazione. Quello che ho fatto è stato sospendere, per 6 giorni, il tragitto di questi pesci dall’allevamento al fiume, con l’obiettivo di realizzare una vetrina didattico-museale temporanea. Un modo per dare voce a queste creature, che diversamente rischiano di rimanere invisibili, proprio come spesso passa inosservato il lavoro quotidiano, preziosissimo e imprescindibile dei forestali che operano per la salvaguardia dell’ecosistema. Così, il disappunto espresso da alcune persone per la reclusione, sia pur temporanea, che ho imposto a questi pesci è per me la voce che queste persone hanno dato a questi esseri viventi muti, cosa per cui le ringrazio davvero. Nel Retrone, sabato, vorrei poter rilasciare un numero infinitamente più grande di pesci. Ma spero di aver contribuito con la mia opera a far sì che, da oggi, i vicentini si affaccino dai ponti della città con uno sguardo nuovo, pronti ad ascoltare la voce delle creature dell’acqua. E che magari, la prossima volta, la liberazione dei pesci in città avverrà in acque in cui anche le persone saranno tornate a nuotare”.

L’appuntamento è stato infine l’occasione per presentare un bilancio di “Acque Comuni”, il festival itinerante lungo i fiumi Timonchio, Bacchiglione e Astichello, promosso da Viacqua e curato da EQuiStiamo / Vaghe Stelle, che dal 27 al 30 settembre ha visto una carovana di amministratori pubblici ed esperti camminare da Santorso a Vicenza attraverso 8 Comuni, accompagnati ad ogni tappa da una serie di eventi pubblici per sviluppare in maniera condivisa uno sguardo nuovo e contribuire alla costruzione di un governo virtuoso delle risorse idriche. Sono intervenuti il presidente di Viacqua Angelo Guzzo, il sindaco di Santorso Franco Balzi e il portavoce di Vaghe Stelle / EQuiStiamo Mirco Corato.

“Il nostro mestiere come azienda è quello di garantire a 550mila cittadini e a 69 comuni un sistema efficiente di acquisizione e depurazione delle acque – ha dichiarato Angelo Guzzo, tutelando l’ambiente in maniera scientifica e organizzata. Ma altrettanto importante è saperlo valorizzare: ‘Acque Comuni’ è stata in questo senso un’occasione di eccellenza per la sensibilizzazione intorno al bene comune e al patrimonio acqua e ci ha permesso, camminando, di conoscerne tanti diversi aspetti, dai depuratori ai pesci, dalla vita all’utilizzo come forza motrice per lo sviluppo industriale. Non ci rendiamo mai abbastanza conto di quanto la qualità della nostra vita sia legata all’efficienza dello scarico fognario e dell’impianto di depurazione, che nel nostro territorio sono legati prevalentemente al Bacchiglione e che in generale richiedono, per essere efficaci, dei fiumi in salute. Ecco perchè, in ultima analisi, la qualità della nostra vita è indissolubilmente legata alla salute dei fiumi. Per questo, anche a nome dell’Assessore Zoppello, ringrazio Vaghe Stelle e Franco Balzi per aver proposto a Viacqua questo progetto, che vogliamo continuare a sostenere e far crescere perché crediamo sia un esempio virtuoso di come si possano accogliere gli stimoli provenienti dal mondo dell’associazionismo trasformandoli in un’occasione per fare meglio il nostro lavoro”.

“Come cittadino sono felice di partecipare oggi alla tappa conclusiva di un percorso che ho seguito fin dal suo inizio, un anno fa – ha dichiarato Franco Balzi -. In questi 4 giorni, camminando dalle sorgenti del Timonchio fino al Bacchiglione ho potuto vedere in un modo del tutto nuovo, dagli argini dei fiumi, luoghi che prima avevo sempre visto dalla strada. Ed è stato come scoprirli per la prima volta. Abbiamo un territorio meraviglioso che però spesso conosciamo poco. Un territorio ferito, anche, che si porta dietro errori vecchi di 50 o 60 anni a cui non abbiamo ancora posto rimedio. Come amministratore, penso che il compito di un sindaco sia accompagnare e valorizzare le istanze che vengono dal basso: come quella che è arrivata da Vaghe Stelle, che unisce l’entusiasmo ad una visione ben precisa e lungimirante del territorio. C’è grande soddisfazione, inoltre, per il coinvolgimento di ben 8 Comuni dell’asse Timonchio-Bacchiglione e l’interesse di altri lungo l’Agno, il Chiampo, l’Astico e il Ceresone a partecipare il prossimo anno: un bell’esempio di quell’idea di sovracomunalità tanto importante per moltiplicare le risorse.

“Siamo partiti un anno fa da un’idea forte: una carovana in cammino dalla montagna alla città e un festival – ha concluso Mirco Corato -. Abbiamo camminato per 4 giorni, con una carovana di circa 45 persone tra amministratori, esperti e 2 gemellaggi extraregionali con le associazioni ‘Paese dell’Acqua’ di Sassinoro in Campania e ‘Pietre parlanti’ di Lavagna in Liguria; e ancora, circa 50 tra artisti, guide e relatori che sono interventi in più di 20 eventi che hanno costellato il nostro cammino: 3 tavole rotonde, 4 visite guidate, 2 discese fluviali, 3 tratti di cammino condivisi, 1 incontro con l’autore, 1 proiezione, 1 mostra fotografica, 1 spettacolo, 1 silent play, 1 installazione artistica e 1 reportage fotografico. Tante anche le persone che hanno partecipato, in particolare agli eventi all’aperto, lungo gli argini o in packraft, pensati con l’obiettivo di riavvicinare le persone al fiume. Abbiamo inoltre coinvolto 2 scuole: la Scuola media di Santorso che ha passato una giornata a Fabbrica Saccardo e fatto un’esperienza di esplorazione e monitoraggio nel torrente, e il Liceo Martini di Schio che ha partecipato ad un laboratorio sulla lettura del paesaggio. Siamo partiti dal Tretto, dove il Timonchio ha scavato nella roccia creando delle cascate meravigliose, e siamo arrivati a Vicenza dove le pietre sono state ricomposte a creare ponti e palazzi. Siamo passati per Fabbrica Saccardo, la zona industriale di Schio, il depuratore, le rogge della campagna maranese, la confluenza tra il Leogra e il Timonchio. E sotto i nostri piedi, lungo il Timonchio in secca, una delle falde più importanti d’Europa, fino ad arrivare alla zona tra Dueville, Caldogno e Villaverla dove l’acqua torna in superficie attraverso le polle di risorgenza; e infine seguire le anse del fiume Astichello fino al capoluogo. Un’esperienza importante, carica di significati anche politici, che ora inizieremo a riprogettare per la prossima edizione”.

“Camminare con la carovana è stato meraviglioso – ha fatto sapere con una nota il Sindaco di Marano Vicentino Marco Guzzonato -. Abbiamo ragionato sul nostro territorio per prospettare possibili scelte e direzioni per la gestione delle risorse idriche e abbiamo ascoltato esperienze e testimonianze di altri territori. Con semplicità abbiamo osservato il nostro ambiente riscoprendo la sua bellezza e le sue problematiche”.

“C’È VITA ANCORA” è realizzata grazie al sostegno di AIM, Askoll, ARTantide.com, Ferrodesign, Servizio Pesca Provincia di Vicenza, Servizi Veterinari ASL 6, Paper Fish Biology, AF Sport, Piscicoltura Menozzi.

ACQUE COMUNI è realizzato con il sostegno di Aim, Askoll, Chimica Ecologica, Maistrello, Gollin, patrocinata dalla Provincia di Vicenza e dai Comuni di Santorso, Schio, Marano Vicentino, Villaverla, Dueville, Monticello Conte Otto, Caldogno e Vicenza, in collaborazione Sassinoro Paese dell’Acqua, Riverland, Pietre Parlanti, Porto Burci, La Piccionaia, Agritour, Confluenze, Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta, Legambiente Vicenza, Legambiente Circolo Airone Monticello Conte Otto, Ecotopia, Dedalofurioso, Che tempo fa, Iva Team, Movimento salvaguardia ambiente.

Informazioni: [email protected] – 340 5787705 – www.facebook.com/ acquecomuni/


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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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