Luisa Multinu: una scrittrice nella rete
Domenica 4 Novembre 2012 alle 11:00 | 0 commenti
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Di Christian Farina
Incontriamo Luisa Multinu all'orario dell'aperitivo, appoggiati al bancone del bar, come quello che nel racconto "Il batterista", separa costantemente la protagonista dall'uomo oggetto delle propria ricerca, mentre prepara, con un contorno di musica "commercialotta", cocahavana e gin tonic. 28 anni Luisa, lisci capelli rossicci che cadono sulle spalle scoperte ed un fisico di quelli che certamente non passano inosservati mentre passeggia per le stradine di Recoaro Terme, comune dov'è cresciuta e vive a tutt'oggi, anche se la fisionomia ed il cognome tradiscono le origini sarde che il nonno trasferì ai piedi delle piccole Dolomiti negli anni '50.
Blogger, fotografa, poetessa e, naturalmente, scrittrice, ha candidato "Il batterista" al concorso "Racconti nella rete 2012" e che, sbaragliando 1300 concorrenti, ha vinto, grazie anche alla ricerca di un linguaggio fresco e giovanile, ben coniugando neologismi e figure onomatopeiche tipiche del linguaggio utilizzato dai giovani nel web.
Non è il primo riconoscimento per la giovane scrittrice che ha già visto pubblicate alcune "fatiche" in un'antologia poetica di Edizioni Damocle, che però non ha dato "la svolta" alla sua carriera, anche se chiarisce: «è sempre bello vedere riconosciuti e pubblicati i propri sforzi, aiuta a trovare la forza per continuare».
«Ho sempre desiderato scrivere, sin da quando ero piccola piccola -ricorda Luisa- pensa che a quattro anni ho scritto il mio primo romanzo, fatto a disegni».
Talento innato, il suo, tanto che poi frequenterà la facoltà di Lettere Moderne prima a Padova e poi a Venezia seguendo un percorso di studio particolare, partecipando a numerosi laboratori di scrittura creativa, anche se precisa «la Laurea che ho conseguito, in questo momento, nel contesto in cui mi trovo, non serve a molto».
Infatti, per vivere, la bella scrittrice, come la protagonista del suo racconto, davvero prepara cocahavana e cubalibre dietro al bancone della discoteca, così ci confessa: «c'è ovviamente una parte di personale in ciò che ho scritto, volevo dire delle cose ed ho usato delle situazioni reali per comunicarle, ma non è propriamente una scrittura autobiografica, così come anche la ricerca della figura paterna nell'uomo del desiderio è un po' studiata, c'è un che di psicologico».
Crash, un bicchiere cade a terra frantumandosi nel calpestio della folla che inizia a gremire il locale e si alterna al bancone, «devo andare al lavoro -ci dice Luisa sfruttando l'interruzione per guardare l'orologio appeso al muro- gli avventori del bar mi attendono».
Clap Clap, Lulù, ma... sarà uno di loro il protagonista del tuo prossimo successo?
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