Lucio Zoppello, l'intervista di fine anno
Sabato 2 Gennaio 2016 alle 17:00 | 0 commenti
Un'intervista per fare il quadro sulla situazione di Vicenza a cavallo dell'anno nuovo. Un modo per dare voce agli esponenti di tutte le forze politiche attive sul nostro territorio, per fare il punto su alcuni temi caldi della nostra cittadina, dalla politica, alla cultura, passando per ambiente e nuove prospettive. Tra quello che a Vicenza non c'è più, e quello che potrà avere dall'anno che nasce, a quello a cui mira a lungo termine.
Iniziamo da quello che Vicenza perde in questo 2015. A partire da una grande realtà del territorio dal futuro incerto, la Banca Popolare di Vicenza. I piccoli azionisti hanno visto le loro azioni crollare di valore, e ora solo una spesa da parte degli investitori può salvaguardarne la “vicentinità . Per quasi 150 anni la Banca Popolare di Vicenza è stata un punto di riferimento istituzionale importantissimo per i vicentini, e non solo, e per l'economia del nostro territorio. Non so se lo potrà essere ancora in futuro, lo auspico comunque pur avendo più di una perplessità . Certo è che la responsabilità dell'attuale grave situazione non può che essere ascritta alla "governance" degli ultimi due decenni, che di sicuro non ha saputo assolvere il mandato affidatole da migliaia di azionisti, in particolar modo i piccoli, con capacità e lungimiranza e probabilmente anche con onestà e correttezza, tradendo la loro fiducia e facendo ingiustamente pagare a loro gli errori commessi. Per la  Fondazione Teatro Comunale, che registra già un passivo, sono venuti meno i finanziamenti di Confindustria, ci sono stati pesanti tagli da parte della regione, la BpVi ha forse lasciato intendere che anchÂ’essa sarà fuori dai giochi. Certamente anche la situazione della Fondazione Teatro sembra avere un futuro prossimo alquanto grigio. Anche in questo caso la futura carenza di risorse sembrerebbe dovuta a una quantomeno insufficiente gestione, che non ha saputo cogliere per tempo gli evidenti segnali di ridimensionamento dei possibili contributi, e che non ha saputo muoversi in direzione dell’adozione e della ricerca di fonti di finanziamento sostitutive. Quello che a noi sembra ancora mancare in sala Bernarda è un’opposizione seria. Non tanto nella misura di “andare controâ€, quanto nella capacità di essere propositivi e stimolanti per la maggioranza. Sin da quando ci siamo costituiti come gruppo consiliare abbiamo affermato, e in tal senso ci siamo caratterizzati, come la nostra opposizione sarebbe stata "propositiva e costruttiva" e non contraria a prescindere. Per questo ci siamo impegnati molto nei lavori delle varie commissioni consiliari dove, a differenza che in consiglio, la maggioranza è più "ricettiva" alle proposte e alle migliorie formulate dalle opposizioni. Un significativo esempio è stato il tema del passaggio dell'AV/AC per Vicenza, il cui dibattito è ancora in corso, che ci ha visto formulare delle significative proposte poi recepite e fatte proprie dal consiglio comunale. Anno nuovo, nuovi problemi, in quest’ultimo periodo si delineano le nuove tendenze e le vecchie criticità con cui si dovranno fare i conti in futuro. La prima che vogliamo discutere riguarda un problema molto attuale, il problema profughi è quasi costantemente all’ordine del giorno, ma a questo si aggiungono forme di discriminazione verso alcune categorie, come i portatori di handicap e gli omosessuali che possiamo racchiudere sotto la grande etichetta della “paura del diversoâ€. Il tema è molto complesso, sicuramente la crisi economica che da diversi anni ci attanaglia ha accentuato i vari fenomeni e le conseguenti situazioni di disagio (scarsità e/o perdita del lavoro, separazioni, figli minori, sfratti, ecc. ...) che in alcuni casi sono andati a sommarsi a difficoltà già presenti o latenti, interessando di sicuro in primis la popolazione immigrata ma, in misura sempre maggiore, anche i vicentini. Ritengo che su temi così importanti, per le dirette conseguenze che comportano alle persone coinvolte, le risposte debbano essere le più serie e concrete possibili, certamente non demagogiche o populiste usando un termine ora molto in voga, ma soprattutto giuste, in funzione dei reali e oggettivi bisogni dei singoli cittadini interessati. Un altro dei grandi problema della Vicenza che verrà è legato all’ambiente, alle opere pubbliche, alla cementificazione. Borgo Berga è l’esempio lampante di questa difficoltà , le cui responsabilità sono ancora argomento di dibattito. Anche questo è un argomento molto controverso di cui si è dibattuto molto nella Terza commissione consiliare, la difficoltà degli argomenti, molto tecnici, ma soprattutto l'indagine della magistratura in corso mi fanno rimandare ogni considerazione a momenti successivi, quando saranno disponibili ulteriori elementi di valutazione. In questa sede mi limito a dire che sulla scorta di quanto finora emerso qualche dubbio mi è venuto, dubbi che auspico dunque vengano chiariti in un prossimo futuro. In aggiunta ai problemi vogliamo cercare di far luce anche su quelle che sono le opportunità che ha la città di Vicenza per rilanciarsi nei prossimi anni. Un primo punto, ritornando al discorso sulla cultura, sta nel fatto che l’amministrazione si sta effettivamente per un rilancio turistico della città , in ottica culturale ma anche economica. Concordo sulla necessità di questa sinergia che ritengo imprescindibile per Vicenza, per la sua lunga storia culturale e per le notevoli sue potenzialità turistiche. Ritengo che l'autofinanziamento più che un auspicio sarà sempre più una necessità , una situazione che sarà impossibile ignorare o non considerare prioritaria da qui in avanti. Certamente nelle future programmazioni dovranno essere evitate scelte come quelle adottate per le tre ultime grandi mostre, che se da un lato hanno visto un particolare successo di pubblico, dall'altro hanno comportato per l'amministrazione comunale nessun ricavo (vedi biglietti venduti i cui proventi sono andati in toto all'organizzatore) e qualche onere che poteva essere gestito in maniera diversa e migliore (vedi allestimento fisso di difficile adattabilità come invece richiede lo spazio all'interno della basilica al fine di ospitare eventi di diverse caratteristiche). Della storia culturale della città fa parte anche il club calcistico, vittima di problemi societari, ancora incerta sui finanziamenti e la possibilità di acquisto di Vi.Fin., dal futuro incerto e con uno stadio che deve essere ripensato. L'affetto per i colori biancorossi e per lo storico "Menti" mi porterebbero a valutare positivamente le varie ipotesi, alcune particolarmente suggestive, sul recupero e ampliamento del vecchio impianto. La razionalità dell'amministratore pubblico mi porta invece a preferire un sito diverso (Arena degli Eventi) in considerazione delle difficoltà logistiche che un nuovo impianto nel vecchio sedime comporterebbe alla luce delle criticità che già ora quel quartiere deve sostenere in occasione delle partite; criticità che non potrebbero che accrescere, vista l'aumentata attrazione di mezzi e persone che i vari progetti propongono. Meglio dunque spostare lo stadio e riqualificare l'intera area consentendo gli adeguati sviluppi al vicino polo universitario. Altresì per quanto riguarda gli oneri per la costruzione (o ricostruzione) di un nuovo stadio ritengo che questi debbano essere a totale carico della società professionistica, in maniera del tutto analoga a quanto avviene per una qualsiasi azienda privata che costruisce la propria sede operativa con le proprie risorse finanziarie. Sono infatti convinto della necessità , in particolare in questi difficili momenti, per una pubblica amministrazione di concentrare i propri sforzi al miglioramento e al potenziamento degli impianti sportivi usufruibili dai semplici cittadini, e la cui domanda è ancora significativa. Vicenza rischia di “perdere l’ultimo trenoâ€, quello che le permetterebbe di essere uno dei tasselli della rete di trasporto europeo a medio e corto raggio: la linea TAV e l’Alta Capacità , con il raddoppiamento della linea ferroviaria. Sono sempre stato sostenitore del passaggio dell'AV ora AC per Vicenza città , in quanto lo ritengo un punto essenziale per il futuro della città nei prossimi decenni. Esattamente un anno fa eravamo alle prese, in vista del successivo voto in consiglio, con la valutazione dello studio di fattibilità e con l'ipotesi delle due stazioni ("Fiera" e "Tribunale"). Ora, in attesa del progetto definitivo, e in considerazione di un percorso partecipativo inizialmente "castigato" dai tempi ristretti e contingentati sembra profilarsi una soluzione per il "nodo" di Vicenza molto diverso. Soluzione senza la stazione "Tribunale" e, con molte probabilità , con la conferma della stazione storica. Tutto ciò a seguito di studi comparativi fra le varie ipotesi che, come ebbi a dire in commissione, danno la sensazione di una ricerca finalizzata a giustificare queste nuove scelte, molto diverse dalle precedenti, che andranno valutate, sia nella loro specificità che nell'ambito della loro funzione all'interno della complessa infrastruttura, una volta note definitivamente. Tra i tanti treni che sta perdendo Vicenza c’è forse quello in cui ci sentiamo più coinvolti noi, quello dell’informazione. Alcune realtà sono sparite, la stampa locale soffre a livello generalizzato, e l’informazione giornalistica fatta da professionisti è sempre più ridotta. La pluralità dell'informazione è fondamentale per la democrazia, effettivamente nel panorama locale a parte le testate storiche e in tempi più recenti con l'avvento di internet di alcune on line, dalle alterne fortune,  in città non possiamo registrare un proliferare, o quantomeno una presenza significativa, di organi d'informazione. L'auspicio è che la "qualità " sopperisca ancor di più alla scarna "quantità ". Un’ultima domanda, sul ruolo e sul futuro delle aziende partecipate, sull’input governativo che spinge alla loro riduzione e la spinta alla privatizzazione. Sinteticamente ritengo che le aziende partecipate abbiano un senso solo se con la loro attività portano significativi vantaggi ai cittadini che usufruiscono dei loro servizi. Diversamente vanno liquidate, il prima possibile. Per il futuro un'unica riflessione va certamente fatta per AIM e sulla necessità che si strutturi e potenzi quanto prima per affrontare adeguatamente le prossime vitali sfide che nuove regole e mercato richiedono. Per concludere quali sono i suoi auguri?
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