Lucio Turra: il cattolico chiamato a portare l'Ipab sulla retta via
Sabato 27 Giugno 2015 alle 17:53 | 1 commenti
Turra? Chi è costui? È la domanda che si sono fatti, nel sentire il nome del neo eletto presidente dell'Ipab, sia qualche consigliere dell'opposizione che qualcuno all'interno del Pd. In effetti Turra ha poco che fare con la politica in senso stretto, anche se la sua candidatura - a consigliere - è stata proposta dall'associazione civica Vicenza Capoluogo il cui presidente, Giovanni "John" Giuliari era visto come "papabile" per il ruolo che invece è andato a lui.
«Ho fatto un passo indietro - commenta Giuliari - Turra non è un uomo di Vicenza Capoluogo ma una persona preparata e al di fuori delle logiche di partito. Alla mia rinuncia è seguita il suggerimento al sindaco di fare un consiglio non legato ai partiti e per la prima volta l'Ipab si caratterizza per una scelta civica. In ogni caso noi non abbiamo fatto nessuna pressione su Variati». Di certo, dopo un commissariamento di stampo prettamente politico, con un Zantedeschi vicino al centro-destra arrivato al posto dell'ex presidente Gianni Rolando - accusato dalla stessa Regione di "gravi irregolarità gestionali" - la scelta di Turra sembra essere una mossa alquanto strategica di Variati. Il quale, quando l'acqua arriva a essere troppo alta, ha più volto dimostrato la sua abilità di saper sgorgare il lavandino.
L'Ipab che si trova Lucio Turra, classe 1957, di professione bancario ma sopratutto legato a filo doppio al mondo cattolico - visto che è stato presidente dell'Associazione Cattolica vicentina dal 2008 al 2014 e attualmente consigliere nazionale della stessa associazione - è un istituto sistemato a metà , dalla mano pesante ma non sempre efficace del commissario, tra tagli sull'orario dei dipendenti e alienazioni non andate a buon fine. In più è un'Ipab che risente della concorrenza di strutture più moderne e che si trova ad avere posti letto vuoti con conseguente penalizzazione di tutta la struttura. Infine, c'è quel buco di bilancio di svariati milioni di euro da sanare e un passato fatto di due commissariamenti di fila: quello di Rolando e quello del precedente presidente, Gerardo Meridio, sostituito dopo che l'ente, oltre a problemi istituzionali (con le dimissioni in massa, nel 2009, di cinque consiglieri su nove) risultava avere anche - così scriveva la Regione - una «grave situazione economico -finanziaria».
In queste condizioni e con un bilancio che dal 2003 non vede la luce, Variati non poteva permettersi altri errori. E se la scelta più logica era quella di affidare la presidenza a Giuliari, che ha sempre avuto un forte mal di pancia nei confronti della carica affidata a Rolando, la sua incoronazione sarebbe sembrata comunque ancora troppo politica. In questo senso, Variati, ha fatto un tiro di sponda invidiabile per chiudere la partita, aperta con le dimissioni da consigliere di Giuliari ai tempi della riconferma del sindaco, e sistemare la faccenda in sospeso con i consensi del mondo cattolico.Â
A parte Gianni Cristofari, l'unico ad avere avuto una carica in Ipab come consigliere e l'unico ex consigliere comunale (all'opposizione, con i Ds, durante l'era Hullweck) il resto della squadra è puramente tecnica. Ci sono due medici. Franca Bonetto e Bruna Stocchiero, quest'ultima titolare di un incarico di assistenza per non autosufficienti e c'è Fabio Mantovani, il presidente dell'ordine degli avvocati di Vicenza, visto di buon occhio anche da una parte dell'opposizione. «A parte il presidente degli ordine degli avvocati, esperto in materia di personale - conferma Francesco Rucco, Capogruppo di Idea Vicenza - mi sembra un CdA di basso profilo. Spero comunque possano fare il meglio per un ente in difficoltà . Aspettando che i risultati che auspichiamo siano migliori della precedente gestione targata Rolando».
Insomma, i presupposti per salvare l'Ipab dalla dannazione sembrano esserci tutti. Ora bisogna vedere l'analisi dello stato dei servizi, del bilancio e dei problemi dell'ente che, secondo scaletta, deve essere fatto entro i primi 90 giorni. Dopodiché sarà l'ora dell'azione. Ed è lì che si misureranno i reali poteri del consiglio e del suo presidente.Â
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